In un momento in cui la narrazione vaccinale sembra mostrare la corda, può essere utile rileggerla alla luce dei principi di manipolazione delle masse di Joseph Goebbels (1897-1945). Si vedrà infatti che essi sono stati qui applicati in modo addirittura scolastico fin dai sui primordi e che ora ci troviamo a una svolta decisiva.
Purtroppo (o per fortuna) l’interpretazione è stata troppo scolastica e i risultati non sono stati del tutto coerenti con le aspettative. Quelli che dovevano rivelarsi leader carismatici alla Goebbels, Hitler o Mussolini, si sono mostrati quali sono, dei pallidi comprimari senza qualità e i risultati della campagna manipolatoria ne hanno risentito.
Goebbels, ministro della Propaganda del governo nazista, non riassunse mai le sue dottrine in principi cardine ma essi sono stati desunti da diversi studiosi e si trovano molte pubblicazioni che ne sintetizzano il pensiero all’interno di pochi punti essenziali (da 11, a 15 a 19 a seconda degli autori).
Per gli italiani che non hanno la pazienza di consultare le trentamila pagine dei suoi diari, disponibili solo in lingua tedesca, esiste però l’ottimo compendio di Gianluca Magi, Goebbels, 11 tattiche di manipolazione oscura di recente pubblicazione (aprile 2021) dove chiunque può informarsi su come il genio tedesco intendesse gestire le sue campagne di manipolazione di massa.
In questo articolo utilizzeremo una nostra aggregazione originale delle tattiche goebbelsiane, leggermente diversa da quella proposta da Gianluca Magi perché riassunta in Dieci Principi cardine, come fossero Dieci Comandamenti.
Porremo l’accento su come essi siano stati utilizzati pedissequamente da coloro che hanno organizzato la narrazione pandemica e tenteremo un primo bilancio dei risultati ottenuti.
Ai dieci principi va naturalmente preposto il principio zero, questo sì formulato espressamente da Goebbels: “La propaganda è un’arte, non importa che questa racconti la verità”.
I dieci principi di Goebbels e il Covid-19.
1) Individuazione del nemico: il virus (e i no-vax).
L’individuazione di un nemico efficace è il primo punto da esaminare. Nel nostro caso si è creato un nemico non umano in laboratorio, facendone poi un piccolo capolavoro mediatico.
2) Semplificazione e volgarizzazione: il vaccino è la soluzione.
La comunicazione deve essere pensata per le menti più semplici, la soluzione deve essere unica e naturalmente quella che vogliamo noi.
3) Drammatizzazione e paura: chi non si vaccina muore.
Generalizzare, drammatizzare e travisare, trasformando anche le piccole cose in minacce gravi, perché la loro paura è la nostra forza.
4) Emotività: proteggi i tuoi cari vaccinandoti.
Fare leva sugli istinti delle masse, sulla ‘pancia’. Le emozioni supportano un più alto grado di irrazionalità e sono sempre più forti della logica.
5) Unanimità: stampa e televisioni devono fornire tutte la stessa narrazione.
La gente deve credere che tutti pensino così come vogliamo. I pochi che non accettano la versione dominante devono essere isolati, combattuti e disprezzati.
6) Ripetizione: bollettini quotidiani, stessa disinformazione a reti unificate.
Una bugia ripetuta milioni di volte diventa una verità.
7) Censura e silenziamento: nessuna versione differente deve essere permessa.
Censurare le narrazioni alternative e, se non ci si riesce, ignorarle e passarle sotto silenzio in tutti i media.
8) Trasposizione: i no-vax infettano, i no-vax minacciano, i no-vax complottano.
Attribuire all’avversario le nostre peggiori caratteristiche per mascherarle. L’attacco è la miglior difesa.
9) Verosimiglianza: la verità non conta ma la verosimiglianza sì.
La narrazione deve ‘sembrare’ vera e ragionevole. Se è smentita dai fatti ma mantiene verosimiglianza è lo stesso.
10) Rinnovamento continuo e sviamento: prepararsi la via di fuga.
Non lasciare il tempo all’avversario di replicare e smontare una narrazione, passare subito a una nuova emergenza. Se non è possibile controbattere efficacemente, sviare il discorso.
I Principi goebbelsiani di dividono in tre gruppi. I primi quattro ci indicano come impostare la nostra campagna, i secondi quattro come gestirla nel durante, gli ultimi due cosa fare quando inevitabilmente la campagna volgerà al termine.
