Disobbedienza civile. Quando e come è consentita dalle Scritture?
Quando la disobbedienza civile è consentita dalla Bibbia? Quando è addirittura richiesta? Quale forma dovrebbe assumere? Le Scritture offrono diversi consigli a proposito di queste domande.
Certamente dobbiamo obbedire alle autorità governative. Significa essere soggetti per amore del Signore a ogni istituzione umana, sia all’imperatore sia ai governatori da lui inviati per punire coloro che fanno il male e per lodare coloro che fanno il bene. Perché questa è la volontà di Dio: che facendo il bene si metta a tacere l’ignoranza degli stolti (1 Pietro 2:13-15).
Tuttavia, ci sono chiaramente eccezioni a questa regola. Se le decisioni dei governanti contraddicono quelle di Dio, dobbiamo obbedire a Dio piuttosto che al governo. Quando gli apostoli vennero presi in custodia, il sinedrio proibì loro di parlare di Gesù. Ma Pietro e Giovanni replicarono coraggiosamente: “Se è giusto agli occhi di Dio ascoltare te piuttosto che Dio, devi giudicare, perché non possiamo che parlare di ciò che abbiamo visto e udito” (Atti 4:19-20; 5:29).
Obbedire a Dio piuttosto che all’uomo è un principio con un forte e coerente sostegno biblico. Puah e Shiphrah, levatrici ebree, furono costrette dai loro signori egiziani a uccidere i bambini ebrei maschi, ma non vollero farlo, e mentirono agli egiziani. Di conseguenza, Dio le ricompensò per la loro disubbidienza (Esodo 1:15-21).
Quando, allora, è giustificato mentire? Per evitare un peccato più grande. Non dire ai nazisti che si nascondono ebrei si può e si deve, perché dire la verità porterebbe al loro omicidio.
Contrastare peccati più grandi, come l’omicidio, giustifica atti di disobbedienza civile.
Soccorrere coloro che vengono portati a morte, sostenere coloro che inciampano al macello. “Se dici: ma noi non ne sapevamo nulla, Colui che pesa i cuori non lo vede forse? Colui che veglia su di te non lo sa forse? E non renderà egli a ciascuno secondo le sue opere? (Proverbi 24:11-12).
Questi versi ci portano un passo avanti. La disobbedienza civile talvolta non solo è ammessa, ma è obbligatoria.
Cosa dice tutto ciò del nostro relativo silenzio di fronte alla clinica per aborti di quartiere? Cosa dovremmo dire alle femministe e ai politici che celebrano l’omicidio del nascituro?
Fino a che punto dovrebbe portarci la disobbedienza civile? Possiamo trovare una comprensione scritturale dietro la quale la Chiesa può marciare?
Fonte: mannsword.blogspot.com
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