Il potere di Pfizer sui governi
di Enrica Perucchietti
«Le richieste di Pfizer hanno generato indignazione in tutto il mondo, rallentando gli accordi di acquisto e persino ritardando il programma di consegna dei vaccini».
Pfizer è stata accusata di aver approfittato della “peggiore crisi di salute pubblica” dell’ultimo secolo per massimizzare i profitti, arrivando a detenere uno strapotere con cui ha messo nell’angolo i governi, dettando loro le proprie condizioni. È la critica durissima mossa dal gruppo no profit statunitense per i diritti dei consumatori Public Citizen, che ha pubblicato un rapporto contenente i contratti Pfizer trapelati con Stati Uniti, Regno Unito, Commissione europea, Albania, Brasile, Colombia, Cile, Repubblica Dominicana e Perù.
Stando a quanto rivelato da ABC News, dall’analisi di alcuni dei contratti (in bozza o in forma definitiva ma volutamente stilati in maniera poco chiara), emerge che Pfizer è in grado di modificare unilateralmente il suo programma di consegna del vaccino senza penalità e richiedere al contempo che i beni pubblici delle nazioni vengano utilizzati come garanzia e ha inoltre il potere di impedire ai Paesi di donare i loro vaccini COVID-19 ad altri Paesi. Nel caso di una controversia, la decisione non spetterebbe a un tribunale ma gli eventuali disaccordi verrebbero risolti attraverso un arbitrato privato.
Secondo l’autore del rapporto, Zain Rizvi, «I contratti offrono uno sguardo raro sul potere che una grande società farmaceutica ha acquisito per mettere a tacere i governi, limitare l’offerta, trasferire i rischi e massimizzare i profitti durante la peggiore crisi di salute pubblica dell’ultimo secolo».
Alcuni Paesi hanno firmato contratti, revocando «l’immunità contro il sequestro precauzionale [di Pfizer] di qualsiasi [loro] bene», tra cui Brasile, Cile, Colombia e Repubblica Dominicana. Al governo brasiliano è stato vietato di fare «qualsiasi annuncio pubblico riguardante l’esistenza, l’oggetto o i termini dell’accordo» o commentare il suo rapporto con Pfizer, senza il previo consenso scritto della società.
Da agosto, il governo australiano ha stretto un accordo di «scambio di vaccini» con Singapore e la Gran Bretagna e ha acquistato 1 milione di dosi di Pfizer dalla Polonia. Non è però chiaro se il governo federale abbia avuto il bisogno del permesso di Pfizer prima di poter concludere tali accordi, né se il contratto con l’Australia prevedesse la possibilità del sequestro di beni (clausola che è apparsa, come anticipato, nei contratti con diverse altre nazioni).
ABC News ha posto queste domande al Dipartimento della Salute. In una dichiarazione inviata tramite e-mail, il Dipartimento ha risposto che i dettagli dell’accordo di acquisto anticipato con Pfizer per l’acquisto del vaccino COVID-19 sono di “fiducia commerciale”. Proprio il governo australiano è stato criticato per la lenta campagna vaccinale e per la decisione del Ministero della Sanità di non incontrare i dirigenti di Pfizer fino al 4 agosto, mesi dopo il primo contatto con l’azienda.
I documenti rilasciati ai sensi delle leggi sulla libertà di informazione mostrano inoltre che i funzionari del dipartimento sanitario non volevano firmare un accordo di riservatezza prima di incontrare i rappresentanti di Pfizer perché “non era una pratica abituale” . Un’altra ragione per l’assunzione ritardata del vaccino sarebbe l’esitazione generale nei confronti del siero e le preoccupazioni per le reazioni avverse incontrate con il vaccino AstraZeneca.
Public Citizen ha anche affermato di aver esaminato i contratti con cui i governi dovevano «indennizzare e difendere Pfizer da e contro qualsiasi causa, reclamo, azione, richiesta, danno, costo e spesa relativi alla proprietà intellettuale del vaccino».
L’ABC ha chiesto a Pfizer perché abbia imposto condizioni così dure che impedissero a Paesi come il Brasile di accettare o acquistare vaccini da altri Paesi e perché abbia incluso nei contratti delle clausole che consentono alla società di sequestrare i beni statali.
Un portavoce dell’azienda si è limitato a ribattere in una nota che Pfizer è «impegnata nel principio dell’equità e dell’ampio accesso ai vaccini per combattere questa devastante pandemia […] Pfizer ha un profondo senso di responsabilità nel contribuire a garantire che il nostro vaccino sia disponibile per tutti […] Con l’evolversi della pandemia, Pfizer ha continuato a collaborare con i governi per garantire un’equa distribuzione delle dosi e ha risposto alle richieste di un’equa distribuzione di tali dosi».
Per quanto riguarda strettamente gli accordi, Pfizer ha ribattuto che non ha intenzione di interferire con le risorse di alcun Paese. La società ha spiegato che le clausole di indennizzo erano comuni durante la fornitura di vaccini durante le emergenze di salute pubblica: «Nei mercati che non dispongono delle protezioni legali o legislative disponibili negli Stati Uniti, lavoriamo con i governi per trovare soluzioni reciprocamente accettabili, comprese clausole di indennizzo contrattuale».
Fonte: visionetv.it