Tra nani, ballerine, virologi, orsi ammaestrati e tanto odio. In cerca di un briciolo di onestà
Cari amici di Duc in altum, è arrivata una nuova lettera di Medicus Cogitans, nom de plume dietro il quale si nasconde il medico italiano, con ampia esperienza all’estero, che ci aiuta a riflettere su “pandemia” e “vaccini” (virgolette obbligatorie) da un punto di vista diverso rispetto a quello imposto dai signori del pensiero unico.
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di Medicus Cogitans
Caro Valli,
i nodi vengono (quasi) sempre al pettine!
Tutti i mezzi d’informazione, tutti i cosiddetti esperti, tutte le istituzioni con i loro trombettieri ci avevano martellato tutti i santi giorni, già dal marzo scorso, sottolineando la trionfale cavalcata della campagna vaccinale che essa sola aveva avuto l’innegabile merito di circoscrivere grandemente i contagi, facendoci intravedere la vittoria finale contro il virus.
Da qui è partita la campagna di convincimento, con le buone o con le cattive, e quella dell’odio nei confronti dei non allineati, da qui la retorica dell’“epidemia dei non vaccinati”.
Proprio in occasione del Santo Natale è bene ricordare alcune note, garbate prese di posizione, per non dimenticare mai, per la memoria e contro l’oblio (direbbe Liliana Segre):
“Propongo una colletta per pagare ai no vax Netflix per quando dal 5 agosto saranno agli arresti domiciliari chiusi in casa come sorci” (Roberto Burioni, infettivologo disinfestatore: grazie, ora però la colletta la faremo anche per i vaccinati positivi).
“Sono dei criminali, associazioni organizzate contro lo Stato, vanno perseguitati come si fa con i mafiosi” (Matteo Bassetti, infettivologo sociologo cantante con scorta).
“I cani possono sempre entrare, solo voi, com’è giusto, resterete fuori” (Sebastiano Messina, giornalista del tradizionalmente solidale e doverosamente antifascista quotidiano la Repubblica).
“Non si invochi la libertà per sottrarsi alla vaccinazione perché vale come richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui” (Sergio Mattarella, presidente di tutti [?] gli italiani, che forse dimentica che il vaccino non è obbligatorio e prevede la sottoscrizione di una liberatoria nei confronti degli eventi avversi).
“Accoglieremo di nuovo nella società coloro che si decideranno a vaccinarsi” (Mario Draghi, salvatore della Patria e uomo della Provvidenza, che quindi bolla senza appello i dubbiosi come reietti fuori dal consesso civile).
“Abbiamo bisogno di una informazione meno democratica” (Mario Monti, ex salvatore della Patria, senatore a vita: qui stupisce soprattutto il fatto che proprio l’altra senatrice a vita (ma per quali meriti poi?) Liliana Segre, solitamente prontissima a insorgere contro i fascismi e a invocare la Memoria contro l’oblio degli orrori della dittatura, abbia scelto di opporre alla delirante e fascistissima dichiarazione montiana un caparbio e ostinato silenzio, forse anche lei ritiene che ci sia troppa democrazia…).
Dopo mesi passati in questo clima assistiamo ora alla grande, imbarazzata e disperata marcia indietro: gli stessi superesperti riconoscono quello che era palese fin dall’inizio a chi avesse un minimo di onestà e di conoscenze in campo biologico: i tassi di positività da aprile in poi erano sempre rimasti all’incirca gli stessi nonostante milioni e milioni di dosi somministrate e questo vaccino tutt’al più protegge dalle complicanze gravi.
Ma come, non era la formidabile corazza cui tutti dovevano ricorrere anche per senso civico?
Non era lo scudo che ci permetteva di fare una vita normale?
Non erano i non vaccinati i colpevoli di tutto?
