“Sì, la musica può condurre a Dio”. Parola di compositore credente che sogna un Rinascimento cattolico
La musica fornisce un “supplemento spirituale” di cui la cultura ha bisogno. Parola di Mark Nowakowski, compositore cattolico di musica classica, statunitense, nato a Chicago nel 1978 da genitori arrivati dalla Polonia.
Quando l’arte cristiana, spiega, usa un linguaggio popolare per esprimere la profondità del sacro manca del tutto l’obiettivo. Il che vale anche per la musica. Oggi se c’è una cosa di cui abbiamo bisogno è puntare in alto, alle vette del sacro, non abbassare il livello. La musica ci può fornire questo supplemento di spiritualità per elevarci al di sopra dell’insulso pantano della vita contemporanea. Un antidoto che andrebbe ampiamente distribuito.
Nato e cresciuto in una famiglia cattolica, Nowakowski, come succede spesso, abbandonò la fede durante l’adolescenza. All’epoca vedeva la sua parrocchia come “un country club gestito da anziani”, ma da adulto, grazie all’incontro con alcuni amici che lo misero di fronte al rigore intellettuale del cattolicesimo, tornò alla Chiesa e alla vita di fede.
“Dio ha approfittato del mio orgoglio – racconta Nowakowski – e così, proprio mentre studiavo il cattolicesimo allo scopro di smascherarlo, mi imbattei in prima persona nella sua maestà spirituale, nel brillante magistero artistico, nell’ineguagliabile tradizione filosofica e nell’unica spiegazione della condizione umana che ho trovato completa e convincente. Iniziai a convertirmi prima ancora di essere completamente sicuro di Cristo, perché era la cosa più sensata da fare”.
Anche lo studio della musica sacra aiutò Nowakowski a tornare alla fede. Capì che la sua vocazione musicale e quella cristiana erano intrecciate. Inoltre, per il suo ritorno alla Chiesa fu fondamentale venire a conoscenza degli eventi di Fatima. “Fatima – dice – è attuale, perché spiega moltissimo di ciò che sta accadendo oggi”.
“Se l’arte è una vera vocazione spirituale, come suggerì Giovanni Paolo II nella sua Lettera agli artisti, allora non posso separare il mio essere cattolico dalla vocazione di compositore più di quanto lo possa dividere dalla mia vocazione di marito e padre”.
Filosoficamente e spiritualmente, Nowakowski afferma di essere profondamente influenzato dalla lunga storia del misticismo cattolico e dall’incontro tra Oriente e Occidente. “Sono sempre alla ricerca dell’elemento trascendente”, perché la musica, nelle sue espressioni migliori, “possiede un contenuto trascendente che ci guida a sperimentare gli aspetti essenziali della realtà”. Ciò rende la musica “una controparte naturale per un autentico impegno religioso”. C’è una relazione chiara e diretta tra musica e misticismo. “Potrei persino arrivare a dire che l’esperienza estetica orante può essere una forma di misticismo in sé e per sé, anche se non sono ancora sicuro che questa sia un’esperienza universale. In ogni caso la Chiesa, respirando con entrambi i polmoni, occidentale e orientale, deve ispirare e sostenere questi valori, dai quali traggo l’ispirazione per il mio lavoro”.
Fra i compositori che lo hanno influenzato, Nowakowski cita in particolare un gruppo di artisti sopravvissuti all’incubo comunista europeo durante la seconda metà del XX secolo, musicisti capaci di resistere all’estetica modernista e che ancora oggi sono un antidoto al modernismo.
Ciò che l’ha condotto alla musica classica anziché a quella più popolare, dice Nowakowski, è il rapporto tra cattolicesimo e qualità. Produrre arte di qualità è stata a lungo considerata la cosa più naturale per la Chiesa, che anche attraverso la grande arte ci chiama all’eccellenza spirituale, ma oggi viviamo una fase strana e confusa, nella quale la Chiesa si lascia andare a esperimenti estetici che poco hanno a che fare con la qualità, e tutto ciò proprio nel momento in cui avremmo più bisogno della bellezza, perché siamo esposti a una cultura pop che mina il nostro senso del bello e dell’eterno. “Eppure, la Chiesa nel suo cuore ci chiama ancora all’eccellenza, e in qualche modo sono sempre consapevole della chiamata di Cristo a prendere il largo”.
“Penso – dice il compositore – che non saremo in grado nemmeno di iniziare la ricostruzione della nostra cultura finché accetteremo gli attuali atteggiamenti relativistici sull’estetica, prevalenti anche nella Chiesa”. Proporre musica di qualità, e in generale arte di qualità, è decisivo. “Penso che Dio ci stia parlando chiaramente rispetto a questa questione vitale nel nostro tempo”.
Il “Rinascimento cattolico” potrà iniziare se i fedeli e la gerarchia lo appoggeranno. “Ho l’impressione che con la tecnologia e le conoscenze moderne potremmo avere davvero un secondo Rinascimento, in grado di superare il precedente, sia per volume sia per qualità del lavoro. Vederne la realizzazione è il mio grande sogno”.
Fonte: National Catholic Register