Cari amici di Duc in altum, dopo avervi proposto il video, ecco anche il testo scritto dell’intervento di monsignor Carlo Maria Viganò al Simposio di Venezia.
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Stat Veritas. Great Reset: l’ultima grande menzogna
Lazare, veni foras!
Gv 11, 43
Questo primo Festival di Filosofia[1] è intitolato a Mons. Antonio Livi, del quale tutti conserviamo un caro e grato ricordo, tanto per la testimonianza di fede quanto per la rara erudizione nelle discipline teologiche. Al dotto Prelato romano mi unisce in particolar modo il percorso di “conversione” alla Tradizione, che lo portò, alcuni anni prima di me, all’assidua celebrazione della veneranda Liturgia apostolica, in perfetta coerenza con la dottrina nella quale egli era versatissimo. Entrambi ci siamo trovati a riscoprire i tesori della Messa della nostra Ordinazione, con la consolazione di ritrovare nella sua pienezza il nostro Sacerdozio. Se oggi vogliamo ricordare degnamente Monsignor Livi, penso non possa esser trascurata la Scuola del “Senso Comune” di cui egli fu iniziatore, e che in questo momento rappresenta un’occasione di approfondimento della realtà presente, dei grandi rivolgimenti di quest’anno, della cosiddetta pandemia e, più in generale, della crisi in cui si trovano il mondo e la Chiesa. La mancanza di “senso comune” nei singoli ha reso in gran parte possibile questo assalto contro Dio, contro la Chiesa e contro il genere umano rappresentato dal Great Reset e dall’ideologia che esso esprime. L’irrazionalità, l’abdicazione della ragione, l’annichilimento del giudizio critico e la negazione dell’evidenza sono il vero virus pandemico del nostro tempo, che nella ribellione a Dio manifesta un delirio di onnipotenza e nella follia collettiva la giusta nemesi di questa sfida sciagurata. San Paolo ci esorta ad una fede razionale, al rationabile obsequium (Rom 12, 1), in cui fede e ragione, come due ali, ci fanno ascendere alla contemplazione della Verità, ossia a Dio stesso. Così il monito dell’Apostolo comporta anche una salutare distanza dalla mentalità mondana: nolite conformari huic saeculo (Rom 12, 2), un monito che oggi sentiamo di condividere particolarmente, dinanzi alla follia del mondo. Ringrazio pertanto tutti voi, ed in modo particolare il caro Professor Francesco Lamendola, l’organizzatore del Convegno, Andrea Cometti, gli illustri relatori – tra i quali scorgo non pochi volti amici – e i moderatori. Se avete già avuto modo di ascoltare il mio intervento dello scorso 15 Maggio alla Confederazione dei Triarii, noterete che esso costituiva un abrégé di quanto mi appresto a dire più diffusamente. Spero che il video di oggi sia oggetto della medesima furia censoria da parte di YouTube, perché il precedente, dopo la sua rimozione, è stato diffuso e visto da ancor più persone, anche grazie al giusto clamore suscitato dal bavaglio del mainstream.
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Un precedente significativo
Quando Stalin decise nel 1932 di eliminare milioni di Ucraini in quel genocidio che fu l’Holodomor, egli pianificò la carestia come strumento di ingegneria sociale, tramite il quale nazionalizzare le terre agricole per poi destinarne i profitti all’industria. Scriveva Stalin: «Per eliminare i kulaki come classe non è sufficiente la politica di limitazione e di eliminazione di singoli gruppi di kulaki; […] è necessario spezzare con una lotta aperta la resistenza di questa classe e privarla delle fonti economiche della sua esistenza e del suo sviluppo» (Josif Stalin, Questioni di leninismo, Roma, 1945). Stalin fece quindi sequestrare grano, barbabietole, patate, ortaggi e ogni tipo di cibo; vietò qualsiasi commercio – vi suona familiare? – e confiscò le risorse finanziarie degli Ucraini. I bambini in fuga dalle campagne furono arrestati e deportati nei collettori e negli orfanotrofi, dove morirono di malnutrizione. Per impedire la diffusione delle notizie sulla carestia, il Comitato Centrale proibì gli spostamenti – una sorta di lockdown ante litteram – e accusò di essere nemico del popolo chi denunciava la strage degli Ucraini. I negazionisti – usando il termine in senso proprio – dell’Holodomor sostengono che il genocidio del 1932-1933 nell’Ucraina sovietica non sia mai avvenuto o che si sia verificato ma senza alcuna premeditazione. La censura del regime contribuì a nascondere una tragedia che oggi viene riconosciuta da molti Paesi come un crimine contro l’umanità e che, se analizzata nei suoi metodi e nel suo fine, fu anch’esso un Great Reset.
