La battaglia per la Tradizione: bilancio e prospettive
Cari amici di Duc in altum, rinnovando l’augurio di un anno nuovo nel Signore e del Signore, vi propongo questo articolo che ho tradotto da onepeterfive.com: bilancio e prospettive della battaglia per la Tradizione. Dopo che tante maschere sono finalmente cadute.
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I nemici di Cristo contano sulla nostra memoria corta. Nell’era degli smartphone, per la gioia degli oligarchi e degli eretici, la tecnologia dà forma al pensiero al posto nostro. L’unico modo in cui possono vincere è spingerci a dimenticare le grandi opere dei nostri antenati e a perdere la speranza nelle promesse di Dio.
Se dimenticheremo, diventeremo spiritualmente esausti e smetteremo di combattere.
I nemici della Santa Chiesa sono deboli. Sanno che, se cercheranno di combattere lealmente, perderanno la guerra. Quindi per raggiungere i loro fini devono ricorrere all’inganno, ai giochi di potere, agli abusi spirituali. La loro tattica principale è la manipolazione dei nostri ricordi.
Tutto ciò è stato pienamente dimostrato con Traditionis custodes, che ha tentato di riscrivere la storia recente riguardo all’opera di Benedetto XVI basandosi su un’affermazione che lo stesso Benedetto aveva preventivamente giudicato “assolutamente falsa!”.
Quindi proprio ora che entriamo nel nuovo anno, ricordiamo le nostre radici, per non dimenticare. Come è scritto: “E così quelli che ricevono il seme in luoghi rocciosi sono coloro che, quando odono la parola, la ricevono subito con gioia; ma non hanno in sé radice e sono di corta durata; poi, quando vengono tribolazione e persecuzione a causa della parola, sono subito sviati” (Mc 4, 16,17).
Potresti essere nuovo nel movimento tradizionale. Forse hai appena scoperto la Messa in latino dei nostri padri e l’hai ricevuta “con gioia”. Ma se non diventerai radicato in tutto questo, cadrai e perderai la tua fede.
Quella del movimento tradizionale è una storia di rinascita. Fin dai suoi inizi molto umili con Una Voce, nel 1965, e dopo l’indulto del 1971, il movimento ha raggiunto, per grazia, l’obiettivo principale del Vaticano II: una nuova primavera della fede (come ha osservato di recente John A. Litwinski).
Anche se il papa e la maggior parte dei vescovi lo hanno perseguitato, il movimento tradizionale è sopravvissuto ed ha prosperato. Come la Chiesa primitiva è scaturita dal seme del martirio, il movimento tradizionale è cresciuto e fiorito sotto la persecuzione. Dal Summorum Pontificum nel 2007, questa autentica primavera si è diffusa in un numero crescente di fedeli laici ravvivati nella fede, con ordini religiosi in crescita e nascita di vocazioni sacerdotali.
Al contrario, gli sforzi dello “spirito del Vaticano II” per scendere a compromessi con il mondo hanno dato vita a una storia di declino. Vescovi e sacerdoti hanno continuamente cercato di trovare un modo per fare appello ai giovani affinché fossero significativi di fronte alla crescente indifferenza del mondo, ma le statistiche mostrano che le parrocchie del novus ordo, tranne alcune eccezioni, non sono fiorenti. La disapprovazione contro chiese e liturgia è stata un disastro, così che la generazione successiva non ha potuto sopportare di accettarla e tramandarla ai propri figli.
L’“autodemolizione della Chiesa” (come la definì Paolo VI) fu orchestrata da una “quinta colonna” diventata forte con il Vaticano II ma presente già da prima. Questi nemici dichiararono apertamente la loro intenzione di promuovere l’eresia all’interno della Chiesa e di minare, tra le altre cose, il dogma della Presenza Reale [1].
Questi malvagi hanno diffuso l’abuso della Comunione nella mano, accettato in tutto il mondo da pastori deboli che, rifiutandosi di difendere virilmente le pecore, si sono dimostrati mercenari in fuga dai lupi. Gli eretici hanno così potuto distruggere la fede a partire dai bambini.
