Cari amici di Duc in altum, non si fermano i colpi di scena all’interno di Comunione e Liberazione. In una lettera datata 10 giugno 2022 (ve la proponiamo qui sotto), il cardinale prefetto del Dicastero vaticano per i laici, la famiglia e la vita, Kevin Farrell, si rivolge al presidente della Fraternità di CL, Davide Prosperi, che sta cercando di riportare il Movimento sui binari tracciati da don Giussani. Oggetto della missiva (anche se non citato in modo esplicito) è don Julian Carron, il prete spagnolo che si è dimesso nello scorso novembre ma – ci segnalano fonti interne a CL – “continua a girare l’Italia con le sue truppe di fedelissimi nel tentativo di spaccare Comunione e Liberazione, disobbedendo alla Chiesa soprattutto a livello dottrinale”.
La teoria carroniana che il carisma passa dal fondatore al successore è “gravemente contraria agli insegnamento della Chiesa” scrive il cardinale Farrell in questa lettera dai toni duri.
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Dicasterium pro Laici, Familia et Vita
Vaticano, 10 giugno 2022
Prot. N. 59/2022/561-A49/R
Egregio Prof. Davide PROSPERI
Presidente Fraternità di Comunione e Liberazione
Via Giuseppe De Notaris, 50
20128 MILANO
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Egregio Professore,
il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita ha ricevuto recentemente una lettera di un membro della Fraternità di Comunione e Liberazione, il quale ha voluto fornire un’interpretazione delle comunicazioni del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita in merito alla durata e alla legittimità del Suo mandato.
La citata lettera e le numerose segnalazioni ricevute dal Dicastero in merito al persistere di una preoccupante confusione sui temi del carisma, dell’obbedienza e dell’autorità da alcuni alimentata, mi offrono l’occasione per chiarire alcuni punti fondamentali.
Anzitutto, mi preme precisare che la dottrina della “successione del carisma” – proposta e alimentata durante l’ultimo decennio in seno a CL da chi era incaricato della conduzione, con strascichi che vengono ancora coltivati e favoriti in occasione di alcuni interventi pubblici – è gravemente contraria agli insegnamenti della Chiesa. I Moderatori e i Presidenti dei Movimenti ecclesiali non ricevono per successione personale il carisma del fondatore e non ne sono, dunque, gli unici interpreti. Se così fosse, ci troveremmo di fronte a un tentativo indebito e fuorviante di appropriazione e personalizzazione del carisma da parte di chi ha il ruolo di guida; da ciò deriverebbe un’autoreferenzialità non ammissibile nella Chiesa.
Lo ha ricordato chiaramente il Santo Padre ai Moderatori e ai Presidenti delle associazioni internazionali di fedeli, in occasione dell’Incontro del 16 settembre scorso in Vaticano: «Cadiamo nella trappola della slealtà quando ci presentiamo agli altri come gli unici interpreti del carisma, gli unici eredi della nostra associazione o movimento – quel caso che ho menzionato prima -; oppure quando, ritenendoci indispensabili, facciamo di tutto per ricoprire incarichi a vita; o ancora quando pretendiamo di decidere a priori chi debba essere il nostro successore. Questo succede? Sì, succede. E più spesso di quello che crediamo. Nessuno è padrone dei doni ricevuti per il bene della Chiesa – siamo amministratori –, nessuno deve soffocarli, ma lasciarli crescere, con me o con quello che viene dopo di me. Ciascuno, laddove è posto dal Signore, è chiamato a farli crescere, a farli fruttificare, fiducioso nel fatto che è Dio che opera tutto in tutti (cfr 1 Cor 12,6) e che il nostro vero bene fruttifica nella comunione ecclesiale».