Se un Ucraino si fosse chiesto come mai il governo russo, in presenza di una carestia, non aiutasse la popolazione inviando derrate alimentari ma al contrario vietasse l’apertura delle attività commerciali e ogni spostamento contribuendo così ad aggravare la situazione, avrebbe probabilmente commesso lo stesso errore di quanti oggi, in presenza di una presunta pandemia, si chiedono perché i Governi abbiano preventivamente affossato la sanità pubblica, depotenziato i piani pandemici nazionali, vietato le cure efficaci, somministrato terapie dannose se non addirittura mortali e stiano oggi costringendo i cittadini, sotto il ricatto di perpetuare lockdown, coprifuoco e green pass incostituzionali, a sottoporsi a vaccini che non solo non garantiscono alcuna immunità, ma anzi comportano gravi effetti collaterali a breve e a lungo termine, oltre a diffondere ulteriormente forme più resistenti di virus.
Cambiare punto di vista
Cercare una logica in quello che ci viene detto dai media mainstream, dai governanti, dai virologi e dai cosiddetti “esperti” è un arduo cimento, che d’incanto scompare e rientra nella più cinica razionalità se solo abbiamo l’onestà intellettuale di ribaltare il nostro punto di vista. Dovremmo cioè rinunciare al confortante postulato, secondo il quale i nostri governanti agiscano per il nostro bene e più in generale che i nostri interlocutori siano onesti, sinceri e animati da buoni principi.
Comprendo bene, credetemi, che sia più semplice crogiolarsi nell’illusione che “andrà tutto bene” e che questa pandemia sia una immane sciagura alla quale nessuno di noi era preparato. È molto più facile pensare che i leader di tutto il mondo debbano essere giudicati con riconoscente indulgenza, perdonando loro errori che chiunque, al loro posto, avrebbe potuto compiere nella lotta contro il “nemico invisibile”. È rincuorante credere che le multinazionali del farmaco e le istituzioni sanitarie internazionali non abbiano a cuore altro che il nostro bene, e che mai potrebbero distribuire, per solo calcolo economico, farmaci sperimentali che finiranno col renderci tutti malati cronici o con lo sterminarci. Ed è incredibilmente difficile e psicologicamente logorante affrontare la quotidiana lotta domestica, con parenti ed amici, conoscenti e colleghi di lavoro, per il solo fatto di ritenere assurda la narrazione del Covid. Essere considerati “complottisti” o “negazionisti” e venir fatti oggetto di commiserazione, disprezzo o condanna sociale è un destino ingrato, specialmente quando le persone che credono alla menzogna globale sono nostri cari. Ed è ancor più ingrato sentirsi discriminati e ostracizzati anche nella nostra comunità ecclesiale, a maggior ragione vedendo quale appiattimento ideologico alla narrazione mainstream vi sia da parte dei Vescovi e dei sommi vertici della Gerarchia.
La realtà è ben diversa, e il non volerla accettare ci fa cadere in quella dissonanza cognitiva che la psicologia sociale ha ampiamente studiato. La realtà è non solo diversa, ma diametralmente opposta a quella che ci viene narrata, e sarà meglio per noi se vorremo comprenderla, riconoscerla, affrontarla e combatterla con tutte le nostre forze. Anche perché il modus operandi con il quale sono stati condotti nel corso della Storia casi analoghi è sostanzialmente il medesimo.
Mettiamoci nei panni dei fautori del Great Reset
Partiamo quindi dal punto di vista di chi questo complotto lo ha organizzato, e non di chi lo subisce inconsapevolmente. Se ci mettiamo nei panni di un Bill Gates, di un George Soros o di un Klaus Schwab, non sarà difficile comprendere che se dichiarassimo spudoratamente che abbiamo deciso di decimare la popolazione mondiale per il tramite di un siero genico, con ogni probabilità non otterremmo consenso dalle masse né appoggio delle istituzioni. Perché il nostro piano criminale susciterebbe una rivolta e soprattutto scoprirebbe le nostre carte.
In realtà, i nostri progetti li abbiamo anche dichiarati a più riprese, li abbiamo scritti negli atti dei nostri congressi, li abbiamo ribaditi in interviste e incontri istituzionali, li abbiamo addirittura fatti incidere nelle Georgia Guidestones. Forse la nostra ammissione di questo disegno criminale suonava troppo sfacciata, e chi poteva sentirsene minacciato ha preferito guardare altrove, accusando di complottismo chi invece lanciava l’allarme, inascoltato Laocoonte.
