Cari amici di Duc in altum, monsignor Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana, nel Kazakistan, ha inviato al blog questo contributo che volentieri vi propongo. L’articolo del vescovo Schneider torna sulla controversa questione della liceità di farmaci e vaccini realizzati mediante l’uso di linee cellulari provenienti da feti abortiti volontariamente.
L’argomento è delicato e fonte di profonde divisioni. Desidero precisare che il titolare di questo blog non è un no-vax e non lo è mai stato. Preciso altresì che occuparsi della questione non vuole essere un attacco strumentale a papa Francesco, dal momento che il pontefice ha esortato alla vaccinazione contro il Covid come dovere morale. Ritengo semplicemente che in una situazione come l’attuale, nella quale la biotecnologia pone questioni sempre nuove nel campo del transumanesimo e il problema del vaccino riguarda praticamente l’intera popolazione del pianeta, affrontare certe questioni dal punto di vista della morale cattolica sia doveroso.
A.M.V.
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Vaccini contaminati dall’aborto e cultura della morte
di monsignor Athanasius Schneider*
Le potenze mondiali anti-cristiane che promuovono la cultura della morte perseguono l’obiettivo di imporre a tutta la popolazione mondiale la partecipazione implicita, anche se distante e per così dire passiva, all’aborto. Tale coinvolgimento remoto è di per sé un male a causa delle circostanze storiche straordinarie in cui queste potenze mondiali promuovono l’omicidio di bambini non nati e lo sfruttamento dei resti dei loro corpi. Usando tali vaccini e farmaci, che utilizzano linee cellulari provenienti da bambini abortiti, beneficiamo fisicamente dei “frutti” o “benefici” di uno dei più grandi mali dell’umanità, vale a dire il crudele genocidio dei nascituri. Perché se un bambino innocente non fosse stato crudelmente assassinato, non avremmo questi concreti farmaci o vaccini nel nostro corpo. Non dobbiamo essere così ingenui da non vedere che dietro questi vaccini e farmaci non ci sono solo i nostri benefici per la salute: c’è anche la promozione della cultura della morte. Certamente, alcuni sostengono che anche se le persone non prendessero questi vaccini, l’industria dell’aborto continuerebbe comunque. Se smettessimo di prendere tali vaccini o farmaci, non ridurremo il numero di aborti, ma non è di questo che si tratta qui. Il problema è l’indebolimento morale della nostra resistenza al crimine dell’aborto e al crimine della tratta, dello sfruttamento e della commercializzazione delle parti del corpo dei bambini assassinati. L’uso di tali farmaci e vaccini aggiungerà in qualche modo un sostegno morale, anche se indiretto, a questa orribile situazione. Guardando la risposta dalla Chiesa cattolica, gli abortisti e i responsabili della ricerca biomedicale concluderanno che la gerarchia ha acconsentito a questa situazione che comprende un’intera catena di crimini contro la vita, e che giustamente può essere descritta come una “catena di morte”. Abbiamo davvero bisogno di svegliarci per vedere i reali pericoli, le conseguenze e le circostanze della situazione attuale.
Teorie giustificatrici per l’uso dei vaccini contaminati dall’aborto
I documenti rilevanti della Santa Sede (del 2005, 2008 e 2020), che trattano la questione dei vaccini derivati da linee cellulari provenienti dall’assassinio di un bambino non nato, non sono decisioni infallibili del Magistero. Gli argomenti nei documenti citati a favore della liceità morale dell’uso di vaccini contaminati dall’aborto sono in definitiva troppo astratti. Dobbiamo approfondire questo problema e non attenerci in questo caso al positivismo e al formalismo giuridico di teorie astratte della cooperazione con il male o del volontario indiretto o del doppio effetto, o comunque si vogliano chiamare tali teorie giustificatrici.
