Loreto, le tante lezioni di quella piccola casa
Cari amici di Duc in altum, nell’odierna festa della Traslazione della Santa Casa di Loreto ricevo da Federico Catani, e volentieri vi propongo, questa riflessione.
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La festa della Traslazione della Santa Casa (10 dicembre) induce a riflettere sullo stretto legame tra l’umile dimora della Madonna e la Controrivoluzione. Ma in che senso? Di seguito cerchiamo di offrire alcuni spunti.
Umiltà e purezza contro orgoglio e sensualità
Il grande maestro del pensiero controrivoluzionario Plinio Corrêa de Oliveira spiegava che a muovere la Rivoluzione sono principalmente l’orgoglio e la sensualità: “Se non fosse per l’orgoglio e la sensualità – scriveva – la Rivoluzione come movimento organizzato nel mondo intero non esisterebbe, non sarebbe possibile”. Sulla base di questa considerazione viene allora da pensare che nessun luogo al mondo è più ostile alla Rivoluzione – e dunque più conforme alla Controrivoluzione – della Santa Casa di Loreto, poiché in nessun altro ambiente hanno regnato l’umiltà e la purezza più perfette. Tra quelle sacre pareti, infatti, Gesù si è sottomesso totalmente a Maria e Giuseppe; la Madonna è stata concepita immacolata, è rimasta perpetuamente vergine e con somma umiltà ha accettato i disegni divini; san Giuseppe è stato il castissimo sposo di Maria.
Ora, poiché l’aspetto tendenziale e simbolico – come insegnava lo stesso Plinio Corrêa de Oliveira – è fondamentale per formare una vera mentalità controrivoluzionaria, se ne deduce che un pellegrinaggio alla Santa Casa sarà certamente salutare al fine di purificarsi dal morbo rivoluzionario, di cui tutti purtroppo subiamo il contagio.
L’Incarnazione, antidoto contro lo gnosticismo
Nella Santa Casa di Loreto ha avuto inizio la Redenzione del genere umano tramite l’Incarnazione del Verbo. In mezzo a quelle mura, l’Eterno è entrato nel tempo, Dio si è fatto uomo grazie al consenso pronunciato dalla Vergine Santissima. Tutto ciò rende ancora più chiaro il motivo per cui quel luogo benedetto può essere considerato il centro propulsivo della Contro-Rivoluzione. In effetti, se la prima Rivoluzione è stata quella di Lucifero e degli angeli ribelli che, accecati di orgoglio, hanno gridato a Dio il loro Non serviam, nella Santa Casa, invece, una creatura immacolata ha iniziato a schiacciare la testa del demonio con il suo umile e convinto “sì” (Fiat mihi secundum verbum tuum).
Plinio Corrêa de Oliveira definiva la Rivoluzione con i due aggettivi di gnostica ed egualitaria. Ebbene, ciò che lo gnosticismo di tutti i tempi rifiuta è proprio l’Incarnazione. Gli gnostici non possono concepire un Dio che si abbassa ad essere umano, che si umilia assumendo una carne ed un corpo mortali. Oltretutto, secondo vari Padri della Chiesa, Lucifero si ribellò proprio quando gli fu preannunciato che avrebbe dovuto adorare Dio fattosi uomo. Per superbia, gli angeli ribelli non vollero accettare l’unione ipostatica del Verbo con la natura umana, di per sé inferiore a quella angelica. A maggior ragione non potevano accettare che una donna, Maria Santissima, umile creatura, fosse il mezzo attraverso cui questa unione si realizzasse. Di fatto, al centro del pensiero gnostico sta l’idea prometeica dell’uomo che si ribella all’ordine della creazione e che, in ultima istanza, si fa Dio. Ma se Cristo è Dio che si fa uomo, allora l’uomo che si fa Dio è l’Anti-Cristo. Ecco quindi delineato lo scontro tra i due stendardi, quello di Cristo e quello di Satana; in definitiva, lo scontro tra la Rivoluzione e la Controrivoluzione.
La devozione alla Santa Casa di Loreto, quindi, esaltando l’Incarnazione del Verbo, è eminentemente controrivoluzionaria.
La schiavitù mariana e la Controrivoluzione
Tra le sante pareti della Casa di Loreto san Luigi Maria Grignion de Montfort ebbe l’ispirazione di scrivere il suo Trattato della vera devozione a Maria: e infatti, quale luogo più adatto per scegliere di vivere la schiavitù d’amore alla Madonna? Non è un caso, infatti, che il grande santo francese raccomandasse agli schiavi di Maria di celebrare con particolare solennità il 25 marzo, festa dell’Annunciazione. Infatti, come Gesù, incarnandosi nel grembo di Maria, si è reso a Lei completamente dipendente, così anche chi vive la consacrazione predicata dal Montfort si dona totalmente alla Madre di Dio. San Luigi arrivò a scrivere addirittura che “Gesù Cristo ha dato più gloria a Dio Padre con la sottomissione a sua Madre per trent’anni di quanta non gliene avrebbe data convertendo tutto il mondo operando le più grandi meraviglie”. Insomma, Dio, per il bene dell’umanità, ha accettato di umiliarsi facendosi uomo e chiudendosi nel grembo di una creatura: un vero e proprio schiaffo all’egualitarismo rivoluzionario.
