Lettera / Difendere i valori dell’Occidente? Ma quali sono oggi?
Cari amici di Duc in altum, ricevo e propongo alla vostra attenzione questa lettera.
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di Davide Lovat
Caro valli,
la guerra in Ucraina sgomenta tutti noi, come ogni volta in cui la ragione di Stato prevale sulla ragione umana. Non mi interessa fare l’analisi politica, storica e strategica della vicenda, la faccio in altre sedi dove impiego le mie competenze specifiche. Qui mi interessa ragionare sull’appello che proviene dai vari governi dei Paesi Nato a compattarsi per difendere i “valori dell’Occidente”. La domanda è: se devo unirmi agli altri, quali sono oggi i valori dell’Occidente?
Una volta erano i valori cristiani, ma oggi sono stati totalmente accantonati e sono combattuti senza remissione. Dunque quali sono? Provo a farne un elenco, non in ordine prioritario, con una breve glossa in seguito.
Così, alla rinfusa: la celebrazione della memoria della shoah, il gay pride per affermare socialmente la gender theory, lo scientismo, il positivismo giuridico, il sincretismo religioso, l’ecologismo, l’immigrazionismo per alimentare il multiculturalismo, il libertinismo (ovvero la pornografia, la prostituzione, l’aborto, l’eutanasia, gli spinelli e la droga), lo statalismo elevato alla dimensione continentale, la cancel culture connessa al progressismo ideologico.
Io, cristiano, ero concorde a celebrare il giorno della memoria finché credevo che questo significasse condannare le dinamiche di ghettizzazione che negli anni Trenta del XX secolo hanno preparato il terreno al razzismo genocida dei successivi anni Quaranta, ma dopo aver vissuto sulla pelle le dinamiche di ghettizzazione e discriminazione tuttora in corso su chi non si sottomette ai ricatti sanitari del potere, anche senza voler fare l’analogia diretta dico che se la giornata della memoria si riduce alla colpevolizzazione qualunquista per solo uno dei genocidi che la Storia annovera (il termine genocidio è stato coniato per lo sterminio degli Armeni, peraltro, e forse servirebbe un termine specifico per il bimillenario sterminio dei cristiani nel mondo, tuttora in corso), in quel caso non mi ci posso più riconoscere. Se devo riconoscere un fatto che sia di vergogna perpetua per l’umanità ho già il Triduo Pasquale, con la passione, crocifissione, morte e, per Grazia, resurrezione del Cristo a soddisfare tale esigenza
Anche i cosiddetti “diritti civili” che culminano, guarda un po’, sempre nel “gay pride” celebrato in giugno, vicino alla ricorrenza del 24 giugno non per caso (chi ha orecchi per intendere, intenda), è diventato sempre più un’occasione per dileggiare i simboli cristiani e per propagandare la transizione umana verso il “gender fluid“, posizione antropologica di parte che non mi può vedere in alcun modo partecipe.
I due anni di pandemia hanno nel frattempo ridicolizzato la scienza, cosa terribile a ben pensarci, facendo trionfare invece lo scientismo, un approccio fanatico alla scienza che eleva a dogma religioso le contraddizioni più assurde, negando l’evidenza degli eventi concreti avversi e ammantando di assolutezza delle opinioni contraddette a poche settimane di distanza dalla loro affermazione. Il metodo scientifico sarebbe invece altro e, soprattutto, non ammette alcun dogmatismo di tipo ideologico o politico per essere davvero tale.
L’introduzione del green pass è il trionfo del positivismo giuridico, in base al quale si attua la transizione dalla democrazia, nella quale i diritti sono innati negli esseri umani e sono semplicemente riconosciuti dagli Stati, alla tecnocrazia autoritaria nella quale i diritti sono ottriati (ovvero concessi) da chi detiene il potere nello Stato in base a parametri economici, sanitari o ideologici, ovvero in base all’obbedienza, annichilendo così la dignità della persona, libera in quanto figlia di Dio in Cristo e a sua immagine e somiglianza. Io non posso riconoscermi nei “valori morali” che generano un codice QR, mai e poi mai.
Vogliamo parlare del sincretismo religioso? Io ero figlio di un’Europa che ha civilizzato il mondo riconoscendo Cristo Re, unica via, verità e vita. Di un sistema politico nel quale le religioni sono tutte uguali o, come ha sottoscritto il signor Bergoglio ad Abu Dhabi, espressioni diverse della volontà di Dio, e quindi sono tutte false in quanto nessuna è la verità piena, io non so cosa farmene e non mi ci riconosco.
E nemmeno nell’ecologismo ideologico dove l’uomo è una malattia per l’ambiente, dove bisogna mangiare insetti al posto della carne per non surriscaldare il clima, dove bisogna sostituire il gas metano con lo stupro del paesaggio comportato dalle ultraimpattanti pale eoliche, nemmeno in questo sistema che revoca all’essere umano il ruolo di custode del creato io mi riconosco.
Né mi riconosco nell’immigrazionismo selvaggio che serve a impoverire ulteriormente i poveri dell’Occidente senza arricchire i poveri africani e asiatici, creando tensioni e snaturando gli uni e gli altri, a tutto vantaggio di un’élite finanziaria apolide che vuole imporre il multiculturalismo perché non accetta di dover riconoscere il valore di alcuna cultura storica specifica.
Men che meno mi riconosco nel libertinismo, figlio del Marchese de Sade assai più che conseguenza del nichilismo e dei suoi derivati, che produce malattie sociali come la pornografia con tutti i suoi frutti perversi, come la pedofilia o come la promiscuità che diffonde malattie, come l’omicidio dei deboli ipocritamente chiamato eutanasia, come l’aborto ridotto a pratica anticoncezionale, come lo snaturamento del matrimonio le cui caratteristiche esclusive sono estese a ogni forma di unione sessuale ed emotiva, e tante pratiche simili elevate a sistema di fede sociale e pseudocivile.
Non parlo nemmeno, se non di striscio, della “cancel culture” che serve a liberare il terreno da ogni residua resistenza all’affermazione di tutti questi “valori dell’Occidente”, attraverso la manipolazione del linguaggio e la distruzione del patrimonio materiale e ideale.
Né serve chiosare più di tanto sul tradimento dell’ideale europeista connaturato all’Unione Europea scaturita dal Trattato di Lisbona, mirante a costituire gli Stati Uniti d’Europa al posto dell’Europa dei Popoli. Un progetto tecnocratico e dirigista che rinnega le radici etiche, storiche e culturali della civiltà europea.
Ebbene, io per nessuno di questi valori sono disposto a compattarmi e combattere, poiché combatto ogni giorno contro di essi apertamente, in pubblico, in ogni occasione che mi è data. Si tratta della “buona battaglia” di cui parlava san Paolo al momento del congedo da questo mondo, quella battaglia da condurre fino al termine del cammino conservando la fede in Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo, nei secoli dei secoli.
Io sono nel mondo, ma come cristiano non sono del mondo e se l’Occidente è diventato questo, rinunciando al cristianesimo e soprattutto a Cristo, io invece resto fedele al Verbo incarnato in Maria Vergine. Costi quello che costi, perché solo da Lui provengono parole di verità. Con buona pace della Nato, di chi la comanda e di chi serve il Nemico.