Cari amici di Duc in altum, torna il Giovane Prete, e torna ponendo una questione seria. Come abbiamo visto nel caso della diocesi di Tempio (qui), si sta marciando a grandi passi verso la vaccinazione obbligatoria per sacerdoti, diaconi, catechisti, formatori. Ma a questo punto che cosa sarà di chi non vorrà piegarsi?
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del Giovane Prete
Caro Aldo Maria,
in questi giorni si susseguono notizie che ci suggeriscono la direzione che i nostri vescovi potrebbero intraprendere dopo l’estate: la vaccinazione obbligatoria per i sacerdoti e, forse, anche dei fedeli.
Devo confessarti una grande preoccupazione per l’avverarsi di tale possibilità: davanti al rifiuto di sottostare all’obbligatorietà vaccinale, cosa succederà?
Lo scenario più probabile potrebbe essere questo.
Il vescovo non potrà sospendere a divinis il sacerdote refrattario, mancando le condizioni per tale sanzione, ma potrà togliergli le facoltà di celebrare pubblicamente e di amministrare i sacramenti, insieme magari al blocco della congrua mensile, per portare a pieno compimento la tattica ricattatoria.
A questo punto, il sacerdote che ancora si ostinasse a negare di porgere il suo braccio al siero salvifico si troverebbe davanti a due scelte: accettare di ritirarsi in famiglia, celebrando privatamente, oppure rivendicare pubblicamente la sua decisione, celebrando a porte aperte. In questo secondo caso, scatterebbe però la sospensione a divinis.
Mi sembra di essere tornato al tempo della Costituzione civile del clero (1790), solo che questa volta non è il governo rivoluzionario e massonico a richiedere il giuramento, bensì i tuoi stessi pastori e prima ancora delle autorità civili! Non bisogna dimenticare infatti che in questo momento non esiste l’obbligo vaccinale, per cui è tragicomico osservare come la gerarchia si stia mettendo in scacco da sola. Inoltre mi chiedo: con l’attuale penuria di sacerdoti, possibile che si metta a rischio la copertura di alcune parrocchie pur di adempiere ad un “atto d’amore” (copyright Bergoglio) così discutibile? Non vorrei che fosse anche il pretesto per riportare in auge il tema dei viri probati, congelato nel sinodo amazzonico…
Caro Aldo Maria, la situazione è molto grave.
Come cattolici in questi ultimi anni abbiamo il cuore pieno di grande amarezza per il continuo tradimento di chi è deputato a guidare la barca di Cristo e adesso siamo giunti dinanzi a quest’ultima prova. Ho la convinzione interiore che questa volta non possiamo chinare il capo ed obbedire. Dobbiamo chiedere allo Spirito Santo la grazia e la forza di restare in piedi e dire: “Ora basta: no, non si può”.
NO alla divisione dell’umanità in due: vaccinati e non vaccinati, illuminati e barbari, persone e non-persone.
NO alla manipolazione clamorosa dell’informazione.
NO alle decisioni conseguenti che il Potere prende, sempre più arbitrarie e liberticide.
NO alla violazione sistematica del diritto.
NO alla discriminazione che i non vaccinati stanno subendo nei luoghi di lavoro e nelle loro amicizie. A tale proposito, tengo anche a denunciare la diffusione dei primi atti di bullismo tra i ragazzini, contro chi di loro non si è ancora sottoposto al vaccino. Bel mondo che stiamo costruendo!
Mi ricordo quando ci riempivano la testa della frase: “Questa pandemia è una possibilità di renderci tutti migliori, più buoni gli uni verso gli altri”. Sì, certamente…
Approfitto di questo spazio che metti a disposizione per chiedere lumi a qualche tuo esperto lettore. Non c’è tempo da perdere. Bisogna prepararsi, perché la stretta è alle porte. Inutile nascondersi dietro il “non fasciarsi la testa prima del tempo”; occorre qualcuno che indichi con chiarezza la strada da percorrere nel caso si avverasse quanto sta apparendo ormai all’orizzonte.