Dobbiamo andare più a fondo, alle radici, e considerare la proporzionalità. Questa particolare catena di orribili crimini – omicidio, rimozione di tessuti e parti del corpo dai bambini assassinati, tratta e commercializzazione delle parti del loro corpo per mezzo della produzione e del test di farmaci e vaccini – è sproporzionata rispetto ad altri crimini come il profitto dal lavoro degli schiavi, il pagamento delle tasse, eccetera. Persino esempi storici più impressionanti, che talvolta sono addotti per giustificare la liceità dell’uso dei vaccini contaminati dall’aborto, non sono paragonabili a questo nostro caso. A causa della gravità della natura dell’aborto e della crescente industria abortista e della ricerca biomedicale che comprende la tratta e lo sfruttamento delle parti del corpo dei bambini abortiti, il principio della cooperazione materiale o altri simili teorie non possono essere applicati in questo caso. È anche estremamente anti-pastorale e controproducente permettere l’uso dei vaccini contaminati dall’aborto in questo momento storico. Le anime dei bambini assassinati, delle cui parti del corpo ora la gente sta beneficiando attraverso farmaci e vaccini, vivono e hanno un nome davanti a Dio.
Quando qualcuno usa questo vaccino contaminato dall’aborto, è direttamente e personalmente davanti alla siringa con il vaccino. Se qualcuno paga le tasse, non è confrontato direttamente e personalmente con l’atto di un aborto specifico. Lo Stato non ti sta chiedendo specificamente di dare i tuoi soldi qui e ora per questo specifico atto di aborto. Lo Stato spesso usa i nostri soldi contro la nostra volontà. Quindi, l’uso di un tale vaccino contaminato dall’aborto è un confronto e un incontro molto più personale con i crimini mostruosi accumulati nella produzione di questo vaccino, rispetto al pagamento delle tasse o al beneficio delle malefatte di altri. Se il governo mi chiede direttamente e personalmente: “Prenderò i tuoi soldi per questo specifico aborto”, devo rifiutare, anche se mi portano via la casa e mi mettono in prigione.
Nei primi secoli, i cristiani versavano le tasse al governo pagano sapendo che il governo avrebbe usato alcune delle tasse per finanziare l’idolatria. Tuttavia, quando il governo ha chiesto ai cristiani di partecipare individualmente e personalmente al crimine di idolatria chiedendo loro di bruciare solo un piccolo granello di incenso davanti alla statua di un idolo, hanno rifiutato, anche a prezzo di diventare martiri, di essere assassinati per aver rispettato il primo comandamento di Dio.
Il carattere straordinariamente grave e unico dei vaccini e dei farmaci contaminati dall’aborto
Come possiamo essere e proclamare di essere contro l’aborto con la massima determinazione quando accettiamo vaccini contaminati dall’aborto, quando all’inizio di questi vaccini sta l’omicidio di un bambino? La logica e il buon senso impongono di non accettare tali vaccini o farmaci. Se un bambino non fosse stato ucciso, questi vaccini o farmaci contaminati – anche in modo remotissimo – dall’aborto non sarebbero stati prodotti. Le persone di buon senso lo vedono. Spesso, in tempi difficili, di grande confusione, Dio usa i semplici e i piccoli che dicono la verità mentre la maggioranza va con la corrente. Purtroppo, quando si tratta della questione specifica dei vaccini e dei farmaci contaminati dall’aborto, anche molte persone nella Chiesa e alcune organizzazioni cattoliche per la difesa della vita stanno andando con la corrente. Sembra che molti teologi, e anche la Santa Sede e la stragrande maggioranza dei vescovi, stiano andando con la corrente e che rimanga solo una minoranza nella Chiesa dei nostri giorni a dire: “Stop. Questo non va bene. Questo è un pericolo!” Come cristiani dobbiamo dare un segno al mondo intero non accettando questi vaccini e medicinali.