La prima cosa che deve fare chi si accinge a varare una campagna di manipolazione di massa è trovare un nemico.
Il nemico deve essere possibilmente unico, cattivissimo, potente e gli si devono attribuire tutti i mali del mondo, perché il conflitto è il padre di tutte le cose. I dieci minuti di odio quotidiano, collegati al disprezzo, devono essere assicurati.
La ragione di questo primo, potentissimo, principio è che le masse hanno bisogno di dare un senso alla proprio giornata, di sentirsi parte di qualcosa di più grande di sé. Essere tifosi di una squadra di calcio ti riempie la vita e la domenica. Il massimo per mobilitare gli animi è individuare un nemico a cui ci dobbiamo opporre tutti, o almeno tutte le persone a modo (poi “sapremo noi come trattare i traditori“).
Bello è anche che ci si possa identificare in un simbolo, in una bandiera, in un concetto.
A volte basta un logo, uno slogan che chiarisca chi è il Nemico, quello con la N maiuscola.
Per la campagna pandemica la scelta è stata facile: il virus è il nemico per eccellenza, quello che ha tutte le caratteristiche che ce lo fanno odiare con tutto il cuore.
Poco importa se non ne abbiamo neppure una foto perché non siamo neanche riusciti ad isolarlo. Facciamo un rendering e ce lo inventiamo. Quello che ha avuto più successo, secondo noi, è quello mostrato. Quasi tutti gli italiani inorridirebbero se dicessimo che quella non è una vera foto e saremmo subito additati come no-vax, traditori che sono incapaci di intendere e di volere. Ma così è.
D’altra parte: chi non è con me è contro di me (Matteo 12,30). Chi pronunciò questa frase se ne intendeva di gestione dell’animo umano ma, secondo Goebbels, non era abbastanza incisivo perché immediatamente dopo diceva: chiunque parlerà contro il Figlio dell’Uomo sarà perdonato.
Perdonare? Non sia mai, divide et impera, dividi le masse in credenti e traditori, trova i nemici e sii implacabile. I no-vax non solo non vanno perdonati ma non vanno nemmeno curati se si ammalano.
Semplificare il messaggio, non imbarcarsi in considerazioni astruse e poco convenienti. Il virus si può combattere a casa con medicine poco costose? Non diciamo sciocchezze. La medicina deve essere una e una sola: il vaccino. E sappiate che sarà gratuita. Fine della narrazione.
Chi sostiene che gratuita non è, perché paghiamo a Pfizer miliardi di dollari con le nostre tasse, sia bannato da Facebook e da YouTube. Che possa arrivare alle televisioni e ai giornali è ovviamente fuori questione. Per conquistare il cuore delle masse e ottenere il loro affetto bisogna essere semplici, chiari, anche stereotipati, per adattarsi al meno intelligente degli individui che ci ascoltano. Più grande è la massa che ci ascolta più piccolo deve essere lo sforzo mentale richiestole. Le masse hanno infatti una comprensione scarsa così come scarsa è la loro memoria.
Il popolo non deve indugiare a domandarsi cosa c’è dietro. Ciò che vedi è ciò che è, non ti devi chiedere perché.
De Lorenzo e Poggiolini, rispettivamente Ministro della Salute e Direttore Generale della Sanità all’inizio degli anni ‘90, resero obbligatorio per i neonati un vaccino per l’epatite B, malattia a trasmissione sessuale che, forse, qualcuno avrebbe potuto prendersi, eventualmente, una ventina di anni dopo, andando a puttane. Ma perché vaccinare un bimbo per una malattia a trasmissione sessuale?
Non te lo devi chiedere perché altrimenti scopriresti che la Glaxo aveva dato loro decine di miliardi di lire perché facessero simili operazioni (vedi qui).
Se le masse cominciano a chiedersi il perché è finita. Ci si deve rivolgere loro come se ci si rivolgesse ai bambini o ai minus habens, puntando a una retroazione positiva: a poco a poco gli ascoltatori cominceranno davvero a pensare come bambini.
Non è solo un fatto di scarsa intelligenza ma è cosa più complessa, inerente alla asimmetria informativa. La gente non ha tempo di informarsi, ha altro da fare e alla sera è stanca, con le difese abbassate. Non ha la forza di replicare a chi racconta bufale in televisione e di cambiare canale.
