La vera Speranza e il dovere del coraggio
di Valentina Lazzari
Caro Valli,
l’anno scorso, durante i primi tempi della “pandemia”, ascoltai in diretta un eminente professore cattolico che, con impagabile tocco ironico, pronunciò una frase che mi è rimasta impressa (la riporto a memoria): “In fin dei conti, la cosa peggiore che ci possa succedere in questa vita non è certo morire…”, lasciando a noi la conclusione della frase: la cosa peggiore è dannarsi!
Una certezza, nella nostra vita, l’abbiamo, ed è che prima o poi la lasceremo. Non è pessimismo, né fatalismo, né tantomeno rigidità: è la pura e semplice realtà. Il come abbiamo speso gli anni trascorsi in questo mondo farà la differenza.
Avendo un cane, spesso mi fermo a parlare con altri padroni di amici a quattro zampe e, ça va sans dire, il tema della vaccinazione ha prepotentemente monopolizzato le nostre conversazioni: c’è chi è grato e commosso di offrire il braccio alla scienza, chi è dubbioso, chi non ne ha nessuna intenzione.
Ho trovato comunque significativo, in questi ultimi tempi, che lo zoccolo duro di chi non vuole assolutamente farsi iniettare il siero genico (avendo ben chiari i motivi del no) stia iniziando a tentennare e parli letteralmente sottovoce. Per evitare di ricevere insulti, cercano di nascondersi e inventano le più svariate scuse, quasi dovessero giustificarsi per quella che in realtà è una legittima e libera scelta. I più tenaci affermano che cercheranno di tenere duro, ma finché potranno.
Mi sono chiesta: sono io particolarmente coraggiosa (e obbiettivamente so di non esserlo) o sono gli altri che hanno perso la speranza?
Se si va contro Dio, nulla di buono ne potrà venire, e questo siero sperimentale, che non assicura l’immunizzazione e utilizza linee cellulari di feti abortiti, è un albero nato malato, i cui frutti marci, che infestano la società nel corpo e nell’anima, incominciano a emanare un puzzo sulfureo.
Quando parlo della speranza, intendo la Speranza con la maiuscola, quella che ti fa alzare lo sguardo al Cielo e dire “sia fatta la Tua volontà”, non certo quella che ti tiene incollato ai telegiornali con l’illusione che “non oseranno mai farlo!”.
Infatti, eccoci qui, con il Green Pass che restringe le nostre libertà fondamentali come in un imbuto mangia-coscienze, avendo riposto tutte le aspettative in una salvezza che viene dall’uomo.
Personalmente sono certa che quello zoccolo duro di coraggiosi rimarrà irriducibile insieme a chi, pur avendo offerto il braccio alla scienza, è anche convinto che la libertà debba essere messa al primo posto.
Per quanto mi riguarda, gli effetti di questi due anni sono pesantemente tangibili sotto ogni punto di vista, inclusa la discordia in famiglia. Venderò cara la pelle, perché la mia pelle non ha prezzo, e figuriamoci la mia anima! Farò sempre tutto ciò che mi sarà umanamente possibile per oppormi a questo esperimento di ingegneria sociale e poi, se non avrò più strumenti, ci penserà la Provvidenza.
A tutti i dubbiosi, mi sento solo di dire: coraggio!
PS
Recentemente ho fatto l’antitetanica e in fede confermo che non mi è stato mai chiesto, per mangiare al chiuso al ristorante, il certificato delle vaccinazioni che ho fatto da piccola (sono nata nel 1969). Quelle le ho tutte.