La Rivoluzione contro la Santa Casa
E a chi sollevasse delle perplessità verso questo legame tra la Santa Casa e la Controrivoluzione basti ricordare quali forze, nel corso dei secoli, hanno attaccato l’autenticità di quelle pareti e la veridicità storica delle loro miracolose traslazioni: protestanti, illuministi e modernisti.
Non è difficile capire il motivo di questa opposizione. La Santa Casa direttamente o indirettamente è la manifestazione più limpida dell’essenza del cattolicesimo:
- Ha ricevuto riconoscimenti e privilegi da parte di numerosi Sommi Pontefici.
- Si tratta di una reliquia legata soprattutto alla Madonna, debellatrice di tutte le eresie.
- È stata trasportata miracolosamente da Nazareth a Loreto (e prima in altri luoghi), per sfuggire alla dominazione islamica.
- Ha permesso la conversione di protestanti, ebrei, musulmani e miscredenti alla Chiesa cattolica.
- Sull’altare che si trova ancora al suo interno, il cosiddetto altare degli Apostoli, secondo la tradizione san Pietro celebrò la prima santa Messa. Ora, lo gnosticismo odia l’umanità di Cristo perché è con la sua carne che Gesù ci ha salvati, continuando a farlo attraverso la sua reale presenza nell’Eucaristia.
Baluardo contro l’islam
La Santa Casa ha inoltre svolto un ruolo imprescindibile nella difesa dell’Europa cristiana. È alla Madonna di Loreto, ad esempio, che i papi e i condottieri si sono rivolti prima di affrontare – tra le altre – le due battaglie più decisive e celebri contro l’islam: quella di Lepanto (1571) e quella di Vienna (1683).
Un esempio tra tanti. Marcantonio Colonna, comandante della flotta pontificia, si recò a Loreto prima della battaglia di Lepanto, lasciò sua moglie a pregare nel santuario durante lo scontro navale e vi tornò poi a ringraziare la Madre di Dio per la vittoria. Non solo. I prigionieri cristiani liberati dalla schiavitù turca donarono al santuario le loro catene, che vennero fuse e utilizzate per costruire cancelli e balaustre delle cappelle laterali della basilica.
La Provvidenza ha poi disposto che i difensori del papato e della Chiesa contro il “nuovo turco” del liberalismo e dell’agnosticismo offrissero la loro vita sotto lo sguardo amorevole della Madonna di Loreto, il 18 settembre 1860, nella battaglia di Castelfidardo.
I principi non negoziabili
La Santa Casa può e deve essere vista dai fedeli del terzo millennio anche come il santuario dei principi non negoziabili. Lì, infatti, sono stati concepiti la Madonna e Gesù; lì sarebbe morto san Giuseppe, tra le braccia di Gesù e Maria; lì la Santa Famiglia è vissuta; lì Gesù è cresciuto ed è stato educato. A Loreto, dunque, è possibile trovare l’energia spirituale per combattere, con lo speciale vigore richiesto da questi tempi calamitosi, la buona battaglia a difesa della sacralità della vita innocente dal concepimento alla morte naturale, della famiglia naturale, dell’indissolubilità del matrimonio e del prioritario diritto dei genitori di educare i figli.
Il ruolo dei laici
Si potrebbe continuare a riflettere a lungo. Ma per ora forse è sufficiente limitarsi a un’ultima considerazione. Meditare sull’Incarnazione a Loreto è uno stimolo anche per i laici impegnati nella consecratio mundi, ovvero la consacrazione dell’ordine temporale alla luce della regalità sociale di Cristo. Il passionista padre Enrico Zoffoli (1915-1996), con una felice definizione, ebbe a scrivere che l’apostolato dei laici, in quanto caratterizzato dallo sforzo di mediare tra la società e i membri della gerarchia, “potrebbe ritenersi come l’ultima fase d’incarnazione del Verbo nelle strutture umane d’ogni tipo e a tutti i livelli della vita profana”.
E allora non resta che invitare tutti ad andare a Loreto e a conoscere sempre meglio la storia e i miracoli della Santa Casa. La restaurazione della civiltà cristiana passa da quelle umili pareti trasudanti sacralità.
Federico Catani
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Per approfondire: Federico Catani, Il Miracolo della Santa Casa di Loreto, Luci sull’Est, seconda edizione Roma 2020 (da richiedere visitando il sito www.lucisullest.it oppure scrivendo a segreteria@lucisullest.it).
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