«Le misure del ministro Speranza sono ridicole. Almeno metà dei contagi è colpa sua»
«Le misure del ministro Speranza sono ridicole. Almeno metà dei contagi è colpa sua»
Maria Rita Gismondo, virologa del Sacco: «Le indicazioni del titolare della Salute su vaccini e l’inutile certificato sono fuorvianti. L’enfasi catastrofista ha fatto danni come la pandemia. Il fanatismo è un lasciapassare, il dubbio è bandito».
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di Antonio Rossitto
Di seguito riportiamo un estratto dell’intervista a firma di Antonio Rossitto a Maria Rita Gismondo, contenuta nel nuovo numero di Panorama in edicola. La virologa del Sacco, senza peli sulla lingua, critica l’operato di Speranza, il green pass e i colleghi virostar.
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Ultima porta a destra, in fondo al corridoio. La professoressa Maria Rita Gismondo siede nel suo ufficetto, dietro una piccola scrivania. Dirige il laboratorio di Microbiologia clinica, virologia e bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano. […] «Ognuno interpreta i dati in base al proprio carattere. Un’ottimista patologica come me vede sempre spiragli di positività, gli altri no. L’enfasi catastrofista ha creato un danno psicologico, sociale ed economico assolutamente paragonabile a quello della pandemia».
L’Italia un esempio all’estero? Macché I migliori sono stati i tanto criticati Paesi del Nord
Il tempo, su molte controversie, sembra averle dato ragione.
«Già allora dicevo che c’erano più infetti di quelli rilevati. O che bisognava capire, per tutelare i più fragili, chi muore davvero per Covid e chi no. Il 22 marzo 2020 finisce però alle agenzie una diffida firmata dal professor Pier Luigi Lopalco, presidente del Patto trasversale per la scienza, di cui fa parte Burioni. Mi intimano di non parlare più in pubblico».
E lei?
«Il mio avvocato querela. Subito dopo, tocca a Galli». […]
Galli è indagato proprio con l’accusa di aver favorito i suoi protetti in due concorsi, tra cui l’assunzione di quattro dirigenti biologi. Un tentativo che non si sarebbe concretizzato, scrive la Procura di Milano, proprio «perché fortemente osteggiato da Gismondo».
«Si riferiscono a una selezione interna al Sacco, durante l’emergenza Covid. Lui pretendeva di mettere i suoi, dando già nomi e cognomi. Io mi opposi». […]
I magistrati indagherebbero anche sul presunto uso «improprio» di un laboratorio.
«Gli ospedalizzati al Sacco devono passare, per le analisi, dal reparto che dirigo. Lo impone la legge, non io. Invece spesso, con i pazienti di Galli, è stato usato un “laboratorio fantasma”, finanziato dall’Università. Potrebbe fare solo ricerca, previa autorizzazione del comitato etico. Non è possibile usarlo per la routine».
Un anno fa, a febbraio 2021, il professore assicurava di aver pieno il reparto di varianti inglesi…
«Ecco, dove aveva fatto le analisi? Mentre lui lanciava allarmi poi sconfessati persino dal direttore generale del Sacco, noi, nell’unico laboratorio ufficiale, contavamo appena tre casi».
È stato quel «laboratorio fantasma» a scoprire che Galli, poi curato con i monoclonali come rivelato dalla Verità, era stato infettato da Omicron?
«Non lo so. Se l’hanno fatto, è una cosa fuori dalla legalità ospedaliera. Siamo noi gli unici deputati a sequenziare le varianti». […]
Ricapitoliamo: sta male, è un paziente a rischio, ha la variante sudafricana. Grazie alla tempestiva diagnosi, accede alla cura più adeguata.
«Ha avuto la fortuna di beccare l’ultima dose di monoclonale disponibile a Natale. Ce n’erano cinque. A lui è stata somministrata quella rimasta. […] Credo che, viste le patologie di cui soffre, quelle di cui ha parlato lui stesso, sia entrato nei parametri di rischio».
Non ci sono stati favoritismi?
«L’anomalia, secondo me, starebbe piuttosto a monte: nel sequenziamento. Dovevamo farlo noi. Invece, chi se n’è occupato?».
