Aborto / La neolingua di Biden-Harris
Il 22 gennaio 1973 la Corte Suprema degli Stati Uniti decideva la legalizzazione dell’aborto, una sentenza spartiacque. La decisione della Corte, conosciuta come la sentenza Roe contro Wade, condizionò la legislazione di quarantasei Stati dell’Unione su cinquanta. Jane Roe fu il nome dato a Norma Leah McCorvey, cittadina del Texas, per tutelarne la privacy durante il processo. Henry Wade era il procuratore distrettuale che difendeva la normativa vigente. La Corte diede ragione a Norma Leah McCorvey (Jane Roe), basandosi sull’interpretazione del XIX emendamento della Costituzione, in cui si dichiara che l’elenco dei diritti individuali può essere integrato da altri diritti, non specificamente menzionati nella Costituzione. In questi giorni, nel quarantanovesimo anniversario della sentenza, il presidente Biden e la vicepresidente Harris hanno diffuso attraverso il sito della Casa Bianca un comunicato che esalta quella decisione della Corte Suprema. Ve lo propongo in italiano lasciando a voi lettori il giudizio. Da parte mia mi limito a notare come, nel sottolineare che “il diritto costituzionale stabilito nella causa Roe contro Wade quasi cinquant’anni fa oggi è sotto attacco come mai prima d’ora”, Biden e Harris non usino mai la parola aborto ma parlino di “diritto all’assistenza sanitaria riproduttiva”. Un tipico esempio di neolingua, in stile orwelliano, usata da chi, volendo far prevalere l’ideologia sulla realtà, non accetta che alcuni si siano accorti degli effetti nefasti di una legge che calpesta il diritto fondamentale numero uno, quello alla vita.
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Dichiarazione del presidente Joe Biden e del vicepresidente Kamala Harris in occasione del quarantanovesimo anniversario di Roe contro Wade
Il diritto costituzionale stabilito nella causa Roe contro Wade quasi cinquant’anni fa è oggi sotto attacco come mai prima d’ora. È un diritto che riteniamo debba essere codificato in legge e ci impegniamo a difenderlo con ogni strumento in nostro possesso. Siamo profondamente impegnati a proteggere l’accesso all’assistenza sanitaria, inclusa l’assistenza sanitaria riproduttiva, e a garantire che questo paese non sia spinto all’indietro sull’uguaglianza delle donne.
Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un aumento allarmante degli sforzi per limitare l’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva. In Texas, Mississippi e molti altri stati del paese l’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva è sotto attacco. Queste restrizioni statali limitano la libertà di tutte le donne. E sono particolarmente devastanti per coloro che hanno meno opzioni e meno risorse, come nel caso delle comunità svantaggiate, comprese le comunità di colore e molte delle aree rurali.
L’amministrazione Biden-Harris sostiene con forza gli sforzi per codificare Roe e continueremo a lavorare con il Congresso sulla legge per la protezione della salute delle donne. Tutte le persone meritano l’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva indipendentemente da sesso, reddito, razza, codice postale, stato di assicurazione sanitaria, stato di immigrazione, disabilità o orientamento sessuale. E la continua difesa di questo diritto costituzionale è essenziale per la nostra salute, sicurezza e progresso come nazione.
Dobbiamo garantire che le nostre figlie e nipoti abbiano gli stessi diritti fondamentali per i quali le loro madri e nonne hanno combattuto e vinto in questo giorno, quarantanove anni fa, compresi leader come la defunta Sarah Weddington, le cui argomentazioni di successo davanti alla Corte Suprema hanno portato alla storica decisione Roe contro Wade nel 1973.
In questo momento cruciale, ci impegniamo nuovamente a rafforzare l’accesso all’assistenza sanitaria riproduttiva critica, a difendere il diritto costituzionale stabilito da Roe e a proteggere la libertà di tutte le persone di costruire il proprio futuro.
Fonte: whitehouse.gov