Dunque, le cose sarebbero andate così. In una scuola dello Stato di Washinton, la Eatonville High School, i dirigenti si sarebbero fatti venire questa brillante idea: applicare alle caviglie degli studenti un dispositivo che emette un segnale acustico ogni volta che il giovane o la giovane si avvicinano troppo agli altri, così da mantenere la distanza sociale richiesta per combattere il Covid.
Il dispositivo, riferisce Jole Abbott per notthebee.com, sarebbe stato pensato in particolare per gli studenti che praticano sport. E così una ragazza di quindici anni, costretta a indossare lo strumento durante gli allenamenti di pallavolo, ha avvisato la mamma, la quale si è prontamente recata alla scuola esigendo spiegazioni.
Si è scoperto che la richiesta di indossare il dispositivo è stata rivolta a tutti gli studenti, vaccinati e non vaccinati.
Il dispositivo TraceTag utilizzato dalla scuola è stato realizzato da una società che si chiama Triax. Secondo il loro sito Web, il dispositivo è stato creato allo scopo di “rispettare le linee guida sul distanziamento sociale” e fornire “indicazioni in tempo reale sull’osservanza di queste linee guida” per le imprese edili e altre attività manifatturiere, ma non fa menzione dell’uso scolastico. “I dispositivi sono traccianti di prossimità, progettati per garantire che i lavoratori nei cantieri rimangano socialmente distanti durante questi tempi di pandemia”. Ma se si fa nei cantieri, hanno pensato i dirigenti della Eatonville High School, perché non farlo anche a scuola?
Ecco dunque un ottimo sistema per essere tracciato ovunque e sempre, per non infrangere le “linee guida” e, naturalmente, non avere interazioni normali e sane con altri esseri umani.
I dispositivi, infatti, forniscono “… un allarme visivo e acustico, in modo che le persone sappiano quando adeguare la loro distanza a una distanza sociale adeguata”.
Benvenuti nel Mondo Nuovo.
Come dice Joel Abbott, sarà divertente guardare indietro a questo momento tra dieci anni. Quando saremo tutti a sei metri di distanza l’uno dall’altro. Nei gulag. A grattarci i nostri microchip iniettati dal governo.
A.M.V.