di Edward Pentin
Sulla scia di una correzione fraterna del capo della Conferenza episcopale polacca e di altre aspre critiche al Cammino sinodale, sei vescovi tedeschi, tra cui il cardinale Rainer Woelki di Colonia, si sono recati nei giorni scorsi in Vaticano.
Abbiamo appreso che le visite, in gran parte non riprese dai media, sono avvenute principalmente per discutere del Cammino sinodale dopo che la sua ultima assemblea ha suscitato notevoli critiche e minacciato di mettere a repentaglio l’intera impresa.
All’inizio di febbraio, i partecipanti alla via sinodale tedesca hanno approvato bozze a favore delle benedizioni dell’unione tra persone dello stesso sesso, per modificare il Catechismo sull’omosessualità e l’ordinazione sacerdotale, per rendere il celibato sacerdotale facoltativo nella Chiesa latina e per il coinvolgimento dei laici nell’elezione di nuovi vescovi.
Il vescovo Franz-Josef Bode di Osnabrück, vice capo della Conferenza episcopale tedesca e uno dei principali leader del Cammino sinodale, è stato ricevuto giovedì da papa Francesco, secondo il Vaticano.
In seguito il vescovo ha confermato all’agenzia di stampa cattolica tedesca KNA che i suoi incontri hanno riguardato sia il Cammino sinodale sia il Sinodo vaticano sulla sinodalità. Inoltre ha incontrato funzionari vaticani nella Curia romana.
Secondo Katholisch.de, un portale di notizie gestito per conto della Conferenza episcopale tedesca, Bode “ha incontrato molta apertura e disponibilità a parlare”. Le cronache dicono che “molte volte” gli è stato segnalato che i temi trattati dal Cammino sinodale “erano importanti per gran parte della Chiesa universale, anche se questa prospettiva non è condivisa ovunque in Germania”.
Monsignor Bode ha detto alla KNA di ritenere quindi positivo che la Chiesa cattolica in Germania contribuisca, attraverso il Cammino sinodale, al Sinodo mondiale sulla sinodalità attualmente in corso fino all’ottobre 2023, e che anche altre prospettive e questioni chiave siano state affrontate durante il processo tedesco. Ha aggiunto che parlare con entrambi i capi delle autorità curiali e del personale è stato “utile”.
Anche il vescovo Gregor Hanke di Eichstätt ha incontrato il papa in udienza privata il 14 febbraio. Il vescovo Felix Genn di Münster e il cardinale Rainer Woelki, che è uno dei critici più accesi del Cammino sinodale, sarebbero stati visti dirigersi verso Casa Santa Marta, residenza del papa, giovedì scorso, ma né il Vaticano né i media diocesani hanno annunciato ufficialmente le loro visite. Nel frattempo, in settimana è stato a Roma anche il vescovo ausiliare Rolf Steinhäuser di Colonia, che ha guidato l’arcidiocesi durante il congedo di sei mesi del cardinale Woelki richiesto lo scorso anno da papa Francesco. Sempre all’inizio di questo mese il Papa ha ricevuto il vescovo Peter Kohlgraf di Magonza.
Alla domanda se poteva confermare questi incontri, quali fossero i motivi della visita dei vescovi e chi di loro ha avuto udienze private con il Santo Padre, il portavoce dei media della Conferenza episcopale tedesca, Matthias Kopp, ha detto: “Non posso confermare”, consigliando poi di verificare con gli stessi uffici dei vescovi. Abbiamo contattato i rappresentanti dei media per i vescovi, ma senza ottenere risposte.
Le visite seguono una lettera aperta critica al vescovo Georg Bätzing, presidente della Conferenza episcopale tedesca, dell’arcivescovo Stanislaw Gądecki, presidente della Conferenza episcopale polacca. L’arcivescovo Gądecki ha affermato di voler esprimere la sua “profonda preoccupazione e ansia per le informazioni che sono state recentemente ricevute da alcune sfere della Chiesa cattolica in Germania”.
Nella sua lettera – gesto molto insolito tra due capi di conferenze episcopali – l’arcivescovo polacco ha scritto di rivolgersi “in spirito di carità cristiana” a monsignor Bätzing “pieno di sollecitudine fraterna”. Ha messo in guardia il vescovo e i suoi confratelli tedeschi dal cedere a cinque tentazioni: “Cercare la pienezza della verità fuori del Vangelo”; “credere nell’infallibilità delle scienze sociali”; “vivere con un complesso di inferiorità” causato dalla pressione dell’opinione pubblica; “avere un pensiero aziendale” e “soccombere alle pressioni” spinto dalla crisi di fede nella Chiesa in Europa.
