In chiesa ancora tutti mascherati. Il caso italiano fa notizia
Cari amici di Duc in altum, vi propongo la traduzione di un articolo del corrispondente da Roma di Church Militant, Jules Gomes.
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di Jules Gomes
In Italia i sacerdoti obbligano i fedeli a indossare le mascherine anche se il governo e la Conferenza episcopale italiana (Cei) hanno stabilito che a partire dal 1° maggio le mascherine non sono più obbligatorie alla Santa Messa.
La Cei continua a raccomandare l’uso dei cosiddetti “dispositivi di protezione delle vie respiratorie”, ma per i fedeli non esiste alcun obbligo legale di indossarli.
In una lettera ai vescovi, il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, afferma che “l’uso delle mascherine resta, a rigore di termini, raccomandato in tutte le attività che prevedono la partecipazione di persone in spazi chiusi, come celebrazioni e catechesi”. Secondo la lettera di Bassetti, le mascherine FFP2 continuano a “rimanere obbligatorie per gli eventi aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in luoghi simili a cinema, sale da concerto e sale teatrali”.
Diversi cattolici, di varie parti d’Italia, ci dicono che i sacerdoti stanno usando l’ambiguità delle istruzioni Cei per dare ai parrocchiani l’impressione che le chiese siano simili ai cinema e costringerli così a indossare le mascherine.
Il quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, rileva che “l’uso delle mascherine non è più obbligatorio”, ma “durante le liturgie è consigliato l’uso di dispositivi di protezione del viso” come “richiamo del senso di responsabilità e del rispetto per l’attenzione e il comportamento [necessario] per limitare la diffusione del virus”.
Avvenire esorta inoltre i fedeli “a evitare assembramenti, specie all’ingresso, all’uscita e tra le persone che, eventualmente, seguono le celebrazioni in piedi” (non seduti nei banchi), anche se “è scaduto l’obbligo del distanziamento interpersonale di un metro nei banchi.”
I mass media dei vescovi precisano che le acquasantiere devono rimanere vuote e ai fedeli è chiesto di igienizzarsi le mani all’ingresso delle chiese ed evitare di stringere la mano o abbracciarsi allo scambio del segno di pace.
Dal 1° maggio in Italia le normative governative impongono le mascherine solo per i trasporti pubblici, i teatri al coperto, i cinema, le sale da concerto, i locali di intrattenimento, le scuole, gli ospedali e le strutture residenziali per anziani.
Sebbene le maschere non siano più necessarie per negozi, supermercati, hotel, bar o ristoranti, i datori di lavoro possono stabilirne l’uso per i propri dipendenti.
Domenica scorsa in una chiesa di Roma mi è stato detto che non mi sarebbe stata data la Santa Comunione se mi fossi messo davanti al sacerdote senza mascherina.
Prima della Messa serale, don Gianfranco Corbino, parroco di Santa Melania Juniore, mi si è avvicinato, mentre ero seduto nell’ultimo banco di questa chiesa molto grande, e mi ha detto che dovevo indossare la mascherina.
Quando gli ho fatto presente che l’ultimo decreto del governo non richiede l’uso della mascherina alla Messa e che la Cei ne raccomanda l’utilizzo ma non obbliga i fedeli, il sacerdote ha continuato a insistere sul fatto che dovessi indossarla.
Anche dopo che a don Corbino ho mostrato il testo del decreto sul cellulare, ha continuato a insistere che indossassi la mascherina e ha minacciato di rifiutarsi di amministrare la Santa Comunione a coloro che non la indossavano durante la ricezione del sacramento.
Ho rifiutato di indossare la mascherina durante il servizio, ma ne ho indossata una per alcuni minuti mentre ricevevo la Santa Comunione, per rispetto delle preoccupazioni per la salute del sacerdote. Prima della benedizione finale, il sacerdote ha detto ai presenti che la Cei ha “fortemente raccomandato” di indossare le mascherine e paragonato la Chiesa ai cinema, dove le mascherine sono ancora obbligatorie.
Durante la santa eucaristia a Santa Melania Juniore ognuno dei circa duecento fedeli presenti indossava una mascherina. Anche i parrocchiani delle parrocchie novus ordo hanno denunciato la totale conformità ai requisiti illegali imposti dai parroci locali.
Ai frequentatori della Messa nella chiesa di Sant’Agnese in Agone, luogo del martirio di sant’Agnese, è stato detto che sarebbe stato rifiutato l’ingresso alle persone senza mascherina. La Basilica di San Giuseppe al Trionfale ha imposto simili vincoli.
I fedeli cattolici che hanno partecipato alle Messe vetus ordo a Milano, a Trento e nella chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini a Roma hanno riferito che quasi nessuno indossava mascherine e che il clero le ha indossate solo mentre amministrava la Santa Comunione.
Abbiamo parlato con due sacerdoti italiani i quali ci hanno detto che se continuano a imporre restrizioni, compreso l’uso delle mascherine, è per “motivi pastorali”.
“La maggior parte della nostra gente – dice uno di loro – è terrorizzata all’idea di contrarre il virus e stiamo facendo del nostro meglio per assicurare che saranno protetti quando verranno per la Messa. Non vogliamo perderli”.
Entrambi i sacerdoti hanno detto che si sarebbero aspettati che i fedeli seguissero le loro istruzioni e non li sfidassero, dal momento che la Cei ha “fortemente raccomandato” di indossare la mascherina.
Un dirigente senior di un’organizzazione delle Nazioni Unite a Roma riferisce a Church Militant che il clero stesso sembra il più terrorizzato dal virus. “Se passeggi per Roma in un qualsiasi giorno vedi sacerdoti e suore con le mascherine: sono i più compiacenti. Non importa da dove vengono. Indossano le loro mascherine più religiosamente di quanto facciano per tonache e altri abiti religiosi”.
Intanto, in violazione delle norme governative e della Cei, l’arcidiocesi di Milano, per volontà dell’arcivescovo Mario Delpini, ha emanato un decreto che impone l’uso della mascherina durante le celebrazioni eucaristiche.
Delpini è lo stesso vescovo che tempo fa ha criticato i cattolici secondo i quali la pandemia potrebbe essere stata la punizione di Dio. “È un’idea pagana pensare che Dio mandi flagelli”, ha ribattuto il prelato.
Il seminario arcivescovile di Milano ha acquisito notorietà per essere diventato il primo istituto di istruzione in Italia ad adottare la vaccinazione obbligatoria, minacciando di espellere i seminaristi non vaccinati.
Studi sottoposti a revisione paritaria hanno ripetutamente dimostrato che le mascherine per il viso non solo sono inefficaci contro il Covid-19, ma sono sporche, pericolose e disumanizzanti.
Lo studio più recente sull’uso delle mascherine, intitolato Correlation Between Mask Compliance and Covid-19 Outcomes in Europe, pubblicato sulla rivista Cureus ad aprile, mostra che “i paesi con alti livelli di compliance alle mascherine non hanno ottenuto risultati migliori di quelli con basso utilizzo di esse”.
Al contrario, conclude lo studio, “la moderata correlazione positiva tra l’uso della mascherina e i decessi nell’Europa occidentale suggerisce anche che l’uso universale delle mascherine potrebbe aver avuto conseguenze dannose e non intenzionali”.
Fonte: churchmilitant.com