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La libertà negata e la strada della disobbedienza civile

di Costantino Ceoldo

english.pravda.ru

La maggior parte degli italiani ha vissuto l’arrivo dei vaccini contro il Covid-19 come la liberazione da un incubo, il ritorno sulla vecchia strada, più familiare e sicura, una strada che avrebbe permesso di accantonare definitivamente non solo quarantene, guanti, mascherine e disinfettanti ma, soprattutto, avrebbe impedito di ammalarsi e morire a causa di un morbo apparentemente apocalittico.

Complici i grandi media, molti italiani hanno trovato irragionevole la posizione di chi diffidava dei vaccini. Il rifiuto della vaccinazione, il rifiuto del famigerato tampone e del green (o black…) pass, sono stati intesi come una fuga dalle proprie responsabilità e molti qui in Italia hanno parteggiato apertamente per le costrizioni punitive inventate dal governo e per le manganellate che la polizia ha democraticamente distribuito, senza avarizia, sui manifestanti che osavano protestare.

L’efficacia dei vaccini e i loro effetti collaterali meriterebbero un’enciclopedia a parte ma si può comunque dire che finora non sono stati proprio quell’invenzione sfolgorante per la quale ci sono stati venduti e potenzialmente ci sono degli aspetti nascosti che potrebbero essere tragicamente evidenti in un futuro non molto lontano, con conseguenze non solo legate all’ambito puramente medico.

Fino a poco tempo fa la magistratura italiana pareva invisibile, congelata o incapace di prendere delle posizioni chiare rispetto alle scelte del governo presieduto da Mario Draghi e solo recentemente ci sono state delle sentenze avverse al governo.

Anche gli avvocati italiani hanno seguito generalmente la linea governativa e non sono molti quelli che si sono spesi per difendere coloro che sono stati sospesi perché privi del lasciapassare sanitario o perché non vaccinati.

Tra medici a rischio sospensione anche se hanno curato e salvato migliaia di pazienti, come il dottor Andrea Stramezzi, una magistratura apparentemente indecisa e avvocati riottosi se non apertamente ostili nei confronti dei non vaccinati, c’era e c’è poco da star allegri per chi si oppone al vaccino in questa nostra Italia al tempo del Covid.

Ci sono però delle eccezioni. Una è l’avvocato Alessandro Fusillo, che si è speso non poco per fornire assistenza legale a coloro che ritenevano ingiuste le decisioni del governo Draghi. Fusillo è, tra l’altro, uno degli avvocati che stanno difendendo il dottor Stramezzi. Le domande che gli ho rivolto cercano di puntualizzare una volta di più le ragioni rimaste inascoltate di molti italiani e portano alla luce la divisione profonda che si è venuta a creare nel nostro amato Paese.

Secondo lei è corretto chiamare no-vax coloro che rifiutano i vaccini Covid?

Non è corretto ed il termine viene volutamente impiegato allo scopo di sviare l’attenzione dalle gravi problematiche che affliggono i cosiddetti vaccini contro la malattia Covid-19. Il termine “no-vax” descriveva tradizionalmente le persone che erano pregiudizialmente contrarie a tutti i vaccini, ad esempio per ragioni religiose o di sfiducia nei confronti della medicina tradizionale e delle case farmaceutiche. Nel caso dei vaccini Covid-19 tutti coloro che sono stati etichettati come “no-vax” in realtà non hanno fatto valere alcuna posizione pregiudiziale contraria ai vaccini, ma hanno affermato il valore della libera scelta e messo in evidenza i problemi molto seri che riguardano queste terapie. Si tratta, infatti, di farmaci ancora in fase sperimentale di cui non si conoscono gli effetti avversi a medio e lungo termine. Questi cosiddetti vaccini sono stati fortemente raccomandati e talvolta imposti a tutta la popolazione mentre il rischio connesso alla malattia Covid-19 è molto diverso tra fasce di età, il che avrebbero richiesto una valutazione differenziata per ogni paziente. Inoltre, la tecnica del mRNA messaggero è nuova, mai utilizzata nei vaccini umani e molti si sentono trattati, giustamente, come delle cavie. Infine, i vaccini non sono efficaci. Sono moltissimi i casi di soggetti vaccinati che si reinfettano della malattia Covid-19 e che a loro volta infettano gli altri, come è ovvio nei casi dei virus influenzali che mutano molto rapidamente e che rendono i vaccini spesso completamente inutili. A tutto questo si aggiunga che il governo non ha commissionato alcuna analisi indipendente dei vaccini di cui non si conosce nemmeno l’esatta composizione chimica poiché le case farmaceutiche ritengono che si tratti di un’informazione coperta dal segreto industriale. Chiunque non abbia accettato in modo acritico la narrativa ufficiale è stato etichettato come “no-vax” e contrario alla scienza, mentre è proprio il metodo scientifico ad esigere che tutto venga verificato, controllato e messo in discussione.

