Cari amici di Duc in altum, ricevo e vi propongo questo contributo.
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di Marco Bongi*
La presidenza del Consiglio dei ministri ha decretato, all’interno di un Dpcm datato 23 dicembre 2021, i criteri applicativi riguardanti l’istituzione della cosiddetta Disability Card, documento, previsto da una raccomandazione dell’Unione europea, di cui si parla da almeno un anno.
L’intervento governativo, molto felpato e soft, è passato quasi sotto silenzio anche fra gli operatori del settore, distratti dalle feste natalizie e dalle cronache pandemiche.
La card sarà rilasciata dall’Inps a seguito di una domanda telematica che dovrà essere compilata dall’interessato tramite Spid. Nell’occasione si dovrà inviare anche una foto digitale. Si procederà quindi alla produzione delle card da parte dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato e al recapito a domicilio delle medesime.
Avranno diritto al “tesserino da disabile” varie categorie di cittadini fra cui, per quanto ci riguarda, i ciechi assoluti, i ciechi parziali e i disabili in situazione di gravità ex legge 104 / 1992.
Circa il concreto utilizzo del documento per ora si parla genericamente solo di sconti commerciali, convenzioni con possibili sponsor e vaghe agevolazioni di vario tipo. Ci si passi, a questo punto, un breve commento politicamente scorretto: una volta si sarebbe parlato di una “schedatura” ma oggi, visto che lo vuole l’Unione europea, ovviamente nessuno ha da eccepire alcunché!
Indubbiamente lo strumento, molto simile al famigerato green pass, si dimostra potenzialmente utile a controllare eventuali cittadini poco allineati. Magari, in un primo momento, si potranno revocare gli sconti e le agevolazioni ai disabili non vaccinati oppure, in futuro, trattenere direttamente somme di denaro sulle pensioni di invalidità erogate dall’Inps. Chi può dirlo?
*presidente Associazione pro retinopatici e ipovedenti