Aborto e comunione: vescovi Usa dicono sì a un documento sulla coerenza eucaristica
di Emily Mangiaracina
La Conferenza episcopale degli Stati Uniti ha votato (168 sì, 55 no) per procedere con la stesura di una dichiarazione formale sull’Eucaristia. Il documento affronterà l’insegnamento della Chiesa sulla dignità di ricevere la Santa Comunione, e quindi influenzerà direttamente la ricezione dell’Eucaristia da parte dei politici cattolici pro-aborto.
La proposta di un documento “Sul significato dell’Eucaristia nella vita della Chiesa” è stata avviata su richiesta dell’arcivescovo José Gomez di Los Angeles, in parte come risposta a quella che il vescovo Liam Cary ha definito una “situazione senza precedenti nel Paese”, cioè la circostanza di un presidente sedicente cattolico “che si oppone all’insegnamento della Chiesa”, in particolare circa l’insegnamento sul grave male intrinseco dell’aborto.
Il vescovo Kevin C. Rhoades, presidente del comitato dottrinale della Conferenza dei vescovi cattolici degli Stati Uniti (Usccb), ha spiegato in un discorso preregistrato ai suoi colleghi vescovi che il documento “affronterà le verità fondamentali in cui crediamo” sull’Eucaristia, tra cui “la Presenza Reale” e il suo carattere sacrificale. Si concentrerà inoltre “sulla necessità di celebrare il sacramento con riverenza e bellezza”, mentre una terza sezione dirà “come la partecipazione all’Eucaristia ci spinge alla conversione”.
Un sottoinsieme di questa terza parte del documento, ha detto Rhoades, affronterà la “coerenza eucaristica”, ovvero la necessità per i cattolici di ricevere nostro Signore nella Santa Comunione solo in uno stato di grazia.
La bozza del documento ha suscitato polemiche tra alcuni sacerdoti e laici cattolici per la preoccupazione che, nelle parole del cardinale Cupich, “ci sia l’aspettativa che neghiamo la comunione al presidente, a Nancy Pelosi e ad altre persone che vengono nominate”.
Nonostante una vivace linea di opposizione alla stesura del documento, e in particolare al suo previsto riferimento all’insegnamento della Chiesa sulla dignità di ricevere la Santa Comunione, il dibattito dei vescovi sulla questione ha rivelato che la proposta ha avuto un forte sostegno.
Nel suo discorso preregistrato, andato in onda durante l’Assemblea generale di primavera dell’Usccb, monsignor Rhoades ha spiegato: “Tra i membri della commissione per la dottrina c’è stato consenso sul fatto che non si può discutere la centralità dell’Eucaristia come fonte e culmine della vita cristiana senza affrontare quelle azioni che infliggono danno all’onore dovuto al sacramento, o causano scandalo ai fedeli”,
Di fronte a possibili obiezioni, Rhoades ha detto: “Non abbiamo mai pensato di proporre norme nazionali per negare la Santa Comunione ai cattolici, ma di fornire una chiara comprensione del perché la nostra Chiesa ha queste leggi, delineando la ricca tradizione e il profondo insegnamento che sono alla base di questi canoni. Inoltre, la dichiarazione non è mai stata considerata dal comitato per la dottrina come un documento dedicato a un individuo o a una categoria di comportamento peccaminoso. Piuttosto, vuole contribuire a una maggiore consapevolezza tra i fedeli circa la necessità di conformarsi all’Eucaristia e di rendere pubblica testimonianza della fede attraverso un appello alla conversione e all’abbandono dei comportamenti peccaminosi”.
Durante il dibattito, l’arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone ha lanciato un commovente appello a sostenere la proposta: “Gli occhi di tutto il Paese ora sono puntati su di noi. Se falliamo ora e non agiamo con coraggio nel presentare l’insegnamento della Chiesa (questo è, va detto ancora una volta, un documento di insegnamento, completo) in modo chiaro e convincente su questo valore cattolico fondamentale, come possiamo aspettarci di essere presi sul serio quando parliamo di qualsiasi altro argomento? Ricordo a noi tutti l’ingiunzione biblica che san Giovanni Paolo II ha ripetuto durante l’intero suo pontificato: non abbiate paura!”.
L’arcivescovo Joseph Naumann, presidente del comitato pro-vita dell’Usccb, ha sostenuto senza scuse la pressante necessità del documento proposto di fronte a un presidente pro-aborto che si identifica come cattolico.
“Coloro che sostengono l’aborto non ne parlano più come scelta. Ne parlano come di un diritto… il nostro presidente ne parla come di un diritto”, ha detto Naumann. “Abbiamo un presidente cattolico che sta facendo questo: il comportamento più aggressivo che abbiamo mai visto in termini di attacco alla vita innocente”.
Il vescovo Strickland, che ha esortato i suoi colleghi vescovi a “sottolineare la chiara connessione tra il pentimento, la confessione dei peccati, il fermo proposito dell’emendamento e il ricevere degnamente nostro Signore”, ha insistito sul fatto che “persone importanti non possono essere tenute a uno standard diverso” rispetto a ciò che dice la dottrina.
Il vescovo James D. Conley di Lincoln, Nebraska, ha aggiunto: “Mi sono convertito quando ero al college ed è stato proprio l’insegnamento cattolico sulla Santa Eucaristia, la Presenza Reale, che mi ha attirato verso la Chiesa cattolica. Penso che abbiamo una meravigliosa opportunità, un palcoscenico nazionale e internazionale per fare qualcosa di veramente bello e potente”.
Dopo il voto favore della stesura del documento, monsignor Cordileone ha commentato: “In questo momento storico nella Chiesa, vorrei esortare tutti noi a ricordare i martiri eucaristici morti per proteggere il Santissimo Sacramento dalla profanazione e a prendere coraggio. Non vedo l’ora di continuare un dialogo fruttuoso con tutti i miei fratelli vescovi e ripongo la mia fiducia nello Spirito Santo perché ci guidi a una vera e non finta unità in Cristo. Chiedo a tutti i cattolici di pregare per il proprio vescovo e per tutti noi vescovi mentre discerniamo il modo migliore per parlare di queste profonde verità sulla Santa Eucaristia”.
La bozza del documento sarà discussa dai vescovi a novembre, quando si riuniranno nuovamente per l’Assemblea generale d’autunno.
Fonte: lifesitenews.com
Nella foto, il presidente della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, monsignor José Horacio Gomez
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