Per Zanchetta è l’ora del processo. Anche se il Vaticano non ha inviato in Argentina i fascicoli del processo canonico
Monsignor Gustavo Zanchetta, il vescovo di Orán (Argentina) accusato di aver abusato sessualmente di due seminaristi, si aprirà il 21 febbraio. Rispetto alla prima data prevista (12 ottobre 2021) era stato rimandato in attesa dei fascicoli relativi al processo canonico a carico del vescovo, svoltosi nel 2019 presso la Congregazione per la dottrina della fede. I fascicoli però non sono mai stati inviati ai giudici argentini dal Vaticano, e allora la magistratura ha deciso comunque di procedere.
Zanchetta, dimessosi ufficialmente per “motivi di salute” nell’agosto del 2017, è anche accusato di irregolarità nella gestione economica della diocesi. Il Vaticano fu informato di tutto nel 2016 da una denuncia inviata alla nunziatura apostolica da alcuni sacerdoti della diocesi.
Dopo le sue dimissioni, Zanchetta è stato accolto in Vaticano, dove Francesco ha creato per lui la carica di assessore dell’Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica (Apsa), profilo mai chiarito. Secondo quanto riferito da Bergoglio alla tv messicana televisiva, Zanchetta è stato anche inviato a Madrid per ricevere cure psicologiche e nel frattempo ha sempre vissuto a Casa Santa Marta, a stretto contatto con il papa.
Nel febbraio 2019 la Congregazione per i vescovi affidò all’arcivescovo di Tucumán (Argentina), monsignor Carlos Alberto Sánchez, un’istruttoria sulle denunce contro Zanchetta. Il caso poi passò alla Congregazione per la dottrina della fede.
Monsignor Zanchetta (nato a Rosario il 28 febbraio 1964) sarà processato dalla Sezione II del Tribunale di Orán, presieduta dai giudici María Laura Toledo Zamora, Raúl Fernando López e Héctor Fabián Fayos.
L’accusa chiede una condanna che potrebbe variare dai tre ai dieci anni di reclusione. Secondo il quotidiano argentino El Tribuno, la sentenza sarà emessa il 25 febbraio.