Seconda parte dell’intervista a monsignor Carlo Maria Viganò da parte dell’avvocato Reiner Füllmich del Corona Investigative Committee. La prima parte è stata pubblicata qui.
***
In una lettera che Ella ha inviato all’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump, allude non solo a uno “stato profondo” – un termine ampiamente utilizzato – ma anche a una “chiesa profonda”. Cosa intende con questo e come potrebbero essere correlate queste strutture?
La deep church sta alla Chiesa cattolica esattamente come il deep state sta allo Stato: entrambi sono la versione corrotta e pervertita dell’istituzione che tengono in ostaggio e che hanno infiltrato.
I membri della deep church sono tanto più sconosciuti, quanto maggiore è il loro potere: i personaggi pubblici sono quasi sempre marionette docili a chi muove i fili. Biden e Bergoglio sono i frontman dell’ideologia che li accomuna: una commistione di collettivismo maoista, di liberalismo massonico e di ecumenismo conciliare, con ammiccamenti al politicamente corretto del gender e delle istanze Lgbtq.
Va comunque ribadito che deep state e deep church sono soltanto le due declinazioni della medesima cupola eversiva che si è appropriata del potere sovvertendo l’autorità e pervertendone i fini. Nell’ordine naturale, lo Stato ha come suo fine il buon governo e il bene comune dei cittadini: i traditori del deep state lo hanno reso nemico delle persone oneste e complice dei criminali. Nell’ordine soprannaturale, la Chiesa ha come suo fine il governo dei fedeli e la santificazione delle anime: i traditori della deep church condannano quanti conservano la Fede e la Morale ed elogiano pubblicamente eretici, sodomiti, abortisti, usurai, assassini e criminali. Ma sia chiaro: se nei progetti deliranti di costoro vi è la distruzione dello Stato e della Chiesa tramite la demolizione o la corruzione di chi ne ricopre l’autorità nell’uno e nell’altra, noi sappiamo bene che mentre una nazione, una cultura, una lingua, una civiltà possono anche scomparire, nel caso della Santa Chiesa rimane valida in eterno la promessa di Nostro Signore: portæ inferi non prævalebunt adversus eam. Non dobbiamo pensare che le vicende terrene della Chiesa vadano giudicate secondo parametri meramente umani, ma anzi avere la certezza che il Signore la proteggerà ut pupillam oculi.
Un’obiezione da parte di coloro che rifiutano una cosa bollandola come complottismo è questa: com’è possibile che in quasi tutti i paesi del mondo quasi tutti i politici partecipino a questa farsa? Chi potrebbe avere così tanto potere e influenza da mandare metà del mondo in isolamento?
L’obiezione a chi sostiene la teoria del complotto globale è legittima e comprensibile, perché ciascuno di noi è stato giustamente educato ad un sistema condiviso di valori e principi che diamo ancora per scontati: che il figlio debba fidarsi del padre; che l’allievo possa riporre fiducia nel maestro; che il malato possa affidarsi al medico per farsi curare; che chi si vede leso un diritto possa ottenere giustizia da un tribunale imparziale; che il bisognoso possa sperare nella compassione e nella carità altrui, che il cittadino abbia nei governanti i propri custodi e protettori; che il fedele possa ascoltare con fiducia la voce dei Pastori, come se fosse la voce stessa di Cristo; che il lettore non sia ingannato dagli operatori dell’informazione; che il cliente non debba temere di essere truffato dal negoziante, o avvelenato dal ristoratore. In questo sistema l’autorità del padre, del maestro, del medico, del giudice, del governante, rimanda all’autorità di Dio, che è Padre, Maestro, Giudice e Re. È evidente che l’opera di dissoluzione della società cristiana – poiché tale è ancora, anche se ne conserva ormai solo alcune tracce – è motivata dall’odio inestinguibile di Satana contro Cristo.
Ma cosa succede se, con un’opera costante di oltre duecento anni, il nemico si infiltra nelle scuole, nei tribunali, nelle istituzioni, nei seminari, nelle aziende e nei sindacati, e via via ne conquista i vertici, prendendo ordini dallo stesso gruppo di potere che tutti comanda, che tutti ricatta o ricompensa? Dinanzi all’evidenza di un tale sovvertimento non dobbiamo chiudere gli occhi perché ci sembra incredibile non essercene accorti prima, ma anzi avere il coraggio di riconoscere che tanti, troppi nostri silenzi hanno permesso al consigliere comunale corrotto, al parroco vizioso, al soldato disonesto, all’assistente ignorante, al medico senza scrupoli, all’impiegato svogliato di diventare parlamentare, vescovo, generale, professore, ministro e di essersi così reso ricattabile. Alla fine, a comandare sono in pochi, e i molti che obbediscono lo fanno per lo più per conformismo o per nascondere piccole meschinità. Ma questi pochi – e lo sappiamo dai dati che essi stessi diffondono – hanno davvero un potere esorbitante, che aumenta ad ogni nuovo loro adepto nominato ai vertici delle istituzioni. Non è impossibile, anzi: è estremamente semplice, se consideriamo chi possiede i mezzi di informazione, chi finanzia i partiti politici, chi sponsorizza le istituzioni internazionali, chi dà le pagelle di affidabilità ai bilanci delle nazioni. Sono sempre gli stessi, facenti capo a pochissimi fondi di investimento e ad un numero ancor più ristretto di esponenti dell’alta finanza usuraia. I nomi sono quelli, e si sanno.
