Mentre Francesco dice che “vaccinarsi è un atto d’amore”, negli Stati Uniti c’è chi spiega perché è non solo possibile ma doveroso assicurare l’esenzione dal vaccino per motivi religiosi.
In proposito, dopo il contributo di Eric Sammons vi propongo il testo elaborato dal National Catholic Bioethics Center, con il quale l’organizzazione sottolinea che la vaccinazione in linea di principio non è moralmente obbligatoria e quindi deve essere volontaria. Inoltre, esiste un dovere morale generale di rifiutare l’uso di prodotti medici, compresi alcuni vaccini, prodotti utilizzando linee di cellule umane derivate da aborti diretti. È consentito utilizzare tali vaccini solo in determinate condizioni specifiche, sulla base di un giudizio di coscienza.
In linea con i principi enunciati, il Centro spiega che “non esiste un insegnamento autorevole della Chiesa che obblighi universalmente i cattolici a ricevere alcun vaccino”. Quindi non può esserci alcun mandato civile vincolante.
Fondamentale è anche il giudizio di proporzionalità terapeutica, che “deve essere espresso dalla persona potenzialmente destinataria dell’intervento nelle circostanze concrete”.
“Pertanto, se un cattolico giunge a un giudizio informato e sicuro in coscienza secondo il quale non deve ricevere un vaccino, allora la Chiesa cattolica richiede che la persona segua questo giudizio di coscienza e rifiuti il vaccino”. In proposito il Catechismo della Chiesa cattolica è chiaro: “L’uomo ha il diritto di agire in coscienza e libertà, per prendere personalmente le decisioni morali. L’uomo non deve essere costretto ad agire contro la sua coscienza. Ma non si deve neppure impedirgli di operare in conformità ad essa, soprattutto in campo religioso” (n. 1782).
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