Con l’andare del tempo si innesta un circolo virtuoso (o vizioso) che fa regredire le persone a un analfabetismo funzionale, alla neo lingua-orwelliana del pensiero politicamente corretto (per considerazioni più approfondite sulla neo-lingua e la semplificazione conseguente si veda Maurizio Agostini. L’assassinio della Storia ).
Ma il principio che più ha caratterizzato la campagna di manipolazione Covid-19 è stata la paura. Il nemico, invisibile e subdolo, anche perché non umano, ti aspetta all’angolo della strada, si insinua nei saluti del vicino di casa, negli abbracci dei tuoi cari. Può assalirti alle spalle all’improvviso. Devi difenderti, stare sempre all’erta, uscire con la mascherina anche quando non è indispensabile.
Per suscitare tali sentimenti di Paura è quindi cosa buona e giusta drammatizzare gli eventi. Muore un no-vax? Sbattiamolo in prima pagina dicendo che si era pentito ma ormai era troppo tardi. Muoiono cento vaccinati? Nascondiamoli sotto il tappeto.
Il Principio della Paura deve essere gestito insieme al principio successiva della emotività.
Si deve titillare la pancia delle persone, gli affetti più profondi, “se non ti vaccini, ammazzi la tua anziana madre”, “proteggi i tuoi bambini”.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva fatto una dichiarazione, a fine luglio 2021, in cui cercava di sintetizzare i principi 3 e 4 in quello che voleva essere un unico colpo da maestro:
“L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire. Non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore” (qui)
Il nobile tentativo si era però infranto su una scelta dei tempi sbagliata (troppo tardi) e in una interpretazione troppo scolastica (la verosimiglianza – Principio 9 – non c’era più).
Non vaccinarsi uguale morire era una affermazione che, già a luglio, aveva perso di credibilità perché arrivavano sempre più notizie che il vaccino non proteggeva granché e che anche i vaccinati si ammalavano. Cominciavano a esservi già morti di Covid in individui vaccinati. Che poi fossero solo i non vaccinati a contagiare era cosa smentita da fatti visibili anche tra gli amici, senza guardare le statistiche.
Inoltre era estate e la paura era già un po’ scemata dopo i primi, drammatici, momenti.
Draghi evitò di toccare l’argomento che il vaccino stava uccidendo decine di migliaia di persone in Europa, dai dati ufficiali Ema, ma ormai lo sapevano tutti.
Se avesse fatto le stesse affermazioni sei mesi prima, avrebbe riscosso un grande successo ma era in ritardo e la violazione del principio di verosimiglianza lo aveva condannato a una pessima figura, solo per la quale probabilmente passerà alla Storia.
D’altra parte, come diceva Goebbels, la propaganda è un’arte e non basta certo leggersi il manuale di Gianluca Magi per diventare tout court un buon manipolatore delle masse, cosa che Draghi, nato e cresciuto negli ovattati ambienti delle Banche Centrali, non ha nelle sue corde.
Complessivamente i primi quattro principi
– Nemico
– Semplificazione
– Paura
– Emotività
sono stati gestiti molto bene dagli organizzatori della campagna (con l’eccezione delle gaffe di Draghi). Essi prevedevano la diffusione di scempiaggini colossali, che ponevano seri problemi di verosimiglianza, ma che però hanno convinto l’80% degli italiani ad aderire alla narrazione ufficiale. Onore al merito.
Veniamo ai principi atti a gestire la manipolazione ‘nel durante’ che sono quattro:
– Unanimità
– Ripetizione
– Censura
– Trasposizione
Questi richiedono applicazione e costanza ma non sono molto ‘creativi’, per cui si possono affidare anche a persone senza particolari talenti.
L’unanimità è molto semplice: chi scartella deve essere licenziato, senza se e senza ma. Un giornalista si azzarda a eccepire qualcosa sulle veline che riceve dal regime? Trasmissione chiusa, contratto rescisso. Un sito internet azzarda un dubbio sulla versione ufficiale? Bannato da Facebook e Youtube, come minimo.
Il compito è talmente stupido che oggi si fa usando degli algoritmi che, nella neo-lingua orwelliana, vengono comicamente definiti ‘di Intelligenza Artificiale’.
Bisogna ammettere anche qui che il Principio di Unanimità è stato gestito bene a livello di media tradizionali perché praticamente il solo Maurizio Belpietro si è opposto, forte di ‘La Verità’ e di ‘Panorama’, gli unici due periodici che hanno guadagnato copie. A livello televisivo va segnalato l’eroico tentativo di Byoblu che però non è riuscito a superare percentuali di ascolto da prefisso telefonico.