Sono passati alcuni anni da quando Lei ha fortemente criticato papa Francesco per aver revocato le pene contro l’ex arcivescovo di Washington, Theodore McCarrick, che è uno dei principali accusati dello scandalo degli abusi della Chiesa cattolica negli Stati Uniti. Un atto vergognoso. In quanto critico veemente di un approccio conciliante a questo problema apparentemente ricorrente degli abusi sui minori, cosa può dire sulla prevalenza e sul significato di questo fenomeno crudele nella Chiesa cattolica e nella politica occidentale?
Dopo la mia denuncia sul caso McCarrick ho cercato di mostrare il legame tra la corruzione morale e quella dottrinale, evidenziando che la crisi della Fede e della Liturgia che è seguita al Concilio Vaticano II non poteva non comportare un sovvertimento della Morale nei fedeli e nel Clero. Perché una fede deviata conduce a una morale deviata; un eretico non sarà mai una persona onesta, casta, sincera: se abbraccia la menzogna e l’errore nelle questioni che riguardano direttamente la Verità di Dio, ossia Dio stesso, a maggior ragione potrà farsi una propria morale – quella che i modernisti chiamano morale della situazione – che si adatta alle circostanze.
L’errore del Concilio Vaticano II, inizialmente dissimulato per nasconderne l’indole eversiva – è stato proprio quello di pensare di poter conservare in un iperuranio la Fede intatta, considerando inattuale e troppo difficile chiedere ai fedeli di abbracciarla nella sua totalità; e in ambito morale, conservare la Morale come modello astratto, lasciando che i cattolici scegliessero secondo convenienza quali principi seguire e quali no. Per la chiesa conciliare la dottrina della divinità di Nostro Signore rimane teoricamente valida, ma si può accettare che vi sia chi non ci crede, ipotizzando un percorso – che solitamente non viene mai intrapreso – di lenta conversione che dovrebbe condurre ad abbracciare l’intero insegnamento cattolico. Similmente, l’aborto o la sodomia sono peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, ma rimangono astratte nozioni che i Pastori per primi non chiedono ai fedeli di seguire. Così il ladro continua a rubare in vista di una sua conversione futura, rassicurato dal fatto che però non uccide e non compie adulterio. Chi commette adulterio si sente rassicurato dal fatto di non picchiare i figli o di non sfruttare i dipendenti. Ma non è questo che Nostro Signore ha chiesto: Siete miei amici se farete ciò che vi comando (Gv 15, 9), ha detto; e non: siete miei amici se scegliete in cosa obbedirmi. Essere cattolici significa compiere una scelta eroica, con la quale non aderiamo ad un’associazione filantropica, ma siamo incorporati mediante il Battesimo nel Corpo Mistico di Cristo, e con la Grazia siamo costituiti figli di Dio Padre in Cristo. La mediocrità non è possibile per un Cattolico, e men che meno per un sacerdote o un Vescovo.
Questo atteggiamento rinunciatario è rivelatore di una visione umana della Chiesa, la quale secondo costoro dovrebbe adeguarsi nella pastorale alla mentalità del mondo, mantenendo nel magistero l’insegnamento di Cristo, come in una sorta di archivio che nessuno consulterà mai perché lo si considera utopico e velleitario. Un modo per mettere a tacere la coscienza conservando il depositum fidei ma per assecondare le concupiscenze e il peccato legittimando le deviazioni dottrinali e morali.
È evidente che per riuscire a convincere i vescovi a rinunciare all’integralità del Magistero cattolico li si doveva corrompere nell’anima, perché un prelato vizioso – e spesso ricattabile – non osa chiedere ad altri di rispettare i comandamenti che egli per primo infrange. Ecco perché gli infiltrati della deep church hanno eliminato o emarginato nel giro di qualche decennio la parte sana del clero e dell’episcopato, sostituendola con viziosi, lussuriosi, corrotti e eretici. La loro sola presenza ai vertici della gerarchia è lo strumento più efficace per distruggere dall’interno la Chiesa, esattamente come ha fatto il deep state in ambito civile: un politico corrotto o ricattabile voterà leggi che legittimano la corruzione e il vizio, e se non vorrà farlo perché ha qualche scrupolo morale, lo farà perché sennò vengono portati alla luce i suoi scandali personali.
L’unica via di uscita da questo labirinto infernale è un’azione moralizzatrice dell’Autorità, sia essa religiosa o civile. Chi comanda deve sapere che il suo potere appartiene a Dio, e che nell’esercitarlo deve avvalersi di tutte le virtù richieste per il buon governo e per conseguire il fine per il quale l’autorità è costituita. Il concetto di “autorità vicaria” era ben chiaro fino alla Rivoluzione francese, perché legato indissolubilmente alla Fede: è stata la cancellazione di Dio dalla società che ha ipso facto reso i governanti dei potenziali tiranni, perché li ha sollevati dalla propria responsabilità morale dinanzi a Dio – unico Signore e Re – limitando la questione del potere al gradimento della maggioranza. Lo stesso è avvenuto nella Chiesa, che ha preferito scendere a patti col mondo e assumerne la mentalità profana, convinta di poter sopravvivere – lei che è un’istituzione divina con un fine soprannaturale – presentandosi come un’istituzione umana con scopi umanitari.
