di Edwin Benson
Un piano di breve durata
Lunedì 23 maggio è apparsa la notizia che il colosso assicurativo State Farm Insurance aveva intenzione di distribuire “libri Lgbtq” ai bambini della scuola materna. Quanta differenza può fare un giorno! Non sono passate ventiquattr’ore che State Farm ha dovuto abbandonare il piano. La reazione popolare che ha portato alla sua interruzione mostra quanto le grandi aziende woke [così è denominata l’ideologia di sinistra che si pretende riparatrice di ingiustizie sociali di ogni tipo, NdT] possano essere vulnerabili quando vengono seriamente affrontate. È interessante notare che State Farm non ha annunciato il programma con gli sforzi pubblicitari solitamente riservati alla beneficenza aziendale. Il pubblico è venuto a conoscenza dell’iniziativa grazie a una e-mail trapelata da Consumers’ Research.
State attenti a ciò che dite nelle e-mail!
La fonte dell’e-mail era José Soto, “analista per la responsabilità aziendale” di State Farm. La data era il 18 gennaio 2022. Il signor Soto ha comunicato agli agenti di State Farm in Florida che l’azienda avrebbe partecipato al progetto GenderCool. “L’obiettivo del progetto consiste nell’aumentare la rappresentazione dei libri Lgbtq+ e sostenere le nostre comunità nell’avere conversazioni impegnative, importanti e responsabilizzanti con i bambini dai cinque anni in su”.
Il signor Soto ha chiesto a sei agenti della Florida di collaborare con lui per avviare il progetto. Tuttavia, aveva in mente prospettive più grandi. “A livello nazionale, circa 550 agenti e dipendenti di State Farm potranno avere l’opportunità di donare un pacchetto di tre libri all’insegnante locale, al centro sociale e a una biblioteca di loro scelta… Oltre a donare i libri, invitiamo gli agenti a mettere in evidenza il nostro impegno per la diversità di genere sulle pagine dei loro social media”.
GenderCool: fornitori di ideologia gender
Il pacchetto di tre libri costituisce la collana GenderCool, disponibile sul sito web del progetto. I libri sono: “Un libro per bambini sull’essere transgender”, “Un libro per bambini sull’essere inclusivo” e “Un libro per bambini sull’essere non binario”.
GenderCool è stato partorito dalle menti di John e Jennifer Grosshandler, genitori di quattro figli, uno dei quali “si vanta orgogliosamente di essere transgender”. I due genitori hanno pensato bene di promuovere “storie positive su bambini transgender e non-binari”. A parte i libri, GenderCool lavora anche con i direttori di casting per fornire attori ai registi pubblicitari, televisivi e cinematografici “impegnati a evolvere i ruoli che riflettono i giovani di oggi”.
Oltre che con State Farm, l’organizzazione GenderCool “collabora” con alcuni importanti attori della vita economica americana, tra cui Dell, Hewlett-Packard, The Gap, Intel, Nike e Allstate.
Interpellate dal Washington Examiner, le assicurazioni State Farm hanno dichiarato che “ai partecipanti non è stato chiesto di condividere (il materiale) con le scuole”, anche se la e-mail del signor Soto menzionava gli insegnanti. L’azienda ha poi insistito nel sostegno al suo programma woke.
“In State Farm siamo impegnati a favore della diversità e dell’inclusione; non sono solo parole, ma sono parte integrante del nostro modo di operare e di guidare la nostra organizzazione. Riconosciamo e valorizziamo la diversità di tutte le persone e sosteniamo una cultura del rispetto e dell’inclusione nelle comunità in cui viviamo e lavoriamo, oltre che nel nostro luogo di lavoro…. Accogliamo la diversità e l’inclusione perché è la cosa giusta da fare”.
L’inversione di marcia
State Farm è una compagnia di assicurazioni mutualistica, il che significa che i suoi assicurati ne sono i proprietari. La reazione degli assicurati alla generosità di State Farm deve essere stata molto intensa, tanto che la compagnia ha cancellato il programma il giorno dopo essere stato reso pubblico.