Su internet invece le cose sono andate molto meno bene, come vedremo appresso, e l’unanimità non è stata raggiunta.
La ripetizione ossessiva nella narrativa Covid ha raggiunto negli ultimi due anni livelli che mai si erano visti nella storia. Tutti i telegiornali, della mattina, del giorno e della sera, hanno raccontato sempre la stesse cose, allo stesso modo. È stato sicuramente un esperimento per verificare fino a che punto la razza umana potesse sopportare una tale ripetitività connessa a una tale stupidità del messaggio.
L’esperimento è riuscito.
È pur vero che giornali e televisioni hanno perso audience in percentuali elevate, variabili tra il 30 e il 40% (e hanno ricevuto ‘ristori’ consistenti per essersi prestati all’esperimento) ma nessun ha cominciato a tirare molotov alle sedi Rai o pomodori ai giornalisti e quasi nessuno ha protestato per il canone Rai. Si è provato sul campo che, se si vuole, si può anche esagerare senza che succeda nulla.
Meno bene è andata con il principio successivo: la censura e il silenziamento.
Non che non ci si sia impegnati, tutt’altro, ma i risultati sono stati inferiori alle attese. Facebook, YouTube e Twitter hanno brillato fin da subito per la censura mirate ma Telegram si è rifiutata di applicarla in qualsiasi forma.
Telegram è stata fondata dai Durov, due fratelli russi, e ha sede a Dubai, anche se non si deve pensare che sia supportata dalla Russia dove anzi l’applicazione ha serie difficoltà. Anche Amazon non ha censurato la vendita di libri.
Google ha silenziato in modo modesto ma soprattutto i siti di proprietà non sono stati toccati dall’ICANN, l’ente regolatorio degli indirizzi, che non ha impedito l’accesso alla rete della controcultura.
Ciò si è rivelato essere un problema serio perché in un solo anno l’informazione libera e la relativa libertà che goduto sul web ha scardinato la verosimiglianza della informazione ufficiale.
Inoltre Trump, in risposta alla censura applicatagli, sta lanciando il suo social, che insidierà i monopoli consolidati e darà un booster alla concorrenza su internet, oltre a essere un precedente probabilmente irreversibile.
La resistenza è nata cioè in rete, anche se non è ancora riuscita a trasferirsi sul territorio (almeno in Italia). Insomma censura e silenziamento non sono stati gestiti al meglio e il problema della concorrenza e della (relativa) libertà sul web dovrà essere risolto prima di lanciare una prossima operazione di manipolazione delle masse in grande stile, pena un accorciamento del tempo utile.
L’ultimo punto che Goebbels raccomandava per gestire proficuamente le masse è la trasposizione, che è anche il più divertente. Si tratta di addebitare all’avversario le nostre peggiori caratteristiche. È già da tempo che i no-vax sono definiti complottisti, violenti, pericolosi, il che rientra nella routine. Ma un qualche debunker si è spinto a sostenere che dietro ai no-vax c’è un grande giro di soldi, il che ha dimostrato inconfutabilmente che un’applicazione troppo scolastica dei principi goebbelsiani porta a risultati umoristici e inficia irrimediabilmente quella Verosimiglianza che resta il principio cardine per dare credibilità al percorso manipolatorio.
Sono proprio verosimiglianza e rinnovamento continuo, gli ultimi due principi, a chiudere l’orizzonte del discorso. Essi vanno intesi alla luce della magistrale affermazione di Goebbels: “Mantenere il potere con la forza delle armi può essere una cosa buona ma è molto meglio conquistare il cuore della nazione e mantenere il suo affetto”.
Se la campagna manipolatoria fallisce, il ricorso alla forza bruta si rende inevitabile e le raffinate intuizioni goebbelsiane diventano inutili.
Una buona campagna di manipolazione deve sempre avere, al primo posto, la verosimiglianza, cioè le cose che si stanno dicendo devono sempre ‘sembrare vere’ o almeno avere una qualche probabilità di essere vere. Se si perde in Verosimiglianza anche le masse più primitive si disamorano e la campagna va sospesa immediatamente, pena una rivolta.
Inoltre al perdita di credibilità rischia di essere irreversibile e la campagna successiva richiederà la completa sostituzione dell’apparato perché bruciato agli occhi di tutti.
Si noti che il Terzo Reich perse credibilità nel cittadino tedesco medio solo a fine 1944, quando ormai tutto era perduto irrimediabilmente, a misura dell’eccellente lavoro che fu svolto.