Così decidiamo di raccontare la “favola bella” dell’impegno globale, dell’ecosostenibilità, dell’inclusività, della resilienza dinanzi a un virus che noi stessi probabilmente abbiamo creato in un laboratorio di Wuhan da noi finanziato, presentandolo come una pandemia mortale che richiede immediati provvedimenti giustificati dall’emergenza sanitaria. E siccome questa emergenza non potrebbe esserci perché si tratta di una sindrome influenzale, di un normale virus Corona come ce ne sono stati tutti gli anni, ecco che chiediamo ai funzionari dell’OMS – un ente finanziato quasi totalmente da noi e dalla dittatura comunista cinese, nostra alleata – di impartire istruzioni tali da vietare le cure, creare un alto numero di decessi attribuibile al Covid, portare alla morte i ricoverati sottoponendoli a ventilazione forzata. Ovviamente le case farmaceutiche, di cui noi siamo azionisti tramite il fondo di investimento Black Rock, hanno tutto l’interesse di produrre dei vaccini senza la sperimentazione prevista, perché nel momento in cui le cure sono proibite, le leggi a tutela della salute pubblica possono essere derogate e i vaccini – anzi: i sieri genici – possono venir autorizzati alla distribuzione sperimentale. E per suggellare il pactum sceleris con il regime cinese, facciamo piovere ordini di mascherine, tamponi, ventilatori e forniture mediche anche se sappiamo essere prive di qualsiasi utilità e non conformi ai parametri sanitari. Nel frattempo, i nostri “esperti” – quasi sempre ex-dipendenti o dei quali noi sponsorizziamo istituti e consulenze – seminano il panico sui media con proiezioni e previsioni tanto assurde quanto terrorizzanti, mentre i giornalisti e i conduttori televisivi si prostituiscono al nuovo padrone, rinnegando l’etica professionale e il dovere di rispettare ad ogni costo la verità. Ma noi sappiamo bene che il denaro e la notorietà possono facilmente comprare la collaborazione cortigiana e il silenzio complice di molti, specialmente se costoro devono a noi il loro posto, se siamo azionisti delle testate in cui lavorano o se siamo i principali acquirenti di spazi pubblicitari. Parallelamente facciamo in modo che siano stanziati fondi pubblici per foraggiare i media, ovviamente con l’implicito impegno a divulgare la narrazione ufficiale e a censurare ogni voce di dissenso.
Anche la sanità è nelle nostre mani, e da anni! Abbiamo progressivamente distrutto quella pubblica, avvalendoci dei nostri dipendenti nello Stato, nell’Unione Europea e negli organismi internazionali; e dopo averla distrutta abbiamo lamentato la sua inefficienza e raccomandato di sostituirla con la sanità privata, di cui siamo azionisti. Quel che rimane della sanità pubblica è comunque impostato su un modello aziendale che antepone il profitto all’erogazione di servizi in perdita, e in ogni caso è sempre lo Stato a ripianare i debiti delle aziende sanitarie. Sappiamo bene che i costi della pandemia fanno gola a molti, anche a patto di tacere dinanzi ad ospedalizzazioni inutili o che condurranno il paziente alla morte, a causa delle terapie che abbiamo indicato al posto della cura domiciliare. Tremila euro al giorno per un letto in terapia intensiva di un malato Covid legittimano così l’allarme sociale, perché quei letti sono pochi – li abbiamo fatti ridurre noi nel corso degli ultimi anni grazie a politici compiacenti – e per aumentarli in piena emergenza pandemica lo Stato spende cifre esorbitanti senza gare d’appalto. Se poi riusciamo a usare i tamponi per far credere che una percentuale altissima della popolazione è positiva al virus, ci garantiamo il persistere dello stato di emergenza e con esso lockdown e misure di contenimento che distruggono l’economia. Ed è proprio quello che vogliamo: cancellare le piccole imprese, forzare la popolazione ad acquistare online quello che non può più comprare nel negozio sotto casa, lucrare provvigioni anche dal pizzaiolo o dal ristorante che per sopravvivere è costretto a ricorrere alle aziende di delivery di cui ci siamo premuniti d’essere azionisti. Infine, per rendere questo assalto completo, incrementiamo l’immigrazione clandestina grazie alle nostre fondazioni “umanitarie” e alle ONG, aumentando la criminalità, stornando ai cittadini i fondi destinati alle spese di accoglienza e facendo invadere l’Europa da ondate di islamici che reclamano diritti. La loro presenza ci permette di sfaldare inesorabilmente il tessuto sociale e religioso delle Nazioni, in nome dell’accoglienza e facendo leva sul senso di colpa, sul pericolo di razzismo e sulla retorica buonista che siamo riusciti a far accettare anche alla Chiesa Cattolica. Ovviamente la destabilizzazione della società che abbiamo creato ci permette di far promulgare leggi contro la discriminazione e l’odio razziale, reprimendo il dissenso di chi si sente invaso e minacciato. Infine, grazie all’indebitamento dello Stato dovuto alla pandemia e all’emergenza sociale di cui siamo deliberati artefici, riusciamo ad imporre l’erogazione di prestiti del Fondo Monetario Internazionale, della Banca Centrale Europea e dell’Unione Europea, indebitando la popolazione a condizioni capestro e costringendola ad investire quei fondi secondo criteri e “condizionalità” che servono solo a rendere ancora più irreversibile la trasformazione della società, la transizione tecnologica, la green economy. Ossia, il Great Reset.
