Cari amici di Duc in altum, di fronte alle ultime intemerate di papa Francesco, dispensate alla stampa durante il volo di ritorno dalla Slovacchia, avevamo due scelte: stendere il famoso velo pietoso o denunciare. Il Giovane Prete non è riuscito a tenere a freno l’indignazione e ha mandato questo articolo.
***
del Giovane Prete
Caro Aldo Maria,
il papa ha purtroppo ripreso l’aereo e l’effetto della diminuzione di ossigeno ad alta quota ha prodotto ancora effetti sconcertanti che si sono abbattuti sullo stremato popolo di Dio, ormai inerte e sconsolato di fronte a tanta miseria intellettuale, teologica e umana.
Non so nemmeno perché io continui a farmi del male commentando ogni tanto i fatti di santa Romana Chiesa. Ieri era la festa di Maria addolorata e mi è capitata davanti la frase attribuita a san Bernardo secondo cui “l’anima è più dove ama che dove vive”. Forse è per quello che molti cattolici stanno soffrendo le pene dell’inferno davanti a questo pontificato. È il grande amore per la Chiesa, per la sposa di Cristo, che ci spinge a restare sotto la croce, constatando come di san Pietro non vi sia orami più traccia alcuna.
Si fa anche fatica a commentare tanta insipienza detta in così pochi minuti, che vi riassumo in poche righe:
a) il papa sferra un attacco del tutto gratuito al cardinale Burke, mentendo sulla posizione del porporato riguardo al covid: “Anche nel collegio cardinalizio ci sono negazionisti e uno di questi, poveretto, è ricoverato con il virus… ironia della vita”.
Il papa cuce addosso all’amato cardinale il marchio infame di “negazionista”, termine che in questo periodo non era usato più neppure dall’armata massmediatica e che è una vera e propria bugia attribuirla a Burke. Essere contro la strategia vaccinale mondiale come da narrativa mainstream non significa negare l’esistenza del covid!
Poi trovo davvero scandaloso quel “poveretto” e quell’“ironia della vita”, che denotano un livello di umanità veramente imbarazzante, tipico della superbia e del disprezzo profondo per chi non la pensa allo stesso modo che contraddistingue l’anima del progressista medio. Chi sta con loro sa benissimo di cosa parlo.
b) Giudica una “cosa simpatica” aver dato la comunione per sbaglio a una donna ebrea, all’interno di un racconto in cui il grottesco, la superficialità, l’irrazionalità teologica si incontrano perfettamente. Ecco le parole esatte:
“L’unica volta che ho avuto una cosa simpatica è stata quando sono andato a servire messa in una casa di riposo, ero nel salotto, e ho detto: chi vuole la comunione? Tutti i vecchietti hanno alzato la mano. Una vecchietta ha alzato la mano ha preso la comunione e ha detto: ‘Grazie, sono ebrea’. E io: ‘Anche quello che ti ho dato è ebreo!’. La comunione non è premio per i perfetti – pensiamo al giansenismo – la comunione è un dono, un regalo, è la presenza di Gesù nella Chiesa e nella comunità. Poi, coloro che non stanno nella comunità non possono fare la comunione, come questa signora ebrea, ma il Signore ha voluto premiarla a mia insaputa”.
c) Rilegge con estrema fantasia la storia della Chiesa, mettendo insieme cose che non c’entrano nulla con l’argomento che vorrebbe trattare.
Nello specifico, gli viene chiesto cosa pensa del dibattito tra i vescovi americani sul negare la comunione ai cattolici favorevoli all’aborto, come il presidente Biden. La sua risposta è incredibile, giudicando “politica” e non “pastorale” l’azione di un vescovo che resta fedele a tutti i suoi compiti, tra i quali vi è anche l’ammonizione del peccatore. E per supportare questa sua considerazione cita a sproposito eventi che non hanno nulla a che vedere con la problematica che sta affrontando: la notte di San Bartolomeo, la caccia alle streghe, Campo dei Fiori, Savonarola.
Trovo poi ironica l’accusa di una “chiesa politica” fatta da colui che più l’ha trasformata in un vero partito politico schiacciandola sul fronte globalista-progressista, ovvero da quel lato del Potere che più mina l’antropologia cristiana, base per l’edificazione di una sana politica come forma di carità.
d) “Unioni per tutti”, con foto sorridente come prima notizia di avvenire.it
Il papa dopo aver ribadito correttamente che la Chiesa è contro il matrimonio omosessuale perché non ha il potere di cambiare i sacramenti (mancava solo un purtroppo/che peccato!) salvo poi dire un’enormità come se fosse scontata, facendo riferimento alla legge francese sul riconoscimento delle unioni civili.
Queste le sue parole: “Ma ci sono leggi che cercano di aiutare la situazione di tanta gente di orientamento sessuale diverso. È importante che vengano aiutati. Se una coppia omosessuale vuole condurre la vita insieme, gli Stati hanno la possibilità civilmente di sostenerli, di dargli sicurezza di eredità e salute. I francesi hanno una legge su questo”.
Bene, questo è il certificato di morte della battaglia che la Chiesa aveva sempre sostenuto contro i Dico o i Pacs, poiché si ammette l’unione tra persone dello stesso sesso come un “bene” e quindi come tale va anche tutelato dalla legge.
Noto solo che è quest’ultima la notizia con cui Avvenire ha deciso di aprire già ieri sera il suo giornale online, con tanto di bella foto di un Bergoglio raramente così sorridente. Non è certo un caso: è un ulteriore prova che l’infiltrazione omosessualista ha raggiunto livelli ormai devastanti.
Foto Reuters da avvenire.it