Cina: ecco i super soldati. Grazie all’ingegneria genetica
Arriva la conferma: il regime cinese sta tentando di sviluppare ‘super soldati’ tramite l’utilizzo di biotecnologie, un qualcosa su cui il Pcc lavora da anni.
In un editoriale pubblicato sul Wall Street Journal il 3 dicembre, il direttore dell’Intelligence nazionale degli Stati Uniti John Ratcliffe fa sapere che i servizi segreti statunitensi sono certi che la Cina abbia «condotto sperimentazioni umane su membri dell’Esercito popolare di liberazione (Epl) nella speranza di sviluppare soldati con capacità biologiche potenziate».
«Non ci sono confini etici al perseguimento del potere da parte di Pechino», ha sottolineato Ratcliffe.
Già nel 2010 Guo Jiwei, un professore della Terza università medica militare della Cina, enfatizzava l’importanza della biologia nel futuro della guerra, nel suo libro War for Biological Dominance [Guerra per il dominio biologico, ndt]: «Se l’utilizzo della biotecnologia militare per migliorare e potenziare le capacità umane diventasse realtà – scriveva Guo – allora le carenze fisiche e intellettive dei soldati potrebbero essere superate e diventerebbero “combattenti completi”».
«Il trend della rivoluzione militare biologica potrebbe passare dal potere dell’intelligenza al potere di controllare il cervello e la vita», ha affermato invece nel 2017 il maggiore generale dell’Epl He Fuchu, che è anche vice presidente dell’Accademia statale delle scienze militari. Del resto, nel 2016 una tesi di dottorato pubblicata presso l’Accademia delle scienze mediche militari da un ricercatore dell’Epl ha ottenuto una certa notorietà per aver classificato la tecnologia di ingegneria genetica nota come Crispr-Cas tra le «tre principali tecnologie che potrebbero aumentare l’efficacia di combattimento dei soldati».
Inoltre, nel settembre del 2016, durante un convegno del Consiglio atlantico sull’ingegneria genetica, il dottor Pierre Noel ha aggiunto che questo genere di tecnologia può effettivamente rappresentare una minaccia militare: «È possibile che in futuro, man mano che la tecnologia diventa più sofisticata, i Paesi possano essere in grado di implementare la tecnologia di modificazione genetica per progettare […] super soldati […] dotati di grande vigore e forza muscolare».
Elsa Kania, un’esperta di tecnologia militare cinese del think tank Center for a New American Security, e Wilson VornDick, un consulente ed ex ufficiale della Marina degli Stati Uniti, hanno anche avvertito che l’Epl stava usando una combinazione di biotecnologia e intelligenza artificiale per conseguire «progressi nell’utilizzo della Crispr per fine terapeutici o di potenziamento».
In un articolo pubblicato ad agosto del 2019, i due esperti hanno scritto che questo genere di ricerche fa parte della strategia nazionale della Cina di fusione dell’aspetto militare e quello civile, in cui le innovazioni del settore privato vengono sfruttate per favorire gli sviluppi tecnologici dell’Epl.
Una di queste aziende private innovative è la Beijing Genomics (Bgi), che secondo le ricerche di Kania e VornDick ha collaborato con l’Università nazionale di tecnologia della difesa dell’Epl. La Bgi ha anche collaborazioni con istituti di ricerca statunitensi in merito alla sequenziamento del genoma umano, il che ha attirato le attenzioni di alcuni parlamentari statunitensi.
Ad ogni modo, l’utilizzo della tecnologia Crispr ha già suscitato dibattiti e polemiche, come quando nel 2018 lo scienziato cinese He Jiankui ha annunciato di aver modificato geneticamente gli embrioni di due ragazze gemelle, rendendole immuni all’Hiv (virus dell’immunodeficienza umana). La notizia ha sollevato serie preoccupazioni in merito all’eticità degli esperimenti di modificazione genetica.
Alex Wu
Fonte: epochtimes.it
Nella foto, soldati dell’Esercito popolare di liberazione (Epl) durante una dimostrazione presso la caserma Ngong Shuen Chau a Hong Kong, il 30 giugno 2019 (Isaac Lawrence/AFP/Getty Images)