The Viganò Tapes #8: “Protect the Children” (con traduzione)
The Viganò Tapes consist of 18 tapes each one containing a question that we asked Archbishop Viganò at the end of August 2021. This exclusive interview covers the current situation in the Church and in the world. This video is #8 of these 18 tapes, in which Archbishop Viganò explains “a need to reject any cooperation with the current pandemic narrative.” The remaining tapes will be released in the coming days.
Traduzione dell’ottava risposta
Nell’ambito civile, occorre rifiutare qualsiasi cooperazione con la narrazione pandemica attuale, e con l’emergenza climatica che a breve le verrà sostituita. Disattendere norme illegittime o che espongono i cittadini a rischi concreti per la propria salute è moralmente lecito e in talune circostanze doveroso. In nessun modo si può mettere a repentaglio la vita e la salute propria e dei propri figli, nemmeno dinanzi alla minaccia di ritorsioni; poiché in quel caso la nostra connivenza ci renderebbe colpevoli dinanzi a Dio e meritevoli dei Suoi castighi. In nessun modo si può accettare la somministrazione di sieri genici sperimentali, per confezionare i quali siano stati uccisi dei bambini al terzo mese di gravidanza: il loro sangue ricadrebbe su chi li riceve, oltre che su chi li produce e chi li impone. In nessun caso si deve tollerare che una pseudopandemia, le cui vittime sono inferiori per numero alle vittime dei presunti vaccini, diventi un alibi per imporre controlli e limitazioni delle libertà naturali e dei diritti civili. E se i media, asserviti al potere e complici di questa congiura, censurano ogni voce dissenziente, questo dovrebbe persuaderci che la società distopica descritta da Orwell si sta oggi realizzando seguendo un copione preciso, sotto un’unica regia: lo denunciai nel mio Appello dello scorso anno, a rileggere il quale nessuno, oggi, può accusarmi di aver lanciato ingiustificati allarmi.
Non dimentichiamo che sin dal 2010 la Fondazione Rockefeller ha prefigurato quattro scenari per questi anni, uno dei quali era il Lock step pandemico. Per tutti questi scenari sono state studiate le roadmap, ed è inquietante vedere come quella relativa alla pandemia si sia sostanzialmente svolta come previsto (cfr. Scenarios for the Future of Technology and International Development, qui). Le migliaia di incendi appiccati in tutto il mondo in questi giorni stanno fornendo ai media mainstream il pretesto per gridare all’emergenza climatica, in nome della quale ci stanno già avvisando che dovremo prepararci a nuovi lockdown e a nuove forme di limitazione delle nostre libertà e dei nostri diritti. Ma poi ci sarà l’attacco informatico globale o la crisi economica, già studiati e pianificati e di cui vediamo le prime avvisaglie. Tutte strategie che hanno come obiettivo l’attacco al singolo – isolato e colpito nella sua emotività, nei suoi ritmi quotidiani, nel suo lavoro – e alla massa in modo indifferenziato e anonimo.
I dissenzienti, ossia coloro che non accettano di esser trasformati in cavie e di vedere decimata la popolazione mondiale trasformandola in una massa di malati cronici, devono comprendere che la disobbedienza è necessaria come e più di quanto non lo fosse al tempo di altre dittature del secolo scorso. Sconcerta che, dopo aver costruito sull’antinazismo la retorica del dopoguerra, nessuno veda riproporsi in forma più spietata quelle stesse discriminazioni che resero possibili i campi di concentramento. C’è da chiedersi se i regimi totalitari del Novecento non abbiano costituito un esperimento propedeutico a quanto accade oggi, a iniziare dallo stato di Israele.