Il principe Carlo chiede una “campagna militare” per trasformare l’economia globale in nome dell’emergenza climatica
Suonano alquanto inquietanti le parole pronunciate dal principe Carlo al vertice onusiano sul clima, in corso a Glasgow. Il rappresentante della casa reale britannica si è spinto a chiedere, in nome del great reset, un intervento in stile militare.
L’erede al trono britannico, il principe Carlo, aprendo il vertice della Cop26 a Glasgow ha chiesto una “vasta campagna in stile militare” per combattere il cambiamento climatico.
Il duca di Edimburgo ha invitato i governi del mondo a organizzare un vero “piano di guerra” per risolvere la presunta crisi climatica.
“La pandemia di Covid-19 – ha detto il principe – ci ha mostrato quanto possa essere devastante una minaccia globale transfrontaliera: il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità non sono diversi. In effetti, rappresentano una minaccia esistenziale ancora più grande, nella misura in cui dobbiamo metterci su quello che potrebbe essere definito un piede di guerra”.
Affermando che “il tempo è letteralmente scaduto”, il reale britannico ha sostenuto che poiché molti paesi nel mondo non sono in grado di effettuare gli investimenti necessari nelle cosiddette tecnologie verdi, spetterà alle nazioni più ricche schierare “un vasto esercito” con “trilioni a sua disposizione” per combattere il cambiamento climatico.
Carlo ha spiegato che perché questa visione funzioni non può spettare ai paesi creare soluzioni “parallele”. Piuttosto è necessario guardare a una “soluzione a livello di sistemi globali” per guidare la “trasformazione radicale da un’economia basata sui combustibili fossili a un’economia genuinamente rinnovabile e sostenibile”.
Gli appelli per una soluzione globalista non sono una novità per il principe Carlo, che è stato uno dei primi sostenitori dell’agenda del Great Reset del World Economic Forum. Già nel 2015 il principe aveva sostenuto che l’economia globale ha bisogno di un “ricablaggio” per prevenire una catastrofe climatica.
Tuttavia, mentre il principe ha invitato le popolazioni del mondo a cambiare il loro comportamento, questo standard apparentemente non si applica al suo comportamento, visto che lui, insieme a molti leader mondiali e diplomatici, si è recato al vertice a bordo di un jet privato.
È stato stimato che le emissioni prodotte dai globalisti arrivati a Glasgow supereranno le intere emissioni prodotte dalla popolazione scozzese in un anno.
La scorsa settimana, il principe Carlo ha affermato che c’è una finestra “pericolosamente stretta” per affrontare il cambiamento climatico, e domenica il principe ha detto che la Cop26 è il “saloon dell’ultima possibilità” per i leader al fine di salvare il mondo.
Da sempre la famiglia reale britannica si astiene dall’impegnarsi in questioni politiche, eppure i membri della famiglia sono diventati sempre più loquaci in merito alla questione del cambiamento climatico.
Sebbene inizialmente si era parlato di un intervento della regina, Buckingham Palace ha annunciato la scorsa settimana che Elisabetta, novantacinque anni, non avrebbe partecipato all’incontro delle Nazioni Unite a Glasgow poiché attualmente si sta riprendendo da una malattia.
Facendo eco alla retorica del principe Carlo, il primo ministro Boris Johnson – che ospita il vertice – ha detto che il mondo è a un solo minuto dall’ora finale nella sua lotta contro il cambiamento climatico.
“L’umanità ha da tempo passato il limite”, ha detto il primo ministro del Partito conservatore, aggiungendo: “Nell’orologio del giorno del giudizio manca un minuto a mezzanotte e dobbiamo agire ora”.
Deridendo il primo ministro, il leader della Brexit Nigel Farage ha dichiarato lunedì: “Boris Johnson ormai da politico è diventato profeta dell’Antico Testamento. I suoi terribili avvertimenti alla Cop26 ora includono piaghe di locuste”.
Fonte: breitbart.com
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