Stati Uniti / Vescovo ritira lo status di cattolica a scuola dei gesuiti che ha sventolato bandiere del Gay Pride e del Black Lives Matter

Dopo aver avvertito che l’avrebbe fatto, monsignor Robert J. McManus, vescovo di Worcester, Massachusetts, ha ritirato lo status di scuola cattolica a un istituto superiore gestito dalla Compagnia di Gesù che ha esposto a lungo le bandiere del Gay Pride e del Black Lives Matter.

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“Sventolare queste bandiere davanti a una scuola cattolica invia al pubblico un messaggio contraddittorio, confuso e scandaloso sulla posizione della Chiesa su queste importanti questioni morali e sociali”. È quanto afferma un decreto emesso il 10 giugno e firmato dal vescovo McManus di Worcester, nel Massachussets. Il decreto è stato pubblicato  nel sito della diocesi.

In risposta, Thomas McKenney, presidente della Worcester’s Nativity School, ha scritto in una lettera alla comunità scolastica che l’istituto continuerà a sventolare bandiere e denuncia la decisione del vescovo attraverso i canali della chiesa.

“In quanto scuola multiculturale, per noi le bandiere rappresentano l’inclusione e il rispetto per tutte le persone”, ha scritto McKenney. “Queste bandiere affermano semplicemente che tutti sono i benvenuti al Nativity e questo valore di inclusione è radicato nell’insegnamento cattolico”.

Fondato nel 2003, il Nativity College di Worcester offre istruzione gratuita ai bambini delle comunità economicamente svantaggiate. Affiliata ai gesuiti, la scuola non riceve alcun sostegno finanziario dalla diocesi di Worcester e fa invece affidamento su donazioni e sovvenzioni. Secondo il sito web della scuola, il corpo studentesco è composto da 61 ragazzi, dal quinto all’ottavo anno, la maggior parte dei quali di colore.

Nel gennaio 2021, gli studenti hanno chiesto alla scuola di sventolare una bandiera arcobaleno per mostrare sostegno alla comunità Lgbt e un’altra per supportare Black Lives Matter. Secondo la scuola, le bandiere sono rimaste esposte per più di un anno prima che il vescovo ne chiedesse la rimozione. Poco dopo quella richiesta, le bandiere sono state vandalizzate, ma la scuola le ha sostituite.

Il vescovo McManus ha riconosciuto che le persone differiscono sul significato dei simboli, ma sostiene che le due bandiere sono incompatibili con l’insegnamento cattolico: “Mentre la Chiesa cattolica si unisce alla nostra nazione nell’insegnare che tutte le vite sono uguali davanti a Dio e alla legge e che tutte le vite richiedono il nostro rispetto, indipendentemente da razza, sesso o etnia, la bandiera con l’emblema Black Lives Matter è stata cooptata a volte da alcune fazioni che instillano anche una diffusa sfiducia nei confronti della polizia e di coloro incaricati di far rispettare le nostre leggi. Non lo insegniamo nelle nostre scuole”, ha affermato il vescovo McManus in una dichiarazione scritta il 3 aprile. “E, mentre insegniamo che tutti sono creati a immagine e somiglianza di Dio, le bandiere del gay pride sono spesso usate per contrastare l’insegnamento cattolico che il matrimonio sacramentale è tra un uomo e una donna”.

Queste le argomentazioni avanzate dal vescovo nel decreto, in cui sostiene ancora una volta che la bandiera dell’orgoglio connotava il sostegno al matrimonio tra persone dello stesso sesso, a cui la Chiesa cattolica si oppone, e “a condurre attivamente uno stile di vita Lgbtq+”.

Riguardo allo striscione Black Lives Matter, il vescovo scrive che “la Chiesa cattolica insegna che tutta la vita è sacra e la Chiesa appoggia certamente inequivocabilmente la frase ‘le vite nere contano’ e afferma fermamente che tutte le vite contano”.  Ma il movimento Black Lives Matter “promuove una piattaforma che contraddice direttamente l’insegnamento sociale cattolico sull’importanza e il ruolo della famiglia nucleare e cerca di sconvolgere la struttura familiare in chiara opposizione agli insegnamenti della Chiesa cattolica”.

Fonte: infocatolica.com

 

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