Quali sono i diritti di chi si oppone ai vaccini Covid e da dove derivano? Quanto è difficile difendere questi diritti, qui in Italia?

Il vero problema nasce dalla imposizione dei vaccini come obbligo per una serie di categorie, gli operatori sanitari, gli insegnanti delle scuole e delle università, il personale militare e delle forze dell’ordine e, da ultimo, gli ultracinquantenni. Il diritto di disporre liberamente del proprio corpo anche mediante il rifiuto di trattamenti sanitari è un principio di diritto naturale. La sua negazione comporta l’affermazione che taluni hanno il diritto di disporre del corpo degli altri, se del caso con la forza. I sistemi che negano l’inviolabilità del corpo sono fondati sull’arbitrio e il diritto del più forte. Infatti, i trattamenti sanitari obbligatori sono vietati da una serie di fonti del diritto internazionale: anzitutto la Convenzione di Oviedo e la Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea che fanno dipendere ogni trattamento sanitario dal consenso libero e informato della persona interessata.

Il principio del consenso informato ha una lunga tradizione legale che si ricollega al Codice di Norimberga, nato dopo la tragica esperienza della medicina nazionalsocialista che ha utilizzato i prigionieri dei campi di concentramento come cavie per degli esperimenti medici. Anche la costituzione italiana, sebbene consenta i trattamenti sanitari obbligatori, non permette che un vaccino sia imposto, a meno che si tratti di un farmaco utile sia a chi lo assume sia a tutti gli altri, che non vi siano effetti avversi se non quelli normali e tollerabili e che la legge preveda comunque un indennizzo in caso di effetti avversi. I vaccini Covid-19 non rientrano in questi parametri molto restrittivi stabiliti dalla nostra Corte costituzionale. Ad oggi è molto difficile far valere il diritto all’autodeterminazione sanitaria in Italia e la responsabilità di questa situazione va attribuita principalmente ai giudici ed in misura minore alla classe forense e medica. Se è vero che finalmente alcune corti (in particolare il Consiglio di giustizia amministrativa siciliano) hanno sollevato la questione di costituzionalità, è anche vero che molti importanti giudici, in particolare il Consiglio di Stato, hanno sistematicamente rifiutato non solo di vedere gli evidenti problemi di costituzionalità, ma anche di disapplicare le norme sugli obblighi vaccinali come avrebbero potuto fare molto facilmente in base alla normativa europea. I magistrati, anziché controllare l’operato del governo, come sarebbe loro compito, hanno ritenuto di essere gli esecutori della politica sanitaria governativa. Il supremo giudice amministrativo continua, poi, nelle sue sentenze ad affermare un fatto non vero e cioè che i vaccini non avrebbero effetti avversi gravi, quando è la stessa Aifa, l’autorità italiana di farmacovigilanza, ad aver constatato migliaia di casi molto gravi, comprese alcune decine di morti accertate, il tutto con l’utilizzazione di un algoritmo che esclude tutti i casi verificatisi dopo quattordici giorni dall’inoculazione e, quindi, incapace di tenere conto degli effetti avversi nel medio e nel lungo periodo. Anche noi avvocati avremmo potuto e dovuto fare di più. Sono molti i colleghi che non si sono nemmeno resi conto dell’attacco senza precedenti ai diritti dell’uomo che è stato perpetrato negli ultimi due ani in Italia. Non meno responsabili sono i medici che si sono fatti imporre prima un protocollo evidentemente errato per la cura del Covid-19 (paracetamolo e “vigile attesa”) e hanno accettato poi l’obbligo vaccinale senza discussioni. Un semplice sciopero di tutti i medici avrebbe potuto far cambiare direzione al governo in breve tempo.