Il «laboratorio fantasma»?
«Legalmente, può fare solo ricerca».
Sarebbe quindi un illecito?
«Certo».
Comunque sia: Galli ora è in pensione. E può dedicarsi, a tempo pieno, a fare la virostar in tv. Sebbene, pure lui, si sia detto e contraddetto…
«Abbiamo sbagliato tutti nell’emergenza. Certo, alcune cantonate restano inaccettabili»
Per esempio?
«Io sono stata sempre contraria al green pass. Piuttosto, il governo doveva avere il coraggio di imporre l’obbligo. […] Ma non si può andare avanti così: a vaccino e cappuccino».
I bambini devono essere immunizzati?
«Nella fascia da 0 a 19 anni, dice l’Iss, ci sono stati 34 morti per Covid, non sappiamo se con altre patologie. E l’Aifa sostiene che, ogni 10.000 somministrazioni, c’è un caso di endocardite, magari non grave. Lei, padre, correrebbe questo pericolo?
E nel lungo periodo ci sono rischi?
«[…] Per conoscere gli effetti a lungo termine di qualsiasi farmaco, bisogna osservarlo per 10 o 15 anni. Questo dice la scienza. E ricordarlo non vuol dire essere no vax. D’altronde, pure la copertura doveva durare un anno, ora s’è scoperto che crolla dopo tre mesi. E il governo, a ruota, ad accorciare la durata dell’inutile green pass.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, è inadeguato?
Alcuni errori erano inevitabili, altri restano incomprensibili. A partire da «tachipirina e vigile attesa». Posso capire all’inizio. Ma il protocollo, totalmente inadeguato, viene confermato il 26 aprile 2021: quando già l’Istituto Mario Negri ha presentato uno studio sulle cure domiciliari, azzerando praticamente i ricoveri.
Ma c’è un Cts? Ha mai letto una pubblicazione?
Non a caso, Lancet l’ha definito il peggiore d’Europa. Nato per combattere una malattia da virus, non ha nemmeno un virologo».
Altre mancanze?
«Speranza ha consigliato misure ridicole e inadeguate, dalla scuola ai trasporti. Ma soprattutto è responsabile almeno della metà dei contagi, perché ha dato indicazioni fuorvianti sui vaccini. E non ha neppure rettificato le sbalorditive parole del premier, Mario Draghi».
Quelle sul green pass, che avrebbe dato la sicurezza di «ritrovarsi tra persone non contagiose»?
«Una frase che ha finito per acuire un deleterio senso di sicurezza». […]
Continuiamo però a dirci che siamo i migliori d’Europa.
«Inutile autoreferenzialità. Pensiamo piuttosto alla connivenza con l’Oms, sul piano pandemico. È stata vergognosa. Solo un anno dopo, hanno pubblicato un elenco di buone intenzioni. Insomma, continuiamo a navigare a vista». […]
Di chi è la colpa?
«Della comunicazione, fin dall’inizio: tutti chiusi a casa ad aspettare il bollettino farlocco, che enfatizzava i contagi piuttosto che i ricoveri. Critica che ho fatto subito».[…]
Bassetti e Viola, intanto, sono sotto scorta per le minacce dei no vax.
«Uno status symbol».
Tanti hanno attaccato renitenti e dubbiosi.
«Io ho sempre cercato il dialogo. C’è invece chi, vedi Burioni, dice che dovrebbero stare chiusi in casa come sorci. Altri aggiungono che non meritano di essere salvati. Frasi gravissime, contro ogni deontologia professionale. Curiamo gli uomini, non le idee. Adesso ci permettiamo di criticare gli stili di vita? […] Anche perché è stato il fanatismo a generare tanti timori e perplessità».
Fanatismo per natura o convenienza?
«È ormai una sorta di lasciapassare, in una società che non ammette dubbi. Sempre nella chat dei virologi, quella in cui Burioni m’ha insultata, ci sono medici che, pubblicamente, dicono di essere efferati vaccinisti. Poi però, tra noi, si pongono ragionevoli dubbi, come ogni scienziato dovrebbe fare. Ma non hanno il coraggio di esporsi».
Fonte: erminioantoniocom.wordpress.com