Prima siamo riusciti a creare il terrore per il “nemico invisibile” e a mettere a tacere le voci di dissenso di scienziati, intellettuali e semplici cittadini; poi siamo riusciti a far credere che la salvezza del mondo dipendesse dai vaccini; ora siamo in grado di ricattare miliardi di esseri umani, che se vogliono ritornare ad una qualche forma di allentamento delle restrizioni imposte devono accettare il green pass per viaggiare all’estero, andare allo stadio o fare la spesa. La pressione a cui abbiamo sottoposto le masse è tale, che molti accetteranno queste forme di controllo e presto tenderanno la mano per farsi impiantare un chip sottocutaneo, che ci permetterà di portare a compimento il nostro piano.
Tutto questo è ormai realtà: sia il passaporto vaccinale, che non sarà necessariamente limitato al solo Covid, sia per i pagamenti elettronici in sostituzione al contante. «Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio» (Ap 13, 17). Basterà così premere un tasto – e saremo noi a premerlo – per cancellare una persona dalla vita sociale.
E come sfregio verso la Civiltà che odiamo, imponiamo alle masse di nutrirsi di scarafaggi e larve, decantandone le proprietà nutritive e il loro basso impatto ambientale, mentre noi ci riserviamo carni prelibate. Chiediamo loro di rinunziare alla proprietà privata barattandola con il reddito universale, col quale farci pagare il leasing per la loro unità abitativa di 30 metri quadri, ovviamente a zero emissioni. Li mandiamo in giro sul monopattino elettrico made in China mentre noi giriamo su fuoriserie inquinanti, facciamo crociere su yacht costosissimi e ci spostiamo in elicottero. E mentre cinquantenni licenziati si trovano un lavoro come fattorini nel delivery, riceviamo miliardi in dividendi delle nostre società con sede nei paradisi fiscali. Siamo giunti ad un tale livello di asservimento delle masse, da non aver motivo di temere alcuna rivolta, che comunque sarebbe sedata a colpi di manganello, nel silenzio dei media e della Sinistra nostra alleata.
Quand’anche la farsa pandemica non dovesse sortire gli effetti da noi auspicati a causa di eventi imprevisti, abbiamo già pronto il passo successivo: l’emergenza climatica come pretesto per imporre la “transizione ecologica” e lo “sviluppo sostenibile”; oppure daremo inizio all’ennesimo conflitto in Medioriente, così da provocare attentati terroristici nelle nostre città e seminare il panico tra la popolazione. E se nemmeno questi collaudati espedienti dovessero aver successo, potremmo inventarci – perché no? – un attacco alieno, sul quale già alcuni nostri amici iniziano ad aprire la famosa Finestra di Overton: cosa più degli extraterrestri può essere considerato «nemico invisibile» per alimentare la paura collettiva, dopo decenni di film in cui mostriamo invasioni di creature provenienti dallo spazio? D’altra parte le masse, come abbiamo visto in questi mesi, credono a tutto quello che il mainstream dice loro, per quanto assurdo e irrazionale possa essere. Basta che si veda in televisione.
Il modus operandi del Great Reset
Ed ora, dismessi i panni di Gates o di Soros, osserviamo dall’esterno l’intera operazione, cercando di identificare gli elementi ricorrenti. Il primo, come ho detto poc’anzi, è l’inconfessabilità del disegno criminale dell’élite e la necessità di ammantarlo di ideali accettabili. Il secondo è la creazione di una situazione di emergenza – in passato poteva essere una guerra combattuta con le armi, oggi una guerra batteriologica o un conflitto combattuto per via finanziaria – che renda inevitabile il ricorso a soluzioni che l’élite ha predisposto e pianificato. Il terzo elemento consiste nella soluzione apparente che consente di mettere in campo quelle “riforme” e quelle limitazioni delle libertà personali che in tempi normali sarebbero inaccettabili e illegittime. Questo spaccherà la società nel suo interno, creando nuovi nemici del popolo e distraendola dai veri artefici del conflitto.
Se pensiamo all’attentato dell’11 Settembre 2001, comprendiamo che il modus operandi è sostanzialmente lo stesso, così come è avvenuto per la Guerra del Golfo o per la Guerra Civile di Libia. La minaccia terroristica è stata usata come prophasis, ossia come causa apparente, come falso pretesto per autorizzare investimenti nell’industria bellica, inasprimenti dei controlli della popolazione, rivolgimenti politici e per appropriarsi di risorse energetiche in Iraq e in Libia e scongiurare l’indipendenza economica degli Stati africani dal Franco CFA. La destabilizzazione così conseguita ha alimentato il piano di sostituzione etnica in Europa e allo stesso tempo indebolito l’Africa di giovani generazioni che l’avrebbero potuta rendere prospera e autonoma; ha colpito le comunità cattoliche nelle ex colonie alimentando il fanatismo islamico come presupposto di conflitti sanguinosi e ora esporta quei conflitti in un’Europa scristianizzata che assiste inerte al rogo quotidiano delle sue chiese, mentre una petulante ragazzina svedese viene usata dal sistema come apocalittica predicatrice del climate change e del global warming.