I nostri padri, che hanno lottato per il rito romano e amato la Chiesa, di fronte ai lupi hanno sempre sostenuto la soluzione tradizionale: il salutare anatema caritatevole. Dietrich von Hildebrand consigliò a Paolo VI di applicarlo nel 1965, ma lui rifiutò, e così fecero tutti i suoi successori [2].
Ai lupi, al contrario, è stata data la “medicina della misericordia”, che ha fatto a pezzi la devozione dei fedeli e li ha allontanati dall’Arca della Salvezza.
Affermando di seguire il Vaticano II e di sperare in una nuova primavera, i vescovi hanno seguito il Concilio e il suo abbandono dell’anatema caritatevole. Ma allo stesso tempo, “nello spirito del Vaticano II”, hanno consentito ogni sorta di eresia e malvagità, anche in contraddizione con gli stessi documenti conciliari. Come ha sottolineato Ratzinger, l’attuazione della riforma liturgica da parte di Paolo VI ha di fatto tradito la Costituzione del Vaticano II sulla liturgia stessa, ed è per questo che Benedetto XVI è stato indotto a ripristinare la Messa vetus ordo auspicando una “riforma della riforma” e un “nuovo movimento liturgico”.
In nome del rinnovamento e di una nuova primavera, i vescovi hanno reso le chiese fredde, buie e senza vita ed hanno perseguitato i tradizionalisti con l’accusa di essere “contro il Vaticano II” quando in realtà i gruppi tradizionali accettano più dottrine contenute nel Vaticano II di quanto facciano tante parrocchie novus ordo.
Con troppo rare eccezioni, i vescovi non solo si sono comportati da mercenari, ma si sono lasciati trascinare da ogni vento di dottrina, secondo l’inganno degli uomini, con quella loro astuzia che tende a trarre nell’errore (Ef. 4, 14).
Tutto questo ha raggiunto il culmine nel 2020 ed è stato allora che la maschera è caduta.
Nella liturgia la distruzione è stata più cospicua, più intensa e più dolorosa per i fedeli perché essa non è altro che il trono di Cristo stesso nel Santissimo Sacramento, dove i fedeli vanno ad adorare il loro Re, per mantenere un’intima comunione con il divino e Sacro Cuore di Gesù. Il Santissimo Sacramento è il cuore pulsante della Chiesa. La grazia sacramentale è per il cristiano l’unica cosa di cui c’è bisogno (Lc. 10,42). Questo sacramento è più necessario dell’aria che respiriamo.
In effetti, il Vaticano II ha parlato in modo eloquente su questo punto: “Partecipando al sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana [i fedeli] offrono a Dio la vittima divina e se stessi con essa, così tutti, sia con l’offerta che con la santa comunione, compiono la propria parte nell’azione liturgica, non però in maniera indifferenziata, bensì ciascuno a modo suo. Cibandosi poi del corpo di Cristo nella santa comunione, mostrano concretamente la unità del popolo di Dio, che da questo augustissimo sacramento è adeguatamente espressa e mirabilmente effettuata” (Lumen gentium, 11).
Purtroppo, questo “augusto sacramento” per la maggior parte dei vescovi è diventato un “servizio non essenziale” e così nel 2020 essi hanno rapidamente chiuso la fonte e il culmine della nostra fede in tutto il mondo, piegandosi ai voleri dei governi e dei globalisti marxisti.
Dopo decenni in fuga, mentre i lupi distruggevano la fede nel Santissimo Sacramento, non è stato sorprendente scoprire quanto fosse debole la fede dei vescovi e quanto poco fossero disposti a combattere per le loro pecore, per dare loro il cibo celeste necessario al nutrimento dell’anima.
Il 2020, però, ha mostrato ai fedeli i sacerdoti e i pochi vescovi ancora cattolici, disposti a disobbedire alle leggi ingiuste (della gerarchia o del governo) per obbedire a Dio e salvare le anime.