La National Review ha pubblicato un articolo intitolato “State Farm abbandona il programma di libri per bambini Lgbtq dopo la fuga di notizie”. L’articolo cita Victor Terry, capo dell’Ufficio diversità dell’azienda. “Il sostegno di State Farm a un programma filantropico, GenderCool, è stato oggetto di notizie e interrogativi da parte dei clienti. Non sosterremo più quel programma”.
Poi Terry ha fatto una curiosa dichiarazione che ha mandato la sinistra su tutte le furie: “Le conversazioni sul genere e sull’identità dovrebbero avvenire a casa con i genitori”.
Lacrime a sinistra
In effetti, ci sono stati pianto e stridore di denti. La pubblicazione pro-omosessuali The Advocate ha iniziato un suo articolo così: “Dopo le reazioni della destra, State Farm Insurance ha interrotto i rapporti con un progetto favorevole all’accettazione dei giovani Lgbtq+”. La pubblicazione chiede poi alla State Farm una dichiarazione e ha pubblicato la sua risposta.
“Continueremo a studiare come sostenere i nostri collaboratori e le organizzazioni che si allineano al nostro impegno per la diversità e l’inclusione, compresa la comunità Lgbtq+”.
Ma The Advocate non ne è rimasto soddisfatto. “Non è chiaro cosa intenda con ciò l’azienda”. L’ultra-sinistrorso HuffPost va oltre e vede un collegamento tra la decisione di State Farm e la recente legge della Florida, erroneamente etichettata come Don’t say gay [non dire gay, NdT].
“Il direttore esecutivo di Consumers Research, Will Hild, ha accusato la State Farm di tentare d’indottrinare bambini fornendo libri di tematiche inclusive Lgbtq ai giovani studenti della Florida, dove è stata recentemente firmata la cosiddetta legge Don’t say gay“.
L’HuffPost ha inoltre fatto un collegamento con quanti si oppongono all’imposizione nelle scuole americane della Teoria Critica della Razza [programma ideologico che biasima i bianchi e la cultura europea per avere discriminato storicamente altre realtà presenti in America, NdT]: “Stati conservatori come lo Utah, l’Oklahoma, il Texas e la Louisiana hanno introdotto o firmato leggi che vietano l’insegnamento della Teoria critica della razza, un programma accademico che i conservatori hanno erroneamente sostenuto essere imposto ai bambini nelle scuole pubbliche”.
Una gigantesca dose di dissenso
L’intera situazione è imbarazzante per la compagnia assicurativa, che ha perso molta credibilità su entrambi gli schieramenti ideologici. La destra si sente tradita perché l’adesione al programma è stata fatta senza informare gli assicurati. La sinistra, come si sa, non potrà mai perdonare chi si allontana dalla sua agenda woke.
State Farm sottoscrive oltre ottanta milioni di polizze per i clienti, molti dei quali sono conservatori. Basta vedere gli innumerevoli spot televisivi per capire che questi clienti hanno molte altre opzioni alternative. E sono molte le compagnie pronte a sottoscrivere polizze per coloro che sono rimasti sconcertati dall’attivismo sociale di State Farm.
Tony Perkins, del Family Research Council, usa un’analogia semplice per descrivere la situazione in cui si ritrova State Farm: “C’è un vecchio detto che dice che le uniche cose che si trovano in mezzo all’autostrada sono le strisce gialle e le carcasse delle macchine tamponate. State Farm se ne sta accorgendo, a soli quattro giorni dall’inizio di un disastro di pubbliche relazioni che essa stessa ha causato”. E prosegue Perkins: “Con grande sorpresa, gli americani non hanno reagito bene quando la compagnia assicurativa è stata sorpresa a distribuire libri transgender a bambini di cinque anni. Ma invece di fare marcia indietro quando ha toccato il fuoco dei fornelli, State Farm è rimasta scottata da un altro errore: credere di poter accontentare entrambe le parti”.
Purtroppo State Farm non biasima la sua alleanza con GenderCool, ma solo la reazione dell’opinione pubblica. Ecco un esempio del perché è così importante impegnarsi nella guerra culturale. Le aziende si ritirano quando sono messe all’angolo. I clienti stanno dando a State Farm la stessa lezione che lo Stato della Florida ha dato a Disney: c’è un prezzo pesante da pagare quando le aziende si spostano sul lato woke della strada.
Fonte: returntoorder.org
Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà Italia.