Alla base di questo modus operandi vi è sempre e comunque una menzogna, che serve a nascondere i veri intenti dell’élite e a farci accettare come inevitabili quei cambiamenti dinanzi ai quali, in condizioni di relativa normalità, si sarebbero avute delle rivolte difficilmente soffocabili. La colpevolizzazione dei dissenzienti, la criminalizzazione di chi non accetta di sottoporsi al vaccino, la psichiatrizzazione dei “negazionisti” o dei “complottisti” stanno prendendo corpo in questi mesi con campi di detenzione, con la proibizione di spostarsi senza controlli sanitari e soprattutto grazie al martellamento mediatico. La diffusione della tecnologia 5G, che in molti Paesi è passata inosservata a causa dei lockdown, consentirà il tracciamento della popolazione, grazie alle app o a un chip sottocutaneo in costante collegamento con la rete.
Il Great Reset ha numerosi precedenti
La menzogna, dunque, è il marchio degli artefici dei Great Reset degli ultimi secoli. Fu un Great Reset la Pseudoriforma protestante, che colpì l’Europa nella sua unità di Fede, creando una lacerazione di cui ancor oggi vediamo le nefaste conseguenze; lo fu la Rivoluzione Francese, lo fu il Risorgimento, lo fu la Rivoluzione Russa, lo furono i due conflitti mondiali, la Rivoluzione industriale, il Sessantotto e il crollo del Muro di Berlino. Ogni volta, se ci fate caso, il motivo apparente di queste rivoluzioni non corrispondeva mai a quello reale: la vendita delle Indulgenze come pretesto della rivolta di Lutero faceva leva sulla brama dei Principi tedeschi per le proprietà dei Monasteri e delle Diocesi e doveva ottenere la diffusione dell’eresia nel mondo e l’indebolimento del Papato, prima difesa della Cristianità; la povertà del popolo come pretesto per la cancellazione della Monarchia di Francia e l’instaurazione della Repubblica massonica e anticristiana; la divisione degli Stati italiani e l’aspirazione ad un ideale di unità nazionale come pretesto per la distruzione dei Regni e dei Ducati e l’annessione degli Stati Pontifici al Regno d’Italia, la cui monarchia era asservita alle logge e che da queste a sua volta fu cancellata appena portato a termine il compito; l’oppressione dei contadini russi come pretesto per l’eliminazione dello Zar e l’instaurazione della dittatura comunista; la rivendicazione delle singole nazionalità come pretesto della Prima Guerra Mondiale per cancellare l’Impero Austro-Ungarico e perpetuare conflitti etnici; la Seconda Guerra Mondiale, in cui il Nazismo, prima finanziato poi combattuto, servì da pretesto per colonizzare l’Europa e assoggettarla economicamente e culturalmente al liberismo americano o al comunismo russo, indebolendola; la condizione dei braccianti, come pretesto per sfruttarli nelle fabbriche e alimentare il Moloch del capitalismo moderno; il desiderio di libertà dei giovani, come pretesto per corromperli nell’intelletto e nella volontà, per disgregare la famiglia tradizionale con il divorzio, per cancellare la maternità con contraccettivi e aborto, e colpire il concetto stesso di autorità; la fine del blocco sovietico e dei Paesi satelliti fu il pretesto per diffondere il liberismo e il consumismo e corrompere moralmente un popolo prostrato da settant’anni di dittatura comunista, la cui strenua opposizione al Nuovo Ordine Mondiale è il motivo dei recenti e continui attacchi al Presidente Putin.
Il Great Reset coinvolge anche la Chiesa
In questa lunga sequela di Great Reset organizzati dalla medesima élite di cospiratori, non è riuscita a sfuggire nemmeno la Chiesa Cattolica. Anch’essa, con il Vaticano II, si vide presentare la maggior comprensione della liturgia da parte del popolo come un pretesto per distruggere la Messa apostolica, cancellare la lingua sacra e profanizzare i riti. E l’anelito all’unità con gli eretici e gli scismatici fu il pretesto con cui venne inaugurato l’ecumenismo conciliare che pose le basi ideologiche per l’apostasia presente. La democratizzazione della Chiesa, in nome di una presunta maggior partecipazione dei laici, è servita solo come pretesto per scardinare progressivamente il potere papale e parlamentarizzare il potere dei Vescovi, oggi ridotti a meri esecutori delle decisioni delle Conferenze Episcopali.
Le menzogne dei vari Great Reset
Come tutte le frodi, quelle che vengono ordite dal demonio e dai suoi servi si basano su false promesse che non verranno mai mantenute, in cambio delle quali cediamo un bene certo che non ci sarà mai restituito. Nell’Eden la prospettiva di diventare come dèi ha condotto alla perdita dell’amicizia con Dio e alla esclusione dall’eterna salvezza, cui solo il Sacrificio redentore di Nostro Signore ha potuto riparare. La rivoluzione contro le Monarchie cattoliche fu ottenuta con la promessa alle classi più basse, mai mantenuta, di offrire loro prosperità e un alleggerimento delle tasse: chi credette all’inganno vide crollare il proprio mondo e si trovò ben più vessato che in precedenza. La rivoluzione industriale fu accettata perché prometteva nuovi posti di lavoro nelle fabbriche, ma chi lasciò le campagne o la bottega si ritrovò sfruttato alla catena di montaggio, strappato ai ritmi tradizionali del villaggio per ammassarsi nelle squallide periferie delle metropoli.
