The Viganò Tapes #6: The Limits of Authority (con traduzione)

The Viganò Tapes consist of 18 tapes each one containing a question that we asked Archbishop Viganò at the end of August 2021. This exclusive interview covers the current situation in the Church and in the world. This video is #6 of these 18 tapes, in which Archbishop Viganò explains, “If authority fails its duties, it is no longer entitled to demand the obedience of its subjects.” The remaining tapes will be released in the coming days.

Traduzione della sesta risposta

Il cattolico è naturalmente orientato all’ordine, al rispetto dell’autorità e della gerarchia, perché quest’ordine e questa autorità emanano dalla sapienza di Dio e sono necessari per il governo tanto della cosa pubblica quanto della Chiesa.

Ma proprio perché l’autorità degli uomini viene da Dio, il cattolico – come ogni cittadino in genere – non può accettare che essa sia usurpata da chi si prefigge scopi opposti a quelli per i quali essa è costituita. Il Signore ha posto a capo della Chiesa il successore del Principe degli apostoli, designandolo come proprio Vicario, perché pasca le pecore che Egli gli ha affidato, non perché le disperda, altrimenti avrebbe scelto Giuda e non san Pietro; similmente, l’autorità dei governanti temporali trova la propria legittimazione nel buon governo, non nel rendere i cittadini schiavi, nel costringerli a compiere il male, nell’impedire loro di perseguire il fine prossimo che è la vita onesta e il fine ultimo che è la salvezza eterna. Se l’autorità viene meno ai propri doveri, ed anzi li tradisce e sovverte, non è più legittimata a esigere l’obbedienza dei sudditi.

L’obbedienza, che è virtù legata alla Giustizia, non consiste in una sottomissione acritica al potere, perché così facendo degenera in servilismo e in complicità con chi compie il male. Nessuno può imporre l’obbedienza a ordini intrinsecamente malvagi, né di riconoscere autorità a chi ne abusa per assecondare il male. Così chi resiste a un ordine illegittimo disobbedisce apparentemente a chi lo impartisce, ma obbedisce a Dio, la cui potestà è però esercitata dall’autorità vicaria contro il suo fine, ossia contro Dio stesso.

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Dall’estate del 2018, quando rivelò al mondo il suo memoriale sul caso dell’ex cardinale McCarrick, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò è diventato il capofila di un movimento di resistenza cattolica a difesa della retta dottrina e della fede nel segno della Tradizione, contro l’apostasia ormai dilagante. Titolare del popolare blog Duc in altum, nel quale gli interventi dell’arcivescovo compaiono spesso, Aldo Maria Valli raccoglie nel volume Nell’ora della prova numerosi contributi dell’ex nunzio negli Usa: testi che, spaziando dall’analisi della situazione della Chiesa a temi di spiritualità, compongo un quadro indispensabile per capire che cosa significa oggi essere cattolici. Un testo che l’arcivescovo ha scritto per amore alla verità e rinunciando a tutte le royalties derivanti dalle vendite.

“Ascoltare, o riascoltare, la voce di monsignor Viganò – scrive Valli – è come salire in cima a una montagna. È come respirare a pieni polmoni dopo essere rimasti troppo a lungo esposti ai miasmi della menzogna, delle mezze verità, delle parole che nascono dall’opportunismo politico e non dall’amore per la Verità”.

Carlo Maria Viganò (Varese, 1941), consacrato arcivescovo da san Giovanni Paolo II nel 1992, ha lavorato nella segreteria di Stato della Santa Sede ed è stato segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.

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