di Jules Gomes
Nei giorni scorsi abbiamo riportato la notizia secondo cui papa Francesco ha avuto due incontri segreti in Vaticano con l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla. Incontri che la sala stampa della Santa Sede non ha mai confermato e che non sono mai stati inseriti nel Bollettino quotidiano che informa i giornalisti sulle attività papali.
Una fonte ha confermato a Church Militant che gli incontri si sono svolti all’inizio e alla metà del 2020, ma la sala stampa della Santa Sede ha rifiutato di confermare.
Parlando con Church Militant, lo scienziato Alan Moy, fondatore del John Paul II Medical Research Institute, ha osservato che «Pfizer ha una storia inquietante di comportamenti non etici che include il pagamento di multe per corruzione aziendale».
Pfizer è stata multata per 2,3 miliardi di dollari nel 2009 per quello che allora fu il più grande accordo di frode sanitaria di sempre. L’azienda ha speso oltre 21,8 milioni di dollari nel 2019-2020 e 6,7 milioni di dollari da gennaio ad agosto 2021 per fare pressioni sul governo: la più grande spesa di qualsiasi singola azienda farmaceutica durante la crisi Covid-19.
Dal 1999 al 2018 Pfizer ha speso 219 milioni di dollari in lobbying (93% del totale del settore) e 23 milioni di dollari in contributi elettorali (circa il 10% del totale delle donazioni del settore ai politici).
«Penso che tutto questo sollevi preoccupazioni sul fatto che potrebbero esserci potenziali conflitti di interessi finanziari tra Pfizer e il Vaticano», dice Moy, amministratore delegato e co-fondatore della società di biotecnologie Cellular Engineering Technologies.
«Se la Pfizer ha un contratto esclusivo con il Vaticano per il loro vaccino, allora su questo contratto, o su qualsiasi altro rapporto finanziario, ci deve essere piena divulgazione e trasparenza», dichiara Moy, che è cattolico.
Church Militant ha chiesto alla Sala Stampa della Santa Sede se il Vaticano intenda rivelare gli accordi tra Pfizer e la Santa Sede nell’interesse della trasparenza. Colossi del vaccino come Pfizer hanno divulgato solo il 7% dei loro contratti con i governi e pubblicato protocolli di studi clinici che comprendono solo il 12 % di prove.
Un rapporto di Transparency International e dell’Università di Toronto intitolato A beneficio di chi? avverte di pericolosi livelli di segretezza che rivelano «una preoccupante tendenza dei governi a censurare i dettagli chiave dei loro ordini [di vaccini] alle compagnie farmaceutiche».
La politica olandese e membro del Parlamento europeo Sophie in ‘t Veld ha chiesto al Parlamento europeo di divulgare il contenuto delle comunicazioni tra la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen e Bourla, rilevando che la segretezza viola il regolamento 1049/2001, riguardante l’accesso del pubblico ai documenti.
Secondo un rapporto del New York Times, Bourla e von der Leyen avrebbero avuto frequenti contatti telefonici e sms per oltre un mese, mentre negoziavano un accordo segreto per 1,8 miliardi di dosi del vaccino Pfizer.
Non è chiaro se la Città del Vaticano riceva le dosi di vaccino Pfizer come parte di questo accordo. Papa Francesco, tuttavia, gode di stretti legami con la Von der Leyen e l’ha ricevuta in un incontro privato nel maggio 2021, durante il quale i due hanno discusso, tra gli altri argomenti, della distribuzione del vaccino.
La Santa Sede somministra solo il vaccino Pfizer-BioNTech ai residenti e al personale del più piccolo Stato sovrano del mondo. I contratti Pfizer trapelati mostrano che l’azienda è protetta da tutti i danni e le responsabilità in caso di effetti negativi del vaccino.
«Non possiamo confermare o negare poiché, secondo la nostra politica, i movimenti dei nostri dirigenti sono considerati confidenziali», ha detto la Pfizer al vaticanista Edward Pentin, rifiutandosi di rivelare se Francesco ha effettivamente incontrato Bourla in segreto.
Il dottor Moy ha spiegato che l’incontro tra Francis e Bourla «è una questione importante che deve essere chiarita, dal momento che, nonostante la mancanza di efficacia del vaccino e le preoccupazioni per la sicurezza del vaccino Pfizer, Francesco e altri alti dirigenti vaticani stanno sostenendo che i Cattolici hanno l’obbligo morale di essere vaccinati».
Le parole di Moy arrivano sulla scia dell’ammissione di Bourla secondo cui due dosi del vaccino Pfizer potrebbero non essere efficaci nel prevenire la variante Omicron della Covid-19.
La scorsa settimana, in una conferenza su temi sanitari ospitata da JP Morgan, Bourla ha commentato: «Le due dosi non sono sufficienti per l’Omicron. La terza dose dell’attuale vaccino fornisce una protezione abbastanza buona contro i decessi e una protezione decente contro i ricoveri».
Da ricordare che il Segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Parolin ha assolto il vaccino Pfizer dall’accusa di essere derivato da linee cellulari di feti abortiti, sostenendo che Pfizer ha utilizzato «linee cellulari da feti abortiti solo nelle fasi preliminari dei test del vaccino in laboratorio, ma nessuna linea cellulare da feti abortiti è usata nella composizione o nella produzione».
