Lettera / Ecco perché io, medico, mi oppongo all’obbligo di vaccinazione. E per questo perderò il lavoro
Cari amici di Duc in altum, ricevo e vi propongo questa lettera che mi è stata inviata da un medico ospedaliero circa l’obbligo di vaccinarsi.
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Carissimo dottor Valli,
sono un medico ospedaliero in procinto di essere sospeso dal lavoro e sanzionato (o forse radiato) dall’Odine dei medici, dato che mi rifiuto di sottopormi all’obbligo della vaccinazione. Ci tengo subito a precisare che non sono un no-vax, categoria con la quale, oggi, vengono identificati coloro che nutrono seri e fondati dubbi su quello che è, come è ampiamente noto ma non ammesso dai più, non un vaccino ma una terapia genica sperimentale.
Le ragioni del mio diniego all’obbligo sono innanzitutto di ordine medico-scientifico:
- La terapia ha iniziato da troppo poco tempo l’ultima fase sperimentale, la fase IV, che consegue all’immissione in commercio del vaccino.
- La sperimentazione ha riguardato soggetti sani, quindi non si conoscono ancora le reazioni che potrebbero verificarsi in soggetti affetti da varie patologie. Ci vorranno probabilmente altri 2-3 anni.
- La sicurezza, pertanto, così come la reale efficacia, non è nota.
- Non sono noti gli effetti su gravidanza e allattamento.
- Esistono chiare evidenze che in alcuni casi l’immunità non può svilupparsi, ma soprattutto esistono chiare evidenze che un vaccinato possa trasmettere il contagio e possa contrarre egli stesso la malattia. Prova ne sia che è necessario comunque mantenere le misure protettive.
Inoltre, essendo convinto credente, non posso accettare l’utilizzo di cellule prelevate da feti abortiti vivi (perché tali devono essere e al quinto mese di gravidanza), come ben esposto da una recente lettera apparsa sul Duc in altum. Per questo ho firmato l’appello in appoggio alla presa di posizione di monsignor Schneider.
Infine ci sono fondati motivi per ritenere il provvedimento di obbligo di vaccinazione altamente lesivo delle libertà e dei diritti della persona, motivi che cozzano violentemente contro vari articoli della nostra Costituzione, considerata sacra e inviolabile solo quando conviene.
Lei mi dirà: sono cose risapute. Ma, a parte l’amarezza di dover essere sospeso da una professione che amo profondamente e che ho esercitato per trentotto anni senza mai un procedimento a mio carico e sempre nel pieno rispetto della deontologia e dell’etica, immaginerà la preoccupazione di potere continuare a mantenere la mia famiglia (monoreddito). Noto con estremo dolore che, ancora una volta, la posizione assunta dalla Chiesa ingenera a dir poco confusione e smarrimento, e noto anche l’assordante silenzio della politica e delle confederazioni sindacali, che hanno letteralmente abbandonato il popolo.
La saluto cordialmente e le rinnovo tutta la mia profonda stima
Un medico ospedaliero
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