Con la pandemia, ci hanno raccontato via via che l’isolamento, i lockdown, le mascherine, il coprifuoco, le Messe in streaming, la didattica a distanza, lo smartworking, i recovery funds, i vaccini, i green pass ci avrebbero permesso di uscire dall’emergenza, e credendo a questa menzogna abbiamo rinunciato a diritti e stili di vita che costoro ci avvertono non torneranno più: “Nulla sarà più come prima”. La “nuova normalità” rappresenterà comunque una concessione, per ottenere la quale accetteremo la privazione di libertà che davamo per scontate, e scenderemo a compromessi senza comprendere l’assurdità della nostra accondiscendenza e l’oscenità delle pretese di chi ci comanda, dandoci ordini talmente assurdi da richiedere veramente un’abdicazione totale della ragione e della dignità. Ad ogni passo, un nuovo giro di vite, un ulteriore passo verso l’abisso: se non ci fermiamo in questa corsa verso il suicidio collettivo non torneremo più indietro.
La menzogna, dunque. Una menzogna che troviamo denunciata anche nella Sacra Scrittura: se il Serpente avesse detto ad Adamo e ad Eva che mangiando il frutto dell’albero avrebbero perduto l’immortalità e tutti i doni che Dio aveva loro concesso, saremmo ancora nell’Eden. Ma cosa possiamo aspettarci da colui che è «omicida fin da principio» (Gv 8, 44), «menzognero e padre della menzogna» (ibid.)? E non fu grazie a menzogne e false testimonianze che venne condannato Nostro Signore, accusato dal Sinedrio di aver esortato a non pagare le tasse a Cesare? Non fu con l’inganno e il ricatto che i Sommi Sacerdoti spinsero Pilato a far crocifiggere il Figlio di Dio, minacciandolo che riconoscendoLo come innocente si sarebbe messo contro l’Imperatore romano?
Il Great Reset è l’ultimo passo prima del Nuovo Ordine Mondiale
È nostro dovere svelare l’inganno di questo Great Reset, perché esso è riconducibile a tutti gli altri assalti che nel corso della Storia hanno cercato di vanificare l’opera della Redenzione e di instaurare la tirannide dell’Anticristo. Poiché è questo, in realtà, a cui tendono gli artefici del Great Reset: il Nuovo Ordine Mondiale – in significativa assonanza con il Novus Ordo conciliare – ribalta il cosmo divino per diffondere il caos infernale, in cui tutto ciò che la civiltà ha faticosamente costruito nel corso dei millenni sotto l’ispirazione della Grazia sia capovolto e pervertito, corrotto e cancellato.
Occorre che ciascuno di noi comprenda che quanto accade non è frutto di una sfortunata sequenza di casualità, ma risponde a un piano diabolico – nel senso che dietro tutto questo c’è il Maligno – che nel corso dei secoli persegue un unico fine: distruggere l’opera della Creazione, vanificare la Redenzione e cancellare ogni traccia di Bene sulla terra. E per ottenere questo fine, l’ultimo passo è l’instaurazione di una sinarchia in cui comandano pochi tiranni senza volto, assetati di potere, dediti al culto della morte e del peccato, all’odio della vita, della virtù e della bellezza perché in esse risplende la grandezza di quel Dio, contro il quale gridano ancor oggi il loro infernale «Non serviam». I membri di questa setta maledetta non sono soltanto Bill Gates, George Soros o Klaus Schwab, ma quanti tramano nell’ombra, da secoli, per abbattere il Regno di Cristo: i Rotschild, i Rockefeller, i Warburg e quanti oggi sono giunti ad allearsi con i vertici della Chiesa, usando l’autorità morale del Papa e dei Vescovi per convincere i fedeli a vaccinarsi.
La corruzione dell’autorità è premessa necessaria al Great Reset
Assieme alla consapevolezza della menzogna criminale dell’intero sistema, dobbiamo prendere atto della corruzione dell’autorità e del fallimento del modello sociale, politico e religioso figlio della Rivoluzione. La democrazia moderna ha dimostrato di essere, ancora una volta, un inganno con il quale si è voluto spodestare Cristo Re della Sua Signoria sui singoli e sulle società, sotto l’apparente pretesto di dare al popolo un potere che di fatto è stato usurpato dall’élite anticristiana e anticristica. Quando si afferma che l’autorità non deriva da Dio ma risiede nel popolo; quando la Religione non è considerata un principio soprannaturale trascendente ma un amorfo sentimentalismo immanente o una variante dell’antropologia; quando la morale perde il proprio vincolo con la Legge eterna iscritta da Dio nella natura umana e si adatta alle mode, nulla impedisce a governanti e governati di essere disonesti e di perseguire interessi particolari, perché non vi è più bene e male, premio e punizione, paradiso e inferno. Tutto si basa allora su un concetto pervertito di libertà corrotta in licenza: si può tradire, rubare, uccidere, mentire senza remore, senza quel timor di Dio che in altre epoche aveva saputo frenare la nostra inclinazione al male, se non per amore del Creatore e Redentore, almeno per paura della punizione che la nostra cattiva condotta avrebbe inesorabilmente comportato.