Nonostante la denuncia di alti funzionari dell’azienda, con mail trapelate che rivelano che Pfizer utilizza tessuto fetale abortito, Parolin ha rifiutato di concedere esenzioni religiose motivate da obiezione di coscienza alla vaccinazione contaminata dall’aborto.
Pfizer ha riconosciuto di aver utilizzato nella ricerca cellule staminali embrionali umane che «possono fornire un potenziale ancora maggiore grazie alla loro maggiore capacità di auto-rinnovamento e capacità di formare un’ampia varietà di cellule e tessuti».
Tutti i dipendenti vaticani sono attualmente costretti a vaccinarsi o a mostrare prove di guarigione dalla Covid-19. La mancata prova determina la sospensione della retribuzione per la durata dell’assenza.
Dal 31 gennaio, tutti i visitatori e il personale dovranno avere il richiamo come condizione per l’ingresso in Vaticano. Il mandato si estende a tutto il personale della Santa Sede e a tutte le sue istituzioni all’interno delle aree extraterritoriali del Vaticano.
A giudizio del dottor Moy, «la retorica di papa Francesco non è coerente con la dichiarazione del dicembre 2020 della Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo cui l’accettazione del vaccino dovrebbe essere volontaria».
Intanto, i colloqui taciuti tra il papa e la Pfizer riaccendono le speculazioni sul concordato segreto del Vaticano con la Cina, rinnovato dal cardinale Parolin nell’ottobre 2020 nonostante molte voci lo abbiano condannato come un «accordo con il diavolo».
Mesi prima che Parolin rinnovasse l’accordo, il dissidente in esilio Guo Wengui ha accusato il Vaticano di aver ricevuto 1,6 miliardi di dollari ogni anno dal 2014 in tangenti dal Partito comunista cinese perché Pechino «voleva che il Vaticano tacesse sulle politiche religiose della Cina».
Wengui ha anche affermato che il governo cinese stava pagando alla Santa Sede cento milioni di dollari prima del 2014. Il magnate non ha specificato quando sono iniziati i pagamenti. Pechino ha bollato Wengui come un criminale in cerca di attenzione, ma il Vaticano deve ancora negare le accuse.
Dopo il secondo incontro di Bourla con Francesco, l’oligarca del vaccino ha stretto un accordo da 70 milioni di dollari con il colosso biotecnologico di Shanghai LianBio e ha investito 200 milioni di dollari in Cstone Pharmaceuticals, che ha sede a Hong Kong.
Nel dicembre 2021, un database trapelato di membri registrati del Pcc ha rivelato un’infiltrazione comunista di massa in aziende americane, inclusi sessantanove infiltrati in quattro filiali Pfizer a Shanghai. In merito, Pfizer non ha risposto alle richieste della stampa di commentare.
Francesco e Bourla hanno anche stretti legami con il World Economic Forum, il club di globalisti transnazionali che promuove il Great Reset che – come ha scritto monsignor Carlo Maria Viganò – cerca di «rendere schiava tutta l’umanità, imponendo misure coercitive con cui limitare drasticamente le libertà individuali e quelle di intere popolazioni».
Il Wef nel suo sito parla di papa Francesco e Albert Bourla come «collaboratori all’ordine del giorno». Bourla è anche co-presidente della task force del Wef che lavora per «una grande riforma dell’assistenza sanitaria». Il Wef inoltre elogia Francesco per «aver dato la sua impronta agli sforzi per dare forma a quello che è stato definito un ‘grande reset’ dell’economia globale in risposta alla devastazione della Covid-19».
Nel maggio 2021, il Vaticano ha presentato Bourla come relatore chiave alla conferenza sulla salute globale. I fedeli cattolici si sono indignati dopo che si è saputo che l’incontro era stato in parte finanziato dai Mormoni e dal produttore di vaccini Moderna. Il Vaticano non ha elencato Pfizer come co-sponsor, ma ha osservato che alcuni dei suoi benefattori avevano «chiesto di rimanere anonimi».
Molti cattolici hanno espresso preoccupazione per l’abitudine del pontefice di ingraziarsi le élite del mondo, nonostante gli oligarchi mondiali abbiano sfruttato la pandemia per arricchirsi per miliardi di dollari.
Nel novembre 2021 Bourla, che guida Pfizer dall’inizio del 2019, ha venduto 5,6 milioni di dollari in azioni lo stesso giorno in cui il gigante farmaceutico ha annunciato i primi dati positivi sul suo vaccino contro il virus cinese.
L’anno scorso Pfizer ha risarcito Bourla (ebreo sefardita di origine greca), con un pacchetto retributivo totale di 21 milioni di dollari, un aumento del 17% rispetto a prima della pandemia (quando il risarcimento di Bourla nel 2019 era di 17,9 milioni di dollari).
Un rapporto Oxfam appena pubblicato critica i monopoli sui vaccini detenuti da Pfizer, BioNTech e Moderna per aver creato cinque nuovi miliardari durante la pandemia e aver consentito alle loro società di realizzare profitti di oltre mille dollari al secondo.
Mentre papa Francesco si scaglia spesso contro il capitalismo, è rimasto in silenzio sulla corruzione di Big Pharma e sull’emergere di una plutocrazia a seguito della pandemia.
Fonte: churchmilitant.com