Quando i vescovi – e il Papa – torneranno a credere, quando torneranno ad amare Dio per come Egli si è rivelato a noi e in ciò che Egli ci ha insegnato; quando si renderanno conto che ogni loro mancanza, ogni errore insegnato ai semplici, ogni deviazione tollerata ha deturpato il volto di Cristo, ha lacerato le Sue carni nella flagellazione, ha perforato le Sue mani e i Suoi piedi nella crocifissione e che per questo Nostro Signore è morto per redimerci, essi saranno disposti a morire per testimoniare la loro fedeltà a Colui che li ha costituiti in autorità. Finché cercheranno di barcamenarsi con logiche umane, il loro ministero sarà vuoto, come vuote sono le loro chiese, i loro seminari, i loro conventi. Spariranno per estinzione, mentre i buoni sacerdoti continueranno a fare ciò che si è sempre fatto per la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli.
Naturalmente, non è possibile fornire una valutazione medica al riguardo. Tuttavia, poiché interpreta la crisi attuale non solo come una crisi medica o politica, ma riconosce una rilevanza escatologica degli eventi attuali, saremmo interessati a sapere come valuta, dal Suo punto di vista teologico, le iniezioni di mRNA, che svolgono un ruolo cruciale nell’intera orchestrazione.
La modifica del DNA dell’individuo provocata dal siero sperimentale con nuova tecnologia mRNA è forse l’aspetto più allarmante di questa battaglia epocale. Se ci sono poteri economici che non si fanno scrupolo alcuno a colpire la popolazione mondiale per indebolirne il sistema immunitario, provocare morti improvvise e renderci tutti malati cronici a cui vendere i loro intrugli o i loro servizi di assistenza sanitaria, dall’altra parte ci sono persone votate al male e che sono ben consapevoli di lavorare per un piano infernale, per l’avvento dell’Anticristo tramite la sinarchia del Nwo.
Nel tentativo di modificare geneticamente l’uomo vediamo portata alle estreme conseguenze l’avversione di Satana contro la Creazione, e in particolare contro l’uomo, che nell’economia della salvezza è stato scelto per essere tempio della Santissima Trinità, immagine di Dio.
Nella Sua lettera all’allora presidente Donald Trump, parla di un confronto tra le forze della luce e le forze delle tenebre. A che punto siamo in questo confronto? Quali sono i possibili esiti di questa lotta? Cosa possiamo fare noi, che vogliamo difendere la luce?
Agli eventi terreni si intersecano gli eventi spirituali, la Storia si incrocia con l’eternità di Dio, le vicende umane sono il campo di battaglia in cui i figli delle tenebre combattono i figli della Luce: una battaglia che per l’umanità è iniziata con la caduta di Adamo, ingannato da Satana e illuso di poter essere come Dio. Quella tentazione è riproposta nel corso dei secoli ad ogni uomo, ogniqualvolta il Nemico cerca di persuaderlo di poter decidere autonomamente cosa è bene e cosa è male, arrogandosi i diritti sovrani del Signore sulle creature. È la battaglia che si combatte anche oggi, dopo secoli di ribellione alla Legge di Dio e di rifiuto di riconoscere la signoria di Gesù Cristo. Alla fine, tutto si riconduce a questo discrimen, al «chi non è con Me è contro di Me» (Lc 11, 14), e alla nostra libera risposta all’amore di Dio Creatore e Redentore.
Giudicare questi eventi epocali come un semplice complotto umano finalizzato al potere sarebbe riduttivo; pensare che tutti i fautori del Great Reset siano convinti adoratori di Satana è esagerato. Ma proprio per questa nostra debolezza, tutta umana, non solo nel compiere il bene ma anche nel fare il male, possiamo muovere a misericordia il Signore, facendo sì che Egli confonda i disegni degli empi e non permetta loro di raggiungere i loro intenti. I buoni sono disorganizzati, divisi, litigiosi; i malvagi organizzatissimi, uniti e sempre uniti adversus Dominum, et adversus Christum ejus. Ma i buoni, se comprendono la dimensione spirituale di questo scontro epocale e decidono di schierarsi sotto i vessilli di Cristo Re, potranno con Lui conseguire la vittoria e veder sbaragliati i comuni nemici.
Mi permetta di concludere questa intervista ringraziando Lei, Avvocato Füllmich, per avermi dato l’opportunità di esprimere il mio pensiero su questi temi importanti. Auguro a tutti voi della Commissione Corona e a quanti in ogni Nazione combattono il Leviatano globalista di poter ottenere i risultati auspicati. Di cuore vi benedico.
+ Carlo Maria Viganò, arcivescovo