Il carisma di CL, dunque, come i carismi che hanno suscitato la nascita di molteplici realtà aggregative nella Chiesa, ha una dimensione collettiva e comunionale: ha dato origine a una comunità di persone chiamate a vivere e rendere operante quel carisma nella storia. Neanche il fondatore può essere considerato “punto sorgivo” del carisma o “proprietario” del medesimo. Egli è il tramite mediante il quale lo Spirito Santo ha elargito uno specifico carisma ad utilitatem di tutto il Popolo di Dio (cfr. Lettera Iuvenescit Ecclesia nn. 5-7), cioè partecipato da tutti coloro che ricevono questo dono dallo Spirito Santo, a vantaggio di tutta la Chiesa. Tutti coloro che ricevono la chiamata a vivere secondo tale carisma – come precisato da padre Gianfranco Ghirlanda SJ durante l’assemblea dei Memores Domini in video collegamento del 27 giugno 2021 – sono investiti della medesima responsabilità di viverlo, custodirlo, approfondirlo e svilupparlo in sintonia con la Chiesa universale. I carismi elargiti dallo Spirito sono patrimonio di cui non si è padroni; essi si conoscono e si accolgono in vista del bene comune.
Pertanto, La prego di voler provvedere affinché sia promossa, quanto prima, presso tutti i membri dell’associazione, un’opportuna formazione sul tema dei carismi nella Chiesa e di far cessare ogni azione volta a promuovere questa falsa dottrina tra i membri di CL.
In secondo luogo, al Dicastero duole constatare che alcuni responsabili e persone influenti all’interno del Movimento continuino a suggerire e a promuovere tra i membri di CL – anche pubblicamente – un clima di sfiducia nei confronti della Chiesa e di resistenza alle sue indicazioni; un forte personalismo; divisioni interne e logiche manipolatorie; un ampio dissenso riguardo agli interventi e alle decisioni dell’autorità ecclesiastica. Tutto questo compromette inesorabilmente la presa di coscienza degli errori del passato, immobilizzando il risanamento profondo di idee, principi e prassi più volte sollecitato dall’autorità ecclesiastica.
È necessario che il Movimento di Comunione e Liberazione, e in primis i suoi dirigenti e responsabili ad ogni livello – inclusi coloro i quali hanno ricoperto in passato incarichi di governo elo educativi ed hanno cessato da tali incarichi – accolgano con docilità e spirito ecclesiale l’invito della Chiesa a riconoscere i problemi e a rivedere insegnamenti, prassi, metodi di governo e forme di organizzazione della vita interna che si sono rivelate inadeguate o addirittura dannose. Senza una seria presa di coscienza di tali limiti sarà impossibile non solo effettuare una riflessione adeguata sulle norme statutarie, ma anche prevedere elezioni libere e responsabili.
A fronte di quanto precisato, il Dicastero, nel confermare, ove necessario, la legittimità della Sua nomina conseguente alle dimissioni del già Presidente della Fraternità, don Julián Carrón, e alla luce dell’art. 19 dello statuto vigente come già esplicitato in apposita missiva, si vede necessitato a favorire una stabilità che possa condurre la Fraternità ad affrontare i problemi che ha al suo interno.
Considerata, pertanto, la situazione venutasi a creare con le dimissioni di don Julián Carrón, da un lato, e con il persistere, dall’altro, di interventi che promuovono l’insegnamento della successione del carisma e la resistenza a quanto disposto dall’autorità ecclesiastica; al fine di tutelare l’ecclesialità della Fraternità di CL; considerate, altresì, le iniziative da Lei opportunamente promosse con l’avallo della Diaconia centrale a livello educativo e di conduzione, si conferma anche nei fatti l’opportunità e l’utilità che il Suo mandato si protragga per un quinquennio a decorrere dal giorno in cui è avvenuta la Sua nomina.
Mi preme infine manifestarLe la riconoscenza della Chiesa per essersi assunto con grande serietà e competenza la responsabilità di guidare CL in questo frangente così delicato della sua storia. Il lavoro da Ella intrapreso sino ad oggi, il Suo impegno e la Sua coscienza chiara riguardo ai problemi succitati, non fanno che confermare la fiducia della Chiesa nei Suoi confronti.
Nel chiederLe di voler condividere la presente con tutti i membri della Fraternità di Comunione e Liberazione affinché in maniera trasparente conoscano quanto sin qui espresso e, in ossequio a quanto testimoniato da don Giussani, rifuggano da qualsivoglia personalismo, profitto volentieri dell’occasione per porgere a Lei e ai membri della Diaconia centrale cordiali saluti nel Signore.
Kevin Card. Farrell
Prefetto
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Nella foto, il cardinale Kevin Joseph Farrell