Vaccinati ricoverati ed eventi avversi: un confronto
Cari amici di Duc in altum, alcuni giorni fa, il 21 novembre, ho pubblicato su questo sito un articolo del Medicus Cogitans al quale ho dato il titolo Vaccinati ricoverati ed eventi avversi: le cifre che la retorica vaccinista cerca di occultare. Medicus Cogitans, lo ricordo, è lo pseudonimo usato da un medico italiano, con ampia esperienza clinica anche all’estero, che da un po’ di tempo mi scrive per condividere le sue riflessioni e che io ospito volentieri perché offre una visione alternativa a quella dominante e propone, a mio giudizio, utili spunti di riflessione sul modo in cui questa vicenda del Covid è stata e continua a essere affrontata dalle autorità, in primis da quelle sanitarie.
L’articolo del Medicus Cogitans, come tutti gli altri suoi interventi, ha avuto ampia risonanza, ma ha raccolto anche critiche. La più forte è quella che qui vi propongo, inviata dal lettore Claudio Traino, e alla quale fa seguito la replica del Medicus Cogitans.
A.M.V.
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“Attenzione a interpretare i dati in modo fuorviante”
di Claudio Traino
Gentilissimo dottor Valli,
mi perdoni, ma ritengo che bisognerebbe stare molto attenti, in un momento estremamente delicato come questo, a fornire informazioni che possono rivelarsi fuorvianti.
Ho letto sul suo blog l’intervento del Medicus Cogitans, il quale si stupisce di come mai Il Sole 24 ore riporti una percentuale in terapia intensiva del 25% di vaccinati a fronte, quindi, di una percentuale del 75% di non vaccinati e si indigna di come mai l’opinione pubblica filo-vaccinista mainstream non dia conto di questi dati, senza rendersi conto che queste percentuali, a fronte di quella di vaccinati sulla popolazione totale (circa l’85% ha completato un ciclo di due dosi) dimostrano inequivocabilmente che il vaccino protegge molto efficacemente le persone dal rischio di finire in terapia intensiva.
Ora, a prescindere dal fatto che sul sito dell’Iss sono presenti i numeri ufficiali sulla pandemia dei quali ciascuno può prendere visione (www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-sorveglianzadati) e, se ne è capace, interpretarli, e a prescindere dal fatto che l’informazione su questa questione del virus è stata (e continua) a essere fatta in modo demenziale (la sera, a reti unificate, uno spazio di un quarto d’ora una volta alla settimana dovrebbe essere appannaggio di un matematico del Comitato tecnico scientifico che spiega quelli che sono i dati ufficiali dell’Iss), resta il fatto che l’interpretazione dei dati fatta dal Medicus Cogitans è fuorviante (forse sarebbe necessario “cogitare” un po’ di più, soprattutto quando ci si lancia in ardite analisi statistiche senza conoscerne bene i meccanismi).
Cerchiamo di spiegare in modo semplice il perché senza entrare nel merito del dato ovvero prendendo per buoni i dati forniti dal Medicus Cogitans (credo che i dati da lui riportati siano quelli relativi ai sedici ospedali sentinella Fiaso, ma il discorso che faremo è di metodo e quindi valido in generale).
Supponiamo che il virus si diffonda in maniera uniforme in una popolazione di mille abitanti e che il virus stesso conduca 20 di questi 1000 abitanti in terapia intensiva. Supponiamo che di questi 1000 abitanti 850 si siano vaccinati e 150 no (percentuale dei vaccinati pari al 85% del totale, guarda caso quella della popolazione italiana over 12 che ha completato il ciclo vaccinale). Delle 20 persone finite in terapia intensiva 5 sono vaccinate (pari al 25% del totale di coloro che si trovano in terapia intensiva) e 15 no (pari, ovviamente, al 75% di coloro che si trovano in terapia intensiva).
Avrò, in terapia intensiva, il 25% di vaccinati contro il 75% di non vaccinati (esattamente quello che Il Sole 24 ore ha riportato e che Medicus Cogitans ha letto e commentato con indignazione).
Peccato però che su 850 vaccinati solo 5 siano finiti in terapia intensiva (lo 0,6%) contro 15 persone su 150 di non vaccinati (pari al 10%). Da questi dati, mi chiedo e le chiedo, cosa potremo concludere circa il potere protettivo del vaccino? Se questi dati fossero corretti dovremmo dedurne che il vaccino protegge e molto efficacemente le persone dal finire in terapia intensiva (che non è, mi creda, una bella situazione) o no?
Sul punto due tralascio ulteriori commenti (anche qui ci sarebbe da dire…). Faccio semplicemente
notare che 14000 segnalazioni di effetti gravi sono un numero assoluto che non significa niente. 14000 segnalazioni su quante somministrazioni? Se supponiamo 93000000 di somministrazioni circa (dati del ministero della Salute), 14000 effetti gravi su 93000000 corrisponde allo 0,015% dato comparabile con quello degli incidenti stradali mortali in Italia negli ultimi anni (circa 13 incidenti mortali per 100000 residenti in Italia).
Lanciandomi ora io in un’ardita e alquanto rozza interpretazione dei dati (un’analisi completa dovrebbe prendere in considerazione la percentuale di morti vaccinati e di morti non vaccinati, il risultato però, mi creda, non cambierebbe in maniera sostanziale), faccio notare che il numero di morti per Covid in Italia, secondo l’Iss è pari a circa 133000. La percentuale sul numero totale di
italiani over 12 (circa 53000000) è pari allo 0,25%. Questo sembrerebbe indicare che la probabilità di morte per Covid è circa 17 volte superiore a quella di effetti gravi non desiderati dovuti al vaccino (tralasciando colpevolmente l’analisi della mortalità per fasce di età).
In queste condizioni lei si vaccinerebbe o no? Facciamo un calcolo, per così dire reale.
Oggi in terapia intensiva in tutta Italia ci sono 500 pazienti (over 12). Di questi il 75%, cioè 375, sono non vaccinati, mentre 125 (il 25%) sono vaccinati (dati del Medicus Cogitans e del Sole 24 ore del 17 novembre). Il numero di pazienti over 12 che hanno completato il ciclo vaccinale è di 45000000, corrispondenti all’85% della popolazione over 12. Di conseguenza i non vaccinati saranno
8000000 (il 15%).
375/8000000=4,7×10-5 (percentuale di non vaccinati in terapia intensiva)
125/45000000=2,8×10-6 (percentuale di vaccinati in terapia intensiva)
da cui si evince che il vaccino protegge dal finire in terapia intensiva circa 17 volte di più chi si è vaccinato rispetto a chi non lo ha fatto. Si potrebbe dire che, se il numero di pazienti vaccinati e non vaccinati fosse lo stesso, ogni 17 pazienti non vaccinati che finiscono in terapia intensiva ci finirebbe un paziente vaccinato. Il che è equivalente a dire che, a parità di numero di vaccinati e non vaccinati, ogni 100 pazienti non vaccinati che finiscono in terapia intensiva ce ne finirebbero 6 vaccinati. Ecco che il vaccino protegge al 94%. Tutto, guarda caso, torna.
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