Dopo l’udienza concessa da Francesco (si veda qui) a padre Benoît Paul-Joseph, superiore del Distretto di Francia della Fraternità sacerdotale San Pietro, e a padre Vincent Ribeton, rettore del Seminario San Pietro a Wigratzbad, lo stesso padre Paul-Joseph ha concesso un’intervista nella quale entra più in dettaglio nei contenuti dell’incontro con il papa.
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a cura di Anne Le Pape
leforumcatholique.org
Reverendo, qual è il contesto del suo recente incontro con il Santo Padre?
Assieme a don Ribeton, rettore del seminario europeo della nostra Fraternità, abbiamo scritto direttamente al Papa il 28 dicembre scorso per esprimere il nostro sgomento e la nostra incomprensione in seguito alla pubblicazione di Traditionis custodes e dei Responsa, facendo fiduciosamente appello alla sua sollecitudine. Ci ha risposto il giorno dopo (tutto è stato fatto tramite scansione, ma la lettera era effettivamente scritta di suo pugno), rassicurandoci e invitandoci a incontrarlo per esporgli la nostra posizione. Così abbiamo contattato la sua segreteria e ci è stata indicata la data del 4 febbraio 2022, giorno in cui don Ribeton ed io siamo andati a Roma.
Siamo stati ricevuti a Casa Santa Marta per quasi un’ora. Durante tutto l’incontro il Papa è stato molto gentile, manifestando una reale preoccupazione. Ha confermato oralmente ciò che ci aveva fatto intendere per iscritto, cioè che in realtà egli distingue la nostra situazione da quella dei sacerdoti che non sono membri delle comunità ex-Ecclesia Dei e che, nel nostro caso particolare, poiché il nostro Istituto ha la specificità di utilizzare i libri liturgici antichi, questo documento non era destinato a noi.
Quindi siete stati immediatamente rassicurati?
Sì, certamente. Il Papa ci ha anche fatto notare che nel motu proprio, quando si menzionano gli istituti ex-Ecclesia Dei, si indica che d’ora in poi saranno sotto un nuovo dicastero, quello per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, e il fatto che non siamo stati menzionati direttamente in questo documento è stato fatto apposta, dal momento che saremmo stati sottoposti a una nuova giurisdizione. “Voi non siete interessati da queste restrizioni”, ci ha detto, “ma conservate il vostro diritto proprio, concesso alla vostra fondazione nel 1988”. Il Papa è stato veramente toccato dalla storia della nostra Fraternità, ossia dal fatto che i nostri fondatori si siano recati dal Santo Padre nel 1988 per esprimere il loro sgomento, come abbiamo fatto noi in questa occasione; l’ha trovato un atto di fede che merita di essere onorato e incoraggiato. Ci ha assicurato che potremo mantenere l’uso di tutti i libri liturgici, compreso il pontificale per le ordinazioni.
Quindi ora avete tutte le garanzie?
Gli abbiamo rispettosamente chiesto se tutto questo poteva essere formalizzato. Abbiamo ricevuto il documento sabato 19 febbraio, ed è per questo che non abbiamo voluto parlarne pubblicamente prima. Si tratta di un decreto che ripete il decreto della Commissione Ecclesia Dei del settembre 1988, confermando l’uso per la nostra Fraternità dei libri liturgici del 1962, decreto firmato questa volta dal Papa (il decreto del 1988 era firmato dalla Commissione Ecclesia Dei).
Quindi la vostra posizione è confermata per quanto riguarda i vescovi?
I vescovi sono liberi di accettarci o meno nelle loro diocesi, ma, dal momento in cui esercitiamo un apostolato in una diocesi, non ci può essere chiesto (sostenendo di dover essere obbedienti al successore di Pietro o all’ultimo documento), di usare i libri liturgici attuali, perché il nostro diritto è preservato da una deroga esplicita.
E le ordinazioni?
C’è ancora una piccola zona grigia: i vescovi non sono membri della Fraternità San Pietro. Recentemente è stato detto che non hanno più il diritto di usare l’antico pontificale, e questo può far esitare alcuni. Ma il Papa ci ha sentito parlare volentieri delle nostre future ordinazioni, e la sua posizione è chiara a questo proposito.
Sa se altri istituti avranno la vostra stessa sorte o non se ne è parlato durante questa visita?
Verbalmente, durante l’udienza, il Papa ha parlato, al plurale, per “gli istituti” già Ecclesia Dei. Non posso essere più preciso, questo è ciò che è emerso dalla discussione.
Fonte: leforumcatholique.org
Traduzione di messainlatino.it
Nella foto: padre Benoît Paul-Joseph (a sinistra) e padre Vincent Ribeton (a destra) con Papa Francesco – © Fraternità Sacerdotale di San Pietro