Cari amici di Duc in altum, un sacerdote italiano (il quale purtroppo, per non incorrere negli strali dei guardiani della misericordia, è costretto a celare la sua identità) mi ha inviato la lettera che volentieri vi propongo. Una lettera aperta ai cattolici tedeschi, scritta da chi ha avuto la possibilità di conoscere da vicino quella realtà e già molti anni fa vide dove si andava a parare.
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Sine ut mortui sepeliant mortuos suos: tu autem vade, et annuntia regnum Dei
Lc 9, 60
Miei cari fratelli e sorelle, sono profondamente unito a voi nella sofferenza per la Chiesa.
Ho ben conosciuto il vostro ambiente ecclesiale. Nel 1990 studiai alla facoltà teologica di Innsbruck; quindi, non sono per niente sorpreso degli attuali sviluppi. Già allora si percepiva molto l’odio contro Roma, soprattutto contro il Papa, a causa delle sue nomine episcopali. L’autentica dottrina cattolica – almeno in ambito accademico – era già stata sostituita da un’ideologia razionalistica che, col tempo, ha impregnato tutto. Già allora la Chiesa era considerata una società puramente umana, nella quale non vale alcuna stabile limitazione e tutte le cariche devono essere accessibili a ogni membro.
Si tratta in realtà di una visione protestante, ma i suoi sostenitori non vogliono affatto uscire dalla Chiesa cattolica, bensì trasformarla dall’interno. Questo scopo rivoluzionario si basa su un atteggiamento idealistico: il pensiero ha il ruolo di determinare la realtà; i “teologi” sono perciò riconosciuti come l’unica autorità ecclesiale, anche se conoscono a stento la dottrina della fede e della morale. Nel frattempo, uno storicismo assoluto ha improntato ogni disciplina teologica: la dogmatica, la morale, la liturgia, il diritto canonico, la spiritualità… Di fatto, hanno creato una “religione” completamente nuova.
L’organizzazione apostatica che in modo ingannevole si presenta come gerarchia cattolica di lingua tedesca poggia unicamente sulla tassa ecclesiastica. Smettete di pagarla e rivolgetevi alle comunità tradizionali. In questa inedita forma di persecuzione, i credenti devono conservare l’essenziale, cioè la retta fede e lo stato di grazia. La struttura ecclesiale che oggi vi opprime presto si svuoterà e alla fine imploderà. Se Roma non interviene nel problema, è vostro compito far sopravvivere la vera Chiesa con la vostra fedeltà. La situazione attuale costituisce una sfida eccezionale che richiede una risposta eccezionale.
La Provvidenza ci ha affidato un difficile incarico, ma anche donato grazie preziose e preparato una speciale ricompensa. Possiamo adempierlo solo con mezzi soprannaturali, con la preghiera costante e la forza dei Sacramenti. Il Signore non ci lascerà mai soli nella battaglia; al contrario, dobbiamo separarci dal moribondo circolo di eretici e proseguire sulla nostra strada, la strada della salvezza e della vita. Non è mancanza di carità abbandonare al proprio destino chi erra colpevolmente, quando si è invano tentato tutto il possibile per richiamarlo indietro. «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va’ e annuncia il regno di Dio!» (Lc 9, 60).
La prova migliore della nostra appartenenza al Corpo Mistico di Cristo è la mite, serena e tranquilla fermezza che, in virtù della grazia, possiamo opporre all’aspra, illegittima e frustrata durezza dei rivoluzionari. Con la forza di questa certezza, vi benedico tutti con tutto il cuore nel Sangue prezioso del nostro Redentore, vincitore della morte e del peccato, Figlio di Dio e della Vergine immacolata.
Un sacerdote italiano