Ci troviamo davanti ad una classe politica senza ideali, in cui il bonun commune è stato prima sostituito da programmi politici sulla base dei quali ottenere il consenso, ed oggi dal semplice asservimento di chi ci governa agli interessi di chi li fa eleggere, li foraggia e pretende da essi un’obbedienza assoluta agli ordini del Nuovo Ordine Mondiale. Siamo giunti al punto che anche il voto, un tempo esaltato come somma espressione della democrazia, è considerato un fastidioso orpello da concedere solo se chi comanda è certo di poterlo volgere a proprio favore, e che laddove si esprima altrimenti può esser modificato o ignorato: la colossale frode elettorale delle Presidenziali americane ne è un esempio eclatante.
Ma se i politici e i leader mondiali sono asserviti all’élite globalista e non perseguono il bene dei cittadini, viene meno il patto sociale, e l’autorità di cui essi si credono rivestiti viene meno, poiché non ha alcuna ratifica né dall’alto – dal momento che sono stati cancellati il principio e il vincolo soprannaturale dell’autorità – né dal basso. E questa altro non è se non infame dittatura e odiosa tirannide. Una tirannide che non può esser abbattuta appellandosi ai principi rivoluzionari che l’hanno determinata, ma tornando a riconoscere che «non vi è autorità se non da Dio» (Rom 13, 1), e che la “laicità” dello Stato è una bestemmia, poiché nega i diritti sovrani del Creatore e Redentore su coloro che Egli ha appunto creato e redento.
Una crisi dell’autorità che coinvolge anche la Gerarchia
Quell’autorità che, sin dalla Rivoluzione Francese, era stata usurpata al Signore attribuendola alla volontà popolare, era rimasta in qualche modo intatta nella Chiesa, che fino a sessant’anni fa proclamava la Regalità di Cristo non solo sui singoli, sulle società e sulle nazioni, ma principalmente su se stessa, riconoscendo Nostro Signore come Capo del Corpo Mistico e il Papa come Suo Vicario in terra. Il Vaticano II ha spostato la Regalità di Cristo in chiave escatologica, e la Chiesa si è trovata così vittima di quello stesso inganno democratico in cui erano cadute le società civili quasi due secoli prima. Indebolendo la dottrina sul peccato, facendo propria la morale della situazione, riconoscendo legittimità all’errore e alle false religioni, la Chiesa Cattolica si è spodestata con le proprie mani, riducendosi a dover mendicare approvazione e legittimazione dai potenti di questo mondo, agli ordini dei quali si è assoggettata. Non è un caso se Bergoglio ha archiviato tra i titoli del passato quello di “Vicario di Cristo”: se la Chiesa è sostituita da una ONG che predica la green theology, promuove il Capitalismo Inclusivo dei Rothschild e organizza con Anthony Fauci convegni sui vaccini, chi la presiede non esercita l’autorità in nome di Cristo, ma finisce con l’essere una complice marionetta nelle mani del burattinaio:
Quelli ch’usurpa in terra il luogo mio,
il luogo mio, il luogo mio, che vaca
ne la presenza del Figliuol di Dio,
fatt’ha del cimitero mio cloaca
del sangue e de la puzza; onde ’l perverso
che cadde di qua sù, là giù si placa.
Par XXVII, 22 sgg.
In questa crisi dell’autorità – che coinvolge tanto il potere temporale quanto quello spirituale – una grande responsabilità va addebitata ai cosiddetti moderati, che risultano essere la volontaria o involontaria quinta colonna all’interno del corpo sociale. Tra questi dobbiamo annoverare la quasi totalità dei rappresentanti delle opposizioni parlamentari – prima tra tutte quella italiana – e dei partiti del cosiddetto Centrodestra. Anche chi esprime critiche alle norme illegittime e incostituzionali varate dai presenti governi col pretesto della pandemia, non mette minimamente in discussione le basi ideologiche del liberismo che oggi si è fuso con il comunismo in un’alleanza in altri tempi inconcepibile. E non mette in discussione queste basi perché le condivide.
