Merita attenzione la lettera inviata da diverse ostetriche ai rappresentanti del proprio ordine professionale in tema di obbligo vaccinale.
Eccone alcuni passaggi.
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«L’ostetrica non può tacere di fronte alla massiva propaganda di vaccinazione in gravidanza e in allattamento: nonostante il vaccino a mRNA sia incoraggiato da ginecologi e società scientifiche ginecologiche italiane, durante la gestazione, più che mai, dovrebbe prevalere il principio di precauzione in quanto mancano ancora dati di sicurezza a medio e lungo termine e “non sono stati condotti studi di genotossicità”.»
«A tal proposito preoccupano le dichiarazioni rilasciate da BioNTech nel suo rapporto annuale alla S.E.C. (Securities and Exchange Commission) che qui si riportano integralmente: “Potremmo non essere in grado di dimostrare l’efficacia o la sicurezza sufficienti del nostro vaccino Covid-19 (ndr. Pfizer) e/o delle formulazioni specifiche per la variante per ottenere l’approvazione normativa permanente negli Stati Uniti, nel Regno Unito, nell’Unione Europea o in altri paesi in cui è stato autorizzato per l’uso di emergenza o concessa l’approvazione all’immissione in commercio condizionata”.»
«Ancor più grave appare poi la dichiarazione di BioNTech la quale afferma che “la successiva scoperta di problemi precedentemente non rilevati potrebbe influire negativamente sulla vendita commerciale del prodotto, portare a restrizioni sul prodotto o portare al ritiro del prodotto dal mercato”.»
«Oltre a quanto appena evidenziato, già grave di per sé, giova mettere in luce che la Food and Drug Administration, a livello cautelativo, non ha autorizzato la somministrazione del vaccino ai bambini di età inferiore ai cinque anni; chi tutela la salute dei bambini in utero e dei lattanti?»
La lettera, che è intitolata Confronto e richieste in merito all’obbligo vaccinale ed è firmata «Le ostetriche di ContiamoCi!», nella parte finale chiede la «rivalutazione critica dell’obbligo vaccinale che ci coinvolge, considerando l’infondatezza di tale costrizione rispetto alla tutela della salute pubblica e del contenimento di infezione e diffusione del virus, la conclusione dello stato di emergenza e il confronto con gli altri paesi del mondo e in particolare europei che hanno completamente abbandonato qualsiasi imposizione sui professionisti sanitari.»
Esplicita è anche la richiesta di «riammissione in servizio di tutte le colleghe sospese, non solo perché la loro presenza non comporta rischi superiori a quella dei sanitari vaccinati ma per l’illegittimità dello stesso obbligo».
«Tutte le ostetriche – si legge – sono state sospese dopo aver lavorato in prima linea nella fase acuta della pandemia e la loro sospensione va inquadrata come un grave danno non solo per le singole professioniste ma per l’intera comunità professionale. Ogni collega esclusa dalla possibilità di lavorare, spesso dopo anni di studio ed esperienza, rappresenta una sconfitta per l’Ordine che non l’ha tutelata; questa posizione contribuisce alla perdita di professioniste valide in un momento sanitario delicato di grave carenza di personale specializzato ed esperto. Ci chiediamo come si potrà continuare a rispondere in modo ottimale al bisogno di assistenza delle donne, dei neonati e delle famiglie».
L’intera lettera si trova qui.
Fonte: contiamoci.eu