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La missione corredentrice di Maria e la lotta contro satana. La lezione di padre Candido

Cari amici di Duc in altum, vi propongo il mio più recente intervento per la rubrica La trave e la pagliuzza in Radio Roma Libera. Si parla del libro di padre Giacobbe Elia, medico ed esorcista, Corredenzione, ossessioni e possessioni.

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La questione circa la reale esistenza delle creature angeliche e dei demoni, “agitata da qualche teologo contemporaneo”, non va nemmeno presa in considerazione se abbiamo fede nell’insegnamento della Chiesa. Purtroppo, però, anche nella Chiesa è penetrato il pensiero del mondo, tutto teso a negare o a sminuire l’esistenza di satana e degli angeli ribelli. Di conseguenza, l’opera malefica del diavolo è grandemente favorita dallo smarrimento della fede proprio da parte di coloro, i sacerdoti, che da Dio hanno ricevuto il potere di combattere il diavolo e di aiutare gli uomini a contrastarlo.

Si può riassumere così uno dei contenuti centrali del libro di padre Giacobbe Elia Corredenzione, ossessioni e possessioni (Michael Edizioni, 352 pagine, 17 euro), volume nel quale l’autore, medico ed esorcista, non solo rende omaggio al suo maestro padre Candido Amantini, ma ribadisce alcuni punti fermi, ben presenti nell’insegnamento della Chiesa e ben sintetizzati dal Catechismo, che non dovremmo mai dimenticare, pena, appunto, la collaborazione con il demonio, il cui capolavoro, per usare la nota espressione di Charles Baudelaire, “è di aver fatto perdere le sue tracce e di aver convinto gli uomini che egli non esiste”.

Eraldo Ulisse Amantini (1914-1992) – divenuto padre Candido dell’Immacolata quando, nel 1929, ricevette l’abito talare fra i passionisti – fu per quasi trent’anni l’unico esorcista della diocesi di Roma ed ebbe come allievo, oltre a padre Giacobbe, il noto padre Gabriele Amorth.

Ricorda padre Giacobbe a proposito del suo maestro: “Una costante unione con Dio traspariva nel suo quotidiano, specialmente nella celebrazione della Santa Messa, che era il centro attorno al quale viveva le sue giornate e il ministero sacerdotale. Noi lo conosciamo come esorcista, ma la cosa più evidente e importante per le persone che lo avvicinavano è stata la sua forte spiritualità e la sua profonda unione con Dio, alimento e radice del suo ministero”.

Padre Candido fu tale di nome e di fatto, osserva il cardinale Angelo Comastri nella prefazione, ringraziando padre Giacobbe per questo libro. E padre Ottaviano D’Egidio, superiore generale emerito dei Passionisti, ricorda che padre Candido, del quale è in corso il processo di beatificazione, già in vita era considerato un santo dai tanti che lo conoscevano e dai tantissimi che egli aiutava.

Cuore della vita spirituale di padre Candido era l’Eucaristia, al punto che “nel silenzio della notte, dopo averne adorato il Mistero, apriva il tabernacolo e benediva i suoi sofferenti”, ovvero tutti coloro che si rivolgevano a lui, senza sosta, per riceverne assistenza e conforto.

Fu nel libro Il mistero di Maria che padre Candido sviluppò la riflessione sul ruolo svolto da Maria per la nostra salvezza, e proprio a questo scritto, “una delle eredità più preziose che egli ci ha lasciato”, padre Giacobbe dedica gran parte del suo volume, ripercorrendo, sulla base delle Scritture, dei Padri della Chiesa e dei papi fino a Benedetto XVI, l’insegnamento di padre Candido su Maria corredentrice, senza nascondere che la maternità spirituale della Madre di Gesù continua a incontrare ostilità e avversione non solo nel mondo protestante, ma anche da parte di autori cattolici, i quali “non le riconoscono nessuna funzione diretta e operosa nella nostra rinascita alla vita divina”.

Sappiamo quanta sofferenza e quanto sconcerto abbiano suscitato nei fedeli le parole pronunciate dal papa un anno fa, nella festa della Madonna di Guadalupe, quando disse che Maria è discepola e non corredentrice, e arrivò a definire “sciocchezze” le richieste di giungere alla definizione di un nuovo dogma sulla corredenzione.

Scrive padre Giacobbe, facendo eco all’insegnamento del suo maestro padre Candido, che con tutta evidenza Maria va riconosciuta quale mediatrice universale e corredentrice, “perché lei ha generato non l’uomo Gesù, ma Cristo, il verbo eterno e consustanziale del Padre”. E “questa sua singolare maternità l’ha unita alla sorte del Figlio con un legame più intimo di quello di ogni altra madre”.

Da un lato, dunque, l’opera corredentrice di Maria e dall’altro l’azione instancabile del Maligno. Questi i due poli attorno ai quali è strutturato il libro di padre Giacobbe, il quale non ha esitazioni quando scrive che “in questi ultimi secoli all’insegna dell’ateismo Satana sta sferrando con violenza e scherno, quasi a viso scoperto, un attacco micidiale contro la Chiesa di Cristo, per imporre una legge e una morale opposte a quelle divine”.

“Quasi a viso scoperto” è espressione che dice molto. E i fedeli restano sempre più spesso impietriti di fronte a tanta sfrontatezza. “Ma per impulso dello Spirito Santo – prosegue padre Giacobbe – è irriducibile nella Chiesa una spontanea devozione mariana, che spinge i fedeli ad affidarsi a Colei che il Salvatore ha dato a loro per Madre e che Dio, a tempo opportuno, manda come messaggera di salvezza (pensiamo a Guadalupe, Lourdes e a Fatima), con le credenziali divine di innumerevoli miracoli che mentre infiammano i semplici di gratitudine confondono la sapienza dei potenti e l’arida scienza di non pochi teologi”.

Possiamo allora concludere con la preghiera, che certamente padre Candido avrebbe fatto propria, di Benedetto XVI a Fatima, il 12 maggio 2010, quando, al termine della solenne recita dei Vespri con la consacrazione dei sacerdoti al Cuore Immacolato di Maria, disse: “Preservaci con la tua purezza, custodiscici con la tua umiltà e avvolgici col tuo amore materno… La tua presenza faccia rifiorire il deserto delle nostre solitudini e brillare il sole sulle nostre oscurità, faccia tornare la calma dopo la tempesta, affinché ogni uomo veda la salvezza del Signore, che ha il nome e il volto di Gesù, riflesso nei nostri cuori, per sempre uniti al tuo! Così sia!”.

Aldo Maria Valli

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Aldo Maria Valli:
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