San Marino, la Svizzera, il mondo impazzito e la questione della verità
di Alberto Quagliotto
Carissimo Aldo Maria,
due notizie mi hanno colpito: la prima riguarda la vittoria travolgente nella Repubblica di San Marino dei sì all’aborto; la seconda la conferma per via consultiva della legalizzazione del matrimonio omosessuale in Svizzera. Entrambe sono state accompagnate dall’entusiasmo tipico del progressismo imperante.
Le notizie, nel mare del paganesimo mortifero in cui viviamo, si potrebbero definire non-notizie, tanto è ormai affermato il pensiero folle in una società che ha perso la ragione completamente.
Ma ecco, è proprio su questo ultimo punto che comincio ad avere qualche incertezza. Questo mondo assomiglia sempre di più a certe forme di arte oscena, brutta e incomprensibile (orinatoi, tele tagliate, buchi sul pavimento, dita alzate et similia, spacciate per opere d’arte), davanti alle quali non puoi dire la verità (magari alla Fantozzi, come per la Corazzata Potëmkin), ma devi accettare supinamente l’opinione secondo cui essa ha la stessa dignità di un’opera di Michelangelo (con il sottinteso, magari, della “inattualità” di quest’ultimo).
Così gli esperti sentenziano, così tutti accettano.
Quello che mi ha intristito, relativamente alle due notizie recenti, è che l’ondata di follia non sembra arrestarsi, anzi dilaga sempre di più: non meraviglia tanto l’esito, scontato, delle due consultazioni popolari, quanto la percentuale altissima di sì che esse hanno fatto registrare.
Non c’è proprio più speranza? Dobbiamo arrenderci all’assurdità di un mondo in cui la parola, il logos, può essere veicolo di menzogna invece che di verità? Questo il primo pensiero che mi è venuto, da patetico e vecchio arnese frutto di una educazione ormai sorpassata. Come non basta nominare senatore un cavallo per farlo diventare senatore davvero, così non basta chiamare matrimonio una unione fra persone dello stesso sesso per farla diventare matrimonio vero. Questo il mio patetico pensiero, espressione di un mondo che non esiste più.
Ma una seconda domanda mi sorge, e m’inquieta. Ma la verità esiste davvero? Questa domanda che solo l’uomo (e ci sarà un perchè) si pone, ha ancora un senso? E siccome la verità non può non esistere (la sua stessa negazione affermerebbe una verità), la domanda diventa questa: se davvero la verità ha una forza tale da imporsi da se stessa, con la stessa forza con cui la luce del sole non può essere limitata, o l’acqua del mare fermata con le mani; se la verità dei fondamentali di una qualsiasi civiltà umana (non solo quella cristiana, o quella cristiana cattolica) non può non essere talmente grande e palese, alla stregua del proverbiale 2 + 2; se la verità non può non essere chiara, perchè rispondente a ragione, e pertanto tale da imporsi all’evidenza per se stessa, senza bisogno di tante spiegazioni, ebbene, tutto ciò premesso, perchè la verità cristiana, che è verità ancor prima di diritto naturale (quanto alla vita e al matrimonio) sta naufragando? Perchè l’uomo non la riconosce più? E non stiamo parlando di minoranze folli e bizzarre, ma di popoli interi che votano in massa per la follia.
Terza ed ultima domanda: quindi, non starò sbagliando io? E con me ancora quei pochi che la pensano come me? Non è ora che anch’io mi adatti? Non è ora che prenda atto che ormai tutti abbracciano un’altra verità, talmente forte che è ormai diventata irresistibile? Prima che qualcuno mi definisca, in opposizione alle masse LGBT, PSET (Povero Scemo Euro-Talebano)?