D’altro canto Pfizer un anno e mezzo fa aveva dichiarato più volte che l’efficacia era limitata e ci sarebbero voluti la terza dose e un richiamo annuale vita natural durante, concetti ripresi solo adesso ma che nessuno aveva avuto voglia di ricordare…
D’altro canto le istituzioni tuttora pervicacemente obbligano chi si vaccina a firmare una liberatoria riguardo agli effetti collaterali “ad oggi non conosciuti”: ma se Aifa con sdegno ribatte che i morti sicuramente collegabili al vaccino sono solo 16 su milioni e milioni di dosi, perché dobbiamo firmare la liberatoria?
Di cosa ha paura il governo? Non è super-sicuro questo vaccino con miseri 16 morti?
Non ci sono altri dieci vaccini obbligatori in Italia senza liberatoria? Evidentemente sono più sicuri…
In effetti Aifa, in mancanza di serie sperimentazioni di opportuna durata, ricorre al magico algoritmo Oms per valutare la correlabilità degli eventi avversi a un dato farmaco: una sorta di formuletta “liberatutti”, ottenuta mescolando insieme tra l’altro concetti evanescenti e difficilmente misurabili (checché ne dicano gli statistici), come la misteriosa “plausibilità biologica”, e la frequenza attesa delle complicanze in questione nella popolazione (vale a dire quante volte quella patologia si presenta indipendentemente dal farmaco in questione) il tutto portando a una stima incredibilmente favorevole delle morti/complicanze permanenti gravi.
Ciononostante lo Stato non vuole correre rischi e fa firmare la liberatoria in un consenso pochissimo informato, dato che nessuno chiede informazioni e nessuno le dà.
Ed ecco l’inevitabile capovolgimento degli umori: tutti i vaccinati, compresi quelli che si facevano foto ebeti con il segno della vittoria come se fossero a un gioco a premi, quelli che disprezzavano i dubbiosi insultandoli in tutti i modi, quelli cui era stato fatto credere di essere completamente al sicuro da ogni rischio, adesso insorgono sdegnati all’idea di dover fare qualche tampone, di dover tirare fuori i 15 euro.
Ma perché? si chiedono avviliti e arrabbiati, proprio noi che abbiamo senso civico e abbiamo fatto tutto come si deve!
Io invece chiedo a chi si intende di numeri: si può sapere una buona volta quanti sono i vaccinati positivi? O meglio, qual è la percentuale di positivi tra di loro?
Ora che abbiamo capito che l’usbergo crolla dopo pochi mesi, perché non dovrebbero anche e soprattutto i vaccinati sottoporsi per senso civico a test periodici come fanno i paria non vaccinati, finora colpevoli di tutto?
Panorama desolante: pasdaran invasati, guardiani della rivoluzione decisi a tutto, istituzioni inette che cambiano idea continuamente rincorrendo disperatamente le inevitabili varianti, cittadini che sembrano orsi ammaestrati o criceti sulla ruota, bombardati da proclami incessanti e contraddittori ma sempre violenti.
Il capolavoro però è l’apparizione canora dei tre guitti, i sedicenti grandi esperti, i tre inflessibili sacerdoti della dittatura sanitaria, i fenomeni da baraccone che potevano esistere solo in Italia, unico sfortunato Paese in cui i cosiddetti scienziati, fino a ieri oscuri invidiosi piccoli primari di reparti marginali, ottengono lo status symbol della scorta armata e appaiono nelle volgari e volutamente violente arene televisive tutti i giorni invece di dedicarsi di più alla loro professione: nella loro esibizione non c’è niente di tenero o simpatico, c’è solo arroganza, vanità, servilismo, carrierismo, e pensare che sono medici!
Rino Formica parlava di nani e ballerine ma qui siamo a un livello di squallore ancora più basso.
Speriamo che questo Natale porti soprattutto l’onestà nei cuori di chi decide su tutti gli aspetti della vita degli altri. Io mando un caro augurio a tutti, soprattutto a chi si sentirà disturbato dalle mie riflessioni, che sono amare perché vedo che siamo su un piano sempre più inclinato e nessuno vuole fermarsi a riflettere un attimo.
Auguri e un pensiero soprattutto ai pazienti.