E finalmente don Paolo Romeo ha potuto avere il funerale secondo il rito antico
Requiescat in pace don Paolo
di una parrocchiana
Alfine don Paolo Romeo, il sacerdote genovese che tanto si è speso per la Tradizione, può riposare in pace.
Il suo desiderio, noto a tutti, di avere il funerale secondo il rito romano antico, non era stato esaudito quando, il 4 febbraio, l’arcivescovo di Genova, monsignor Tasca, ne aveva celebrato le esequie.
Da un lato si poteva capirlo, perché gli sciacalli della stampa si erano precipitati sul cadavere del buon sacerdote appena defunto, agitando un mix di veleni che, se non poteva intaccare la specchiata fedeltà di don Paolo a Cristo e al ministero sacerdotale, poteva nuocere alla Chiesa genovese e al suo pastore.
Tuttavia le volontà di un defunto sono sacre e non possono essere disattese.
Il 1° marzo, nel trigesimo della sua dipartita, don Paolo ha avuto giustizia: nell’abbazia di Santo Stefano, di cui don Romeo era abate parroco, è stata offerta una solenne Santa Messa come lui l’aveva desiderata.
C’era tutto quello che ci doveva essere: il catafalco, i paramenti neri, il canto gregoriano, la solenne speranza e mestizia che da sempre ha ricordato all’uomo il suo destino eterno. Ogni figlio d’Adamo, terminato il corso della sua vita mortale, si presenterà al giudizio di Dio: Dies irae, dies illa solvet saeclum in favilla: teste David cum Sibylla.
Giorno tremendo, che nessuno può dilazionare di un solo minuto, perché la vita e la morte appartengono a Dio: Lui governa ogni cosa, perché ogni cosa è stata da Lui, e solo da Lui, creata. Ed ogni creatura a Lui risponderà del bene e del male fatto in vita
Nonostante il giorno feriale e l’ora, le 16, la chiesa era gremita: il popolo radunato negli anni dal ministero amorevole e generoso di don Paolo era presente e pregava con affetto e devozione.
Appassionato e forte l’elogio funebre finale che ha ripercorso l’opera di don Paolo e ha svelato la sua intima sofferenza dopo la promulgazione di Traditionis custodes, il 16 luglio, festa della Madonna del Carmelo. Dall’ambone è risuonato, nell’antica abbazia, l’invito a chi, per tramite di don Paolo, ha tanto ricevuto dalla Tradizione, a continuare l’opera: ora il testimone passa a loro e don Paolo non farà mancare alla sua gente l’assistenza dal cielo.
Pregate ogni giorno per don Paolo, e lui pregherà per voi.
Ubi est mors victoria tua? (1 Cor 15,55)