Cari amici di Duc in altum, mi ha scritto di nuovo il Medicus Cogitans, medico italiano con ampia esperienza clinica, anche all’estero. Un’analisi inoppugnabile. A parlare sono le cifre stesse. Quelle cifre che la follia collettiva rifiuta di prendere in esame, contribuendo a spargere odio razzista contro i non vaccinati.
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di Medicus Cogitans
Caro Valli,
torno a scriverle pur nello sconforto di vedere quanto odio è stato volutamente seminato per dividere le persone, per creare categorie da chiudere nel ghetto e capri espiatori sui quali scaricare il panico e l’ignoranza pensando così di pulirsi la coscienza e vivere sicuri.
L’esempio di sapore nazista (sì, chiamiamolo con il suo nome!) dell’Austria è spaventoso: si impone a una categoria di gente sana e con tampone negativo di chiudersi in casa per evitare guai agli altri, vittime invece di un vaccino inefficace. Ormai siamo al ghetto senza neanche tentare di nasconderlo!
Ricordatevi che Pfizer a inizio 2020 in due diverse occasioni aveva già dichiarato la ridotta efficacia del proprio prodotto ritenendo necessaria la terza dose (che puntualmente si è palesata adesso dopo quasi un anno di silenzio dei media che avevano “dimenticato” il comunicato Pfizer) e addirittura un richiamo annuale per tutta la vita (e di questo sentiremo poi parlare a tempo debito, vedrete).
Voglio segnalare oggi altri due esempi di omessa o distorta informazione: il primo riguarda l’eterna contrapposizione vaccinati/non vaccinati ricoverati in terapia intensiva, il secondo gli effetti collaterali del vaccino.
1) Dal Sole 24 ore del 17 novembre apprendiamo che la percentuale di vaccinati ricoverati in intensiva è del 26% (fonte Federazione italiana aziende sanitarie ospedaliere, monitoraggio del 16 novembre): ma i reietti untori non vaccinati non erano il 95% dei ricoverati? Come mai sono scesi al 74%? O non dovremmo allora dire che la percentuale di vaccinati ricoverati è aumentata del 400% (dal 5% al 26%)?
Ovviamente i mezzi di comunicazione si guardano bene dal porre la notizia in questo modo, anzi non la danno affatto, altrimenti cadrebbe la retorica violenta e razzista contro i non vaccinati, colpevoli di tutti i mali della brava gente che invece sconta lo sfacelo di un servizio sanitario carente e continuamente smembrato negli ultimi decenni, con un numero di posti in terapia intensiva ridicolmente basso e l’assenza quasi totale di servizi sul territorio che dovrebbero alleggerire i reparti dai ricoveri evitabili.
2) Eccoci al nono rapporto Aifa sulla sorveglianza dei vaccini Covid- 19 (periodo 27/12/2020 – 26/09/2021). Nelle ventisette pagine del rapporto ci sono molti dati interessanti, soprattutto riguardo agli eventi avversi. A pagina 6 apprendiamo che nel suddetto periodo si sono avute 101.110 segnalazioni (totale per i quattro tipi di vaccino in commercio) di cui il 14,4% gravi (quindi 14559 casi), più numerose dopo la prima dose. A pagina 9 si sottolinea che gli eventi sono maggiormente
concentrati tra i 20 e i 60 anni di età, con un’età media di 47,8 anni. Il 71% dei casi riguarda donne.
Nel 76% dei casi l’evento si è verificato entro 48 ore dalla somministrazione. A pagina 12 dalla figura 6 si ottengono i dati più interessanti: si sono rilevati tra l’altro 608 decessi, 910 soggetti in pericolo di vita, 970 casi di invalidità e 4348 ricoveri in ospedale.
Nonostante nel rapporto si scriva che secondo “l’algoritmo Oms” una correlazione certa tra la vaccinazione e l’evento sia stata rilevata nel 73% dei casi, a me come medico pare estremamente allarmante che 14559 ignare persone, spinte in buona fede a fare il loro dovere civico, abbiano riportato conseguenze gravi e che in 6836 abbiano rischiato la vita o abbiano riportato invalidità o siano morte dopo aver firmato una liberatoria all’atto della vaccinazione. 6836 persone sono sempre e comunque troppe, anche in rapporto ai milioni di dosi somministrate: non è un prezzo accettabile e lo Stato lo sa bene, evitando accuratamente di rendere obbligatorio il vaccino.
Sarebbe doverosamente obbligatorio, come altri dieci, se fosse efficace e sicuro: sulla sicurezza è l’Aifa stessa a spiegare (a chi ha voglia di usare la ragione) perché lo Stato non si prende responsabilità; sull’efficacia è Pfizer stessa a porre dubbi avendo già spinto nel 2020 per la terza dose e (ricordate!) il richiamo annuale a vita.
Che lo Stato obblighi nei fatti la gente a vaccinarsi senza prendersi responsabilità è deprimente e squallido, che si sparga odio nei confronti di chi ha dei dubbi che nessuno al momento può fugare è altrettanto inaccettabile.
Purtroppo al momento non c’è dialogo, si tira in ballo la scienza solo nei modi e nei limiti che fanno comodo volta per volta, una serie di medici che si pavoneggiano in televisione blanditi dai vantaggi della fama improvvisa, un Servizio sanitario che non è riuscito a potenziare le terapie intensive o a far funzionare i servizi sul territorio e continua a ricorrere ai volontari e agli specializzandi, nuove assunzioni scarse e a tempo (come lamentato dalla Federazione degli Ordini dei medici): il quadro è desolante, e la malattia del secolo o presunta tale è un’arma formidabile impugnata per mantenere la gente ancora di più a capo chino, obbediente, convinta, non pensante.
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