Oggi – mentre nell’antico Santorale è per domani 30 aprile – si fa memoria di santa Caterina da Siena, la figlia di san Domenico che si sforzò di conoscere Dio in se stessa e se stessa in Dio e di rendersi conforme a Cristo crocifisso lottando con forza e senza sosta per la pace, per il ritorno del romano pontefice a Roma e per il ripristino dell’unità della Chiesa. La nostra Italia – insieme a tutto l’Occidente del quale è stata culla di civiltà – sta vivendo giorni particolarmente travagliati sui fronti spirituale, politico, identitario, sociale e antropologico. Affidiamo dunque l’Italia e gli italiani, così come tutto l’Occidente una volta cristiano, a santa Caterina da Siena, co-patrona d’Italia e d’Europa, figlia d’Italia e d’Europa, gloria d’Italia e d’Europa.
Rammentavamo in articoli precedenti le parole di Pio XII [qui] nel suo discorso sui patroni d’Italia (Caterina e Francesco), facendo anche risuonare dalla profondità dei secoli il grido di santa Caterina rivolto a vescovi e cardinali che assistono in silenzio allo scempio delle anime che viene perpetrato oggi col loro silenzio complice [qui].
Per onorarla e chiedere la sua intercessione, nonché per la nostra edificazione poiché nelle parole dei santi risplendono le verità eterne, oggi vi propongo un brano tratto dai suoi scritti:
O Deità eterna, o eterna Trinità, che, per l’unione con la divina natura, hai fatto tanto valere il sangue dell’Unigenito Figlio! Tu, Trinità eterna, sei come un mare profondo, in cui più cerco e più trovo, e quanto più trovo, più cresce la sete di cercarti. Tu sei insaziabile; e l’anima, saziandosi nel tuo abisso, non si sazia, perché permane nella fame di te, sempre più te brama, o Trinità eterna, desiderando di vederti con la luce della tua luce.
Io ho gustato e veduto con la luce dell’intelletto nella tua luce il tuo abisso, o Trinità eterna, e la bellezza della tua creatura. Per questo, vedendo me in te, ho visto che sono tua immagine per quella intelligenza che mi vien donata della tua potenza, o Padre eterno, e della tua sapienza, che viene appropriata al tuo Unigenito Figlio. Lo Spirito Santo poi, che procede da te e dal tuo Figlio, mi ha dato la volontà con cui posso amarti.
Tu infatti, Trinità eterna, sei creatore e io creatura; e ho conosciuto – perché tu me ne hai data l’intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del Figlio – che tu sei innamorato della bellezza della tua creatura.
O abisso, o Trinità eterna, o Deità, o mare profondo! E che più potevi dare a me che te medesimo? Tu sei un fuoco che arde sempre e non si consuma. Sei tu che consumi col tuo calore ogni amor proprio dell’anima. Tu sei fuoco che toglie ogni freddezza, e illumini le menti con la tua luce, con quella luce con cui mi hai fatto conoscere la tua verità. Specchiandomi in questa luce ti conosco come sommo bene, bene sopra ogni bene, bene felice, bene incomprensibile, bene inestimabile. Bellezza sopra ogni bellezza. Sapienza sopra ogni sapienza. Anzi, tu sei la stessa sapienza. Tu cibo degli angeli, che con fuoco d’amore ti sei dato agli uomini.
Santa Caterina da Siena, Dialogo della Divina Provvidenza, cap. 167, Ringraziamento alla Trinità
Fonte: chiesaepostconcilio