L’errore dei “moderati”
Lo stesso errore di deplorare gli effetti senza riconoscere e combattere le cause è compiuto dai Cattolici conservatori, che pur comprendendo l’apostasia dei vertici della Gerarchia sotto il regno di Bergoglio, non osano ammettere che se si è giunti a rendere culto idolatrico alla Pachamama ciò è stato possibile grazie alla Dignitatis Humanae, il sabba di Astana è la coerente applicazione della Nostra Aetate e la via sinodale tedesca – ossia la dichiarazione di scisma senza la sua condanna ufficiale da parte della Sede Apostolica – è la logica conclusione della Gaudium et Spes. E non occorre dimostrare quanto i documenti conciliari non siano altro che la traduzione in ambito ecclesiale dei principi rivoluzionari e massonici.
Sappiamo però che la menzogna è l’emblema del diavolo, il segno distintivo dei suoi servi, il marchio di riconoscimento dei nemici di Dio e della Chiesa. Dio è Verità, il Verbo di Dio è vero ed Egli stesso è Dio: dire la verità, gridarla dai tetti, svelare l’inganno e i suoi artefici è un’opera sacra e il Cattolico – come chiunque abbia conservato ancora un minimo di dignità e di onore – non può sottrarsi a questo dovere.
La risposta dei buoni
Ciascuno di noi è stato voluto, pensato e creato per dare gloria a Dio ed essere parte di un grande disegno della Provvidenza. Sin dall’eternità il Signore ci ha chiamati a condividere con Lui l’opera della Redenzione, a cooperare alla salvezza delle anime e al trionfo del Bene. Ciascuno di noi ha oggi la possibilità di scegliere se schierarsi con Cristo o contro Cristo, se combattere per la buona causa o rendersi complice degli operatori di iniquità. La vittoria di Dio è certissima, come certo è il premio che attende coloro che compiono la scelta di campo al fianco del Re dei re; e certa la sconfitta di chi serve il Nemico, certa la sua dannazione eterna.
Volete perdere il bene supremo che vi è stato preparato, solo per quietovivere, per non distinguervi dalla massa, per viltà, per rispetto umano, barattando l’eternità per un bene apparente ed effimero? Io vi esorto ad essere testimoni di Cristo, coraggiosi paladini della Verità e del Bene: sui banchi del Parlamento, nelle corsie d’ospedale, dalle cattedre delle scuole e delle università, dall’altare e dal pulpito, nel lavoro, nell’officina, nella bottega, nella famiglia, nel vostro impegno quotidiano e sì: anche nel dolore e nelle prove. Siate degni eredi dei Santi che vi hanno preceduto, ricordandovi che risponderete al Signore per il vostro silenzio, per la vostra complicità, per la vostra cooperazione al male: se potete sfuggire alla condanna degli uomini, non potrete sottrarvi al giudizio di Dio; così come sarete ricompensati per il bene fatto e testimoniato.
Questa generazione ribelle e apostata può essere combattuta con il contributo di tutti: dal medico che finalmente denuncia le terapie dannose imposte da protocolli criminali al poliziotto che si rifiuta di applicare norme illegittime; dal parlamentare che vota contro leggi inique al magistrato che apre un fascicolo per crimini contro l’umanità; dal professore che insegna agli allievi a pensare con la propria testa al giornalista che svela gli inganni e i conflitti di interesse dei potenti; dal padre che difende i propri figli contro la furia vaccinale al figlio che protegge il genitore anziano senza abbandonarlo in una RSA; dal cittadino che rivendica il diritto alle libertà naturali all’artigiano e al ristoratore che non accettano la sopraffazione di chi impedisce loro di aprire bottega; dal nonno che ammonisce i nipoti sui pericoli della dittatura al giovane che non si lascia sedurre dalle mode e dagli influencer.
Restituiamo a Cristo Re la corona che Gli è stata strappata dalla Rivoluzione
E quando questa farsa sarà crollata – perché crollerà inesorabilmente, e crollerà presto – impegnatevi tutti, con rinnovato zelo, perché sia restituita al nostro Re quella corona che i Suoi nemici Gli hanno strappato. Fate regnare Nostro Signore nelle vostre anime, nelle famiglie, nelle vostre comunità, nello Stato, nel lavoro, nella scuola, nelle leggi e nei tribunali, nelle arti, nell’informazione, in tutti gli ambiti della vita privata e pubblica. Regni con Lui anche la nostra Santissima Madre e Regina, Maria Santissima, che tante volte ci ha ammonito sui pericoli e le punizioni che attendono il mondo se non farà penitenza e non si convertirà. Regni Gesù Cristo nella Santa Chiesa, scacciandone gli indegni, i fornicatori e i mercenari.
Poiché solo dove Cristo regna vi è vera pace e vera concordia: pax Christi in regno Christi. A Lui, principio e fine di tutte le cose, Alfa e Omega, salga da ciascuno di noi e dalla famiglia umana la fiduciosa e fervente preghiera di custodirci nella Sua grazia, di fortificarci nelle virtù, di renderci coraggiosi testimoni del Vangelo per poter così conseguire l’eterna beatitudine in Cielo.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
30 Maggio 2021
In Festo Ss.mæ Trinitatis
[1] http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/home/comunicati-stampa/10145-evento-di-venezia-2021