Si potrebbe chiedere ai fautori della liceità morale dell’uso di vaccini o farmaci contaminati dall’aborto: “Immagina di essere in una macchina del tempo e di vedere il crudele assassinio di un bambino non ancora nato, lo smembramento del suo corpo e la rimozione delle cellule dal suo corpo. Immagina di veder mettere queste cellule nella provetta e passare attraverso i processi di riciclaggio. E anche se ci fossero cento o mille processi chimici che si sono conclusi con quel particolare vaccino o farmaco, potresti avere un tale vaccino o farmaco nel tuo corpo con la coscienza pulita, avendo presente tutti questi singoli orribili atti dinanzi ai tuoi occhi? È difficile immaginare che porteresti questo vaccino nel tuo corpo, dal momento che avresti sempre davanti agli occhi questo terribile scenario: un bambino è stato smembrato, dalle cui parti del corpo ora traggo beneficio fisico”.
Vaccini che usano le linee cellulari provenienti da feti abortiti solo per i test
Esiste la distinzione tra la presenza diretta delle linee cellulari provenienti dall’assassinio di un bambino non nato nel vaccino e il loro uso per i test, e quest’ultimo è, ovviamente, oggettivamente meno grave. Ma non possiamo accettare nemmeno l’uso di queste cellule o delle linee cellulari solo per i test, poiché questo ci avvicina al crimine di commercializzare parti del corpo di bambini uccisi. Anche in questo caso c’è un accumulo di orribili crimini. Il primo terribile crimine è l’uccisione di un bambino. Il secondo crimine è l’uso di queste linee cellulari nei processi del laboratorio. Usare queste linee cellulari per i test è un altro crimine. Non possiamo partecipare a questo accumulo di crimini in nessun modo e non possiamo beneficiare dei loro “sottoprodotti”.
L’obbligo di resistere
Immaginiamo la possibilità che tutta l’umanità proibisca rigorosamente l’aborto in ogni caso. Se così fosse, l’industria farmaceutica e medicale dovrebbe cercare alternative, e Dio le darebbe, se osservassimo in modo più coerente la sua legge, specialmente il quinto comandamento. Dio invece ci punirà se usiamo vaccini e farmaci che sono stati prodotti o testati dalle linee cellulari provenienti da bambini uccisi! Dobbiamo essere più soprannaturali e più coerenti nella nostra decisione. Dobbiamo resistere al mito che non ci siano alternative. Se accettiamo tali vaccini, aiuteremo a diffondere il mito che non ci sono alternative. Un’alternativa c’è! Tuttavia, le potenze mondiali anti-cristiane non ammetteranno che esistano alternative e continueranno a favorire vaccini e farmaci contaminati dall’aborto. Dobbiamo resistere. Anche se siamo pochi, una minoranza di credenti, sacerdoti e vescovi, la verità continuerà a prevalere. La storia un giorno dirà che anche alcuni bravi cattolici cedettero, anche alti prelati responsabili della Santa Sede furono deboli di fronte a una crescente industria biomedicale e farmaceutica che usava linee cellulari provenienti dall’assassinio di bambini non nati per produrre e testare vaccini e farmaci. La storia dirà che tutti loro si lasciarono accecare da teorie astratte sulla partecipazione materiale, dalla teoria del profitto tratto dalle azioni malvagie degli altri, dalla teoria del volontario indiretto o del doppio effetto, o comunque si voglia chiamare una tale teoria giustificatrice.
Dobbiamo seguire la verità. Anche se perdessimo tutti i nostri amici, dovremmo seguire la nostra coscienza, come hanno fatto san Tommaso Moro e san Giovanni Fisher. È un segno degli ultimi tempi che anche bravi cattolici siano confusi su questa materia importante. Possiamo pensare alle parole di nostro Signore quando disse che anche gli eletti saranno ingannati (cfr. Mt. 24, 24). Dopo un po’ di tempo Dio mostrerà alcune conseguenze a queste persone che anche nella Chiesa stanno difendendo la liceità dell’uso di vaccini macchiati dall’aborto. I loro occhi saranno aperti perché la verità è così potente. Dobbiamo vivere per la verità e per l’eternità.