Ma nella campagna vaccinale Covid-19 le hanno sparate troppo grosse e hanno perso integralmente la credibilità in un solo anno. Tutti vedono che i vaccinati si ammalano e muoiono, che il vaccino non protegge affatto ma che porta con sé gravi effetti collaterali. L’anno scorso, senza vaccino, c’erano meno casi e meno morti di Covid di quest’anno.
Si può ingannare una persona per sempre, molte persone per molto tempo, ma non si può ingannare tutti per sempre.
Il disporre solo di vaccini di utilità nulla e che hanno provocato una strage anche tra le persone giovani ha inficiato il lavoro ben svolto dalle altri componenti del gruppo organizzativo della campagna.
Quando una presentatrice televisiva, come Mara Venier, si azzarda a mettere in difficoltà un rappresentare del governo, come Sileri, dicendo: “Ci avete un po’ illuso con questi vaccini…“ (9 gennaio 2022 a Domenica in), davanti a milioni di spettatori, significa che non si può più andare avanti così.
Le persone non sono ancora giunte a capire che i governanti non sono angeli custodi che vegliano amorevolmente su di loro, ma operano per esclusivo tornaconto di altre realtà, in dispregio assoluto degli interessi delle masse, ma, se si continua così, lo smascheramento è vicino.
Purtroppo (o per fortuna) la campagna manipolatoria Covid-19 va sospesa prima che ciò accada.
Agli organizzatori oggi restano solo due strade:
1) gettare la maschera e usare la violenza senza più remore: Goebbels ha fallito e adesso parla la Gestapo.
2) dare ancora fiducia ai manipolatori e cavalcare efficacemente l’ultimo punto: il rinnovamento continuo.
Quando una campagna manipolatoria volge al termine è importante non dare tempo agli avversari di reagire. Bisogna passare subito ad altro, inventare un’altra emergenza, subissare le masse di altre informazioni per dimenticare il recente passato, magari sacrificare le pedine minori dando loro tutte le colpe per chiudere in fretta la narrazione. È fondamentale saturare i mass media di altro ed è grandemente opportuno avere pronta una campagna manipolatoria sostitutiva.
In Italia, a inizio febbraio 2022, si stanno scontrando le due impostazioni: tra chi intende continuare nella gestione del consenso e tra chi, vista la resistenza di quasi 5 milioni di italiani, ritiene ormai indispensabile ricorrere alle maniere forti.
La resistenza è sì forte di milioni di persone ma è dispersa territorialmente e la mancanza di unità territoriale è una grande debolezza. È infiltrata da professionisti che verranno utili al momento opportuno, come venne utile Beppe Grillo in un momento decisivo.
La resistenza da sola non può fare granché perché basta un cyber-attack per azzerarla in men che non si dica.
La tentazione di usare la forza e di passare agli arresti e ai campi di concentramento è quindi comprensibile che sia vista favorevolmente da molti.
Certo, vorrebbe dire rinunciare per sempre alla immagine “democratica” e “popolare” che il regime si è dato finora e la credibilità sarebbe persa per sempre. Ma l’Australia lo ha già fatto e sembra con discreto successo.
Una nuova emergenza del rinnovamento continuo è però già stata approntata, basata sulla crisi del metano dovuta al nemico russo. Più in generale l’economia green fornirà per il futuro molte opportunità per narrazioni innovative e permetterà fughe in avanti perenni.
Sarebbe certo meno traumatico di un uso della forza bruta che potrebbe anche rivolgersi contro chi lo ha promosso. La scelta non è facile.
Crediamo che decisivo sarà il parere delle Forze armate, che non sembrano affatto unanimi e che devono rendere conto, anche e soprattutto, a istanze internazionali discriminanti.
In ogni caso il destino dell’Italia non sarà isolato. Il nostro paese conta come punta di diamante, dove è stato effettuato un esperimento manipolatorio di una tale rilevanza mai tentato prima, ma non è certo qui che si decidono i destini del mondo.
Si sono imparate molte cose, sappiamo dove si può arrivare senza che le masse si rivoltino, ma oggi il teatro dove si svolgeranno gli avvenimenti decisivi è altrove, negli scontri presenti all’interno degli Stati Uniti e in Ucraina in primis.
Attendiamo con ansia di vedere quale sarà la prossima narrazione e vi terremo aggiornati sul suo sviluppo, alla luce degli immortali dieci principi di Goebbels.
Fonte: storiasegreta.com