Molti di questi sacerdoti e fedeli sono tradizionalisti che “offrono la vittima divina a Dio” secondo il rito dei nostri padri, l’antico rito romano contenuto nel Messale del 1962.
I tradizionalisti si rifiutano di assecondare i vescovi empi che dicono loro che il Santissimo Sacramento è un servizio non essenziale. Ecco perché i loro gruppi sono fioriti: molti fedeli hanno scoperto che le comunità tradizionali sono le uniche che offrono ancora la Santa Messa. La prova è, come ha osservato Matthew Plese in un importante articolo, che il movimento tradizionale, attraverso la rete online, ha prosperato durante il 2020.
Nel frattempo, Andrea Grillo e i suoi compari hanno fatto circolare una petizione per distruggere la Messa in latino, guadagnando in qualche maniera una maggiore influenza sulle persone chiave in Vaticano e mettendo così insieme gli imbarazzanti errori contenuti nella Traditionis custodes.
Se “esperti liturgici” hanno scritto quel documento, significa che di certo non hanno fatto i compiti.
Sappiamo che fin da quando il cardinale Sarah fu rimproverato per aver pronunciato la formula “Riforma della riforma” nel 2016, uomini potenti stavano tentando di distruggere l’opera di Benedetto, e sembra che il signor Grillo abbia finalmente ottenuto ciò che voleva.
Ma i nostri nemici ci hanno gravemente sottovalutato. Vinceremo (di nuovo) solo se combatteremo questa battaglia
Adesso la situazione ci riporta per molti aspetti a quella dei nostri padri nel 1970, quando la Messa tradizionale fu apparentemente abrogata da Paolo VI. Ma noi siamo in una posizione migliore, perché abbiamo molto di più.
Abbiamo le loro stesse fatiche e sofferenze, che ci hanno tramandato il rito antico. Abbiamo l’opera di Papa Benedetto che ha rivendicato il nostro movimento basato sull’autorità della Tradizione (e non principalmente per riconciliare la FSSPX, come falsamente afferma Traditionis custodes). Abbiamo centinaia di pagine di studi che ripudiano le pretese liturgiche e storiche che un tempo convinsero Paolo VI a tentare l’abrogazione della Messa antica. Abbiamo cardinali, vescovi e sacerdoti che si battono contro la papolatria che difende gli errori di Traditionis custodes contro la Tradizione, la storia e la ragione stessa. Abbiamo padri cattolici disposti a essere uomini di Dio e a lottare perché i loro figli abbiano la Messa tradizionale. Ma, più di tutto questo, abbiamo la verità dalla nostra parte.
Nonostante il papa, tutti i vescovi e tutti i governi del mondo ci molestino e ci chiudano fuori dalle nostre chiese, niente avrà la meglio sulla verità. Nessuna quantità di bugie avrà la meglio. “Non temo la folla numerosa che intorno a me si è accampata” (Sal 3,7).
L’unico modo per perdere questa battaglia è perdere la speranza e smettere di combattere. La Madonna e tutti i santi ci stanno portando alla vittoria, nel 2022 e oltre. Non smetteremo mai di lottare. Vinceremo questa battaglia per la Tradizione e libereremo la Messa latina dai carcerieri [custodes] della Tradizione proprio come fecero i nostri padri prima di noi.
È con questo spirito dei nostri padri che salutiamo il nuovo anno solare e rendiamo grazie a Dio onnipotente, supplicandolo di perdonare i nostri peccati, perdonare i nostri nemici e darci la vittoria a Sua maggior gloria e per la salvezza delle anime. Riponiamo la nostra speranza in Dio, che è fedele alle sue promesse, come dichiara il Profeta: “Se il mio popolo mi ascoltasse, se Israele camminasse per le mie vie! Subito piegherei i suoi nemici e contro i suoi avversari porterei la mia mano” (Sal 81, 14-15).
Fonte: onepeterfive.com