Rimanere in silenzio, accettare la situazione dell’uso già diffuso di parti del corpo di bambini assassinati per la ricerca biomedicale e approvare questa ingiustizia con gli argomenti della teoria astratta della “cooperazione materiale”, o comunque si voglia chiamare una tale teoria giustificatrice, significa una cecità spirituale e una grave omissione in un momento storico drammatico, in cui i cristiani dovrebbero invece alzarsi in piedi e proclamare al mondo intero: “Non accetteremo mai questa ingiustizia, anche se è già così diffusa in medicina! Non è consentito trattare i nascituri, le vite delle persone più deboli e indifese del mondo intero, in un modo così degradante affinché i già nati possono trarne un temporaneo beneficio per la salute”.
Ivan Karamazov nel famoso romanzo di Dostoevskij I fratelli Karamazov pone la fatale domanda: “Supponi – chiede Ivan ad Alesa – che fossi tu stesso a innalzar l’edificio del destino umano, con la meta suprema di render felici gli uomini, di dar loro, alla fine, la pace e la tranquillità: ma, per conseguire questo, si presentasse come necessario e inevitabile far soffrire per lo meno solo una minuscola creatura […] e sulle sue invendicate povere lacrime fondare codesto edificio: consentiresti tu a esserne l’architetto a queste condizioni? Parla senza mentire”.
Memorabili sono le parole con cui papa Giovanni Paolo II ha condannato risolutamente ogni sperimentazione sugli embrioni, dichiarando: “Nessuna circostanza, nessuna finalità, nessuna legge al mondo potrà mai rendere lecito un atto che è intrinsecamente illecito, perché contrario alla Legge di Dio, scritta nel cuore di ogni uomo, riconoscibile dalla ragione stessa, e proclamata dalla Chiesa. La valutazione morale dell’aborto è da applicare anche alle recenti forme di intervento sugli embrioni umani che, pur mirando a scopi in sé legittimi, ne comportano inevitabilmente l’uccisione. È il caso della sperimentazione sugli embrioni, in crescente espansione nel campo della ricerca biomedica e legalmente ammessa in alcuni Stati. Se «si devono ritenere leciti gli interventi sull’embrione umano a patto che rispettino la vita e l’integrità dell’embrione, non comportino per lui rischi sproporzionati, ma siano finalizzati alla sua guarigione, al miglioramento delle sue condizioni di salute o alla sua sopravvivenza individuale», si deve invece affermare che l’uso degli embrioni o dei feti umani come oggetto di sperimentazione costituisce un delitto nei riguardi della loro dignità di esseri umani, che hanno diritto al medesimo rispetto dovuto al bambino già nato e ad ogni persona. La stessa condanna morale riguarda anche il procedimento che sfrutta gli embrioni e i feti umani ancora vivi — talvolta «prodotti» appositamente per questo scopo mediante la fecondazione in vitro — sia come «materiale biologico» da utilizzare sia come fornitori di organi o di tessuti da trapiantare per la cura di alcune malattie. In realtà, l’uccisione di creature umane innocenti, seppure a vantaggio di altre, costituisce un atto assolutamente inaccettabile” (Evangelium Vitae, 62-63).
Il sangue dei bambini non nati assassinati grida a Dio dai farmaci e dai vaccini che – non importa come – abusano i resti dei loro corpi. Dobbiamo fare riparazione per questi crimini accumulati nella produzione di farmaci e vaccini. Non dobbiamo solo chiedere perdono a Dio, che scruta il cuore e i reni (cfr Ap 2, 23), ma anche chiedere perdono alle anime di tutti i bambini non nati assassinati che hanno un nome davanti a Dio. In particolare, dovremmo chiedere perdono alle anime di quei bambini le cui parti del corpo sono utilizzate in modi così degradanti per beneficio della salute dei vivi. È incomprensibile come ecclesiastici e bravi cattolici, con l’aiuto di teorie astratte della teologia morale, possano calmare le coscienze dei credenti e consentire loro di usare tali farmaci e vaccini.
Il sangue dei bambini non nati assassinati grida a Dio dai farmaci e i vaccini contaminati dall’aborto! Che il Signore sia propizio verso di noi! Kyrie eleison!
*Vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Maria Santissima ad Astana