La visita del cardinale Woelki
Indirettamente collegata al Cammino sinodale è stata la visita del cardinale Woelki, che dovrebbe tornare alla carica di capo dell’arcidiocesi di Colonia il mercoledì delle Ceneri.
Papa Francesco ha chiesto al cardinale di prendere un congedo lo scorso settembre a seguito della pubblicazione di un rapporto sugli abusi sessuali del clero nella sua arcidiocesi. L’indagine non ha trovato prove che il cardinale avesse agito illegalmente in relazione a casi di abuso.
Tuttavia, secondo il Vaticano, il rapporto afferma che il cardinale Woelki ha commesso “gravi errori” nel suo approccio alla questione e questo avrebbe “contribuito in modo significativo a una crisi di fiducia nell’arcidiocesi che ha turbato molti fedeli”.
Alcune fonti della Chiesa in Germania sostengono che il cardinale sia stato un bersaglio dei suoi fratelli vescovi che vogliono vederlo lasciare Colonia. Questi osservatori affermano che le colpe riscontrate contro di lui nel rapporto, anche se è stato scagionato dall’aver commesso azioni illegali, sono state impiegate come mezzo per rimuoverlo.
In questa direzione si è mosso di recente il cardinale Jean-Claude Hollerich del Lussemburgo, che in un’intervista di questo mese ha dichiarato che se fosse stato nei panni del cardinale Woelki si sarebbe dimesso.
Fonti della Chiesa tedesca critiche nei confronti del Cammino sinodale hanno riferito che la presenza di così tanti vescovi tedeschi a Roma questa settimana, e non in visita ad limina, è stata insolita e indica non solo il desiderio di “mantenere il controllo” del Cammino sinodale ma anche, da parte di alcuni di quei vescovi, di aumentare le pressioni sul cardinale Woelki affinché si dimetta. Poiché il papa ha l’ultima parola su tali questioni, è probabile che il cardinale si sia recato in visita per raccogliere il suo sostegno.
Il cardinale Woelki sta affrontando l’opposizione pubblica di alcuni dei suoi sacerdoti diocesani, oltre che dei vescovi. Il decano della città di Düsseldorf, padre Frank Heidkamp, ha affermato di recente che molte persone non possono immaginare un ritorno del cardinale. “Non può andare avanti come prima” ha detto padre Heidkamp. “Il cardinale non può continuare dal punto in cui ha preso il suo anno sabbatico. Il popolo ha espresso il suo giudizio”.
Precedente pericoloso?
Se si dimetterà, soprattutto in contrasto con altri vescovi tedeschi che restano in carica nonostante siano stati destinatari di accuse peggiori, come il cardinale Reinhard Marx di Monaco e il vescovo Stephan Ackermann di Treviri, quello di Woelki potrebbe costituire un pericoloso precedente dopo quello dell’arcivescovo Michel Aupetit di Parigi in dicembre, il cui ritiro è stato confermato dal papa con la motivazione che i pettegolezzi avevano lasciato l’arcivescovo in una posizione in cui non poteva più governare.
Bernhard Meuser, fondatore di Neuer Anfang (Nuovo inizio), un gruppo laico critico nei confronti degli sforzi di riforma del Cammino sinodale, ha affermato che è “ovviamente spaventoso” che i vescovi possano essere effettivamente estromessi a causa di “pressioni dal basso ” e che è “ancora più allarmante che i confratelli vi si abbandonino manifestamente”. “Non sanno che stanno segando il ramo su cui sono seduti”, ha detto Meuser, il quale ritiene inoltre che non sia solo la denuncia degli abusi a rendere il cardinale inviso ai suoi oppositori. Ci sono almeno altri due motivi: ha dovuto imporre forti tagli alla diocesi per carenza di sacerdoti, e soprattutto, motivo decisivo, insieme al vescovo Rudolf Voderholzer di Ratisbona “ha rappresentato la voce più chiara contro il Cammino sinodale”.
Meuser ha affermato che sebbene il vescovo Voderholzer sia “ancora in una posizione relativamente comoda, perché la sua diocesi è piuttosto conservatrice, Colonia è un acquario di squali e persino i sacerdoti sono molto divisi nel loro atteggiamento nei confronti del loro pastore”.
Fonte: ncregister.com