Può ricordarci che cos’è un decreto-legge e se, secondo la sua opinione di avvocato, c’è stato un abuso di questo strumento legislativo da parte degli ultimi due governi?

Il decreto-legge è un provvedimento avente forza di legge adottato dal governo in casi di straordinaria necessità e urgenza che deve essere approvato dal parlamento entro sessanta giorni a pena di decadenza, cioè di inefficacia. Questo è quanto prevede la costituzione. Vi è, tuttavia, il malvezzo dei governi (non solo gli ultimi due) di abusare di questo strumento sotto due profili, il primo è quello di prescindere dai requisiti di necessità e urgenza che sono spesso una formula vuota. L’altro aspetto, ancora più grave, è quello di collegare alla conversione in legge del decreto-legge la cosiddetta questione di fiducia, cioè il voto sulla permanenza in carica del governo. In questo modo il parlamento si trova nella scomoda situazione di dover far cadere il governo in caso di mancata conversione in legge del decreto e viene letteralmente espropriato della possibilità di discutere e modificare le norme. Si aggiunga che i singoli parlamentari non solo dipendono dalla decisione dei capi dei partiti se ricandidarli o meno, ma molti hanno anche una forte dipendenza economica dagli stipendi elevatissimi (tra i più alti del mondo) che pochi parlamentari sarebbero in grado di guadagnare lavorando. Il risultato è quello di un parlamento sottomesso alle decisioni del governo e privo della capacità e dell’autorevolezza per porre un freno agli abusi del governo che aumenta sempre di più i suoi poteri.

In realtà non esiste solo il Governo con i suoi ministri ma anche il Parlamento e il presidente della Repubblica. Non crede che sia venuta meno una reciproca funzione di controllo che avrebbe dovuto evitare o almeno moderare eventuali storture politiche?

Il sistema di pesi e contrappesi disegnato dai padri costituenti della repubblica è fallito. Il parlamento non è più in grado di esercitare alcun potere ed è ostaggio del governo. D’altro canto, il presidente della Repubblica è ormai almeno dal 2011, a partire dal governo Monti, il vero arbitro della politica poiché i primi ministri sono stati sempre di più espressione della politica presidenziale. I due soggetti politici che hanno incrementato a dismisura i propri poteri negli ultimi anni sono stati il presidente della Repubblica e il primo ministro che sono i veri padroni del Paese senza che vi sia alcun contropotere in grado di bloccarli. L’Italia ha imboccato una strada autoritaria di culto dell’uomo forte che decide in solitaria senza alcun reale controllo. D’altro canto, i due massimi esponenti di questa direzione, il signor Monti e il signor Draghi, vengono da apparati burocratici (la Commissione europea e la Bce) dove il potere viene esercitato senza alcun controllo e soprattutto senza alcuna legittimazione democratica. La Corte costituzionale, che sarebbe l’altro elemento di garanzia, non è in grado di svolgere questa funzione a causa della sua composizione che per due terzi è di nomina politica, il che fa venir meno ogni garanzia di imparzialità e di distacco dall’apparato governativo. Ancor più grave è il conflitto d’interesse che caratterizza molti supremi giudici amministrativi del Consiglio di Stato che alternano incarichi giudicanti con funzioni di vertice delle amministrazioni come capi di gabinetto, il che crea una indebita commistione tra giudicanti e giudicati.

Il governo di Mario Draghi ha cercato di imporre la vaccinazione privando le persone sia del lavoro che dello stipendio ma volendo al contempo la firma sul consenso informato. Non è una contraddizione, per altro crudele?

La contraddizione è evidente e va letta insieme alla scelta consapevole di non prevedere alcun indennizzo per gli effetti avversi dei vaccini e di esentare i medici vaccinatori da responsabilità penale in caso di morte o lesioni gravi determinate dai trattamenti in questione. La facile previsione è che le migliaia di persone danneggiate dai vaccini Covid-19 si vedranno opporre un diniego da parte del governo che, utilizzando la scusa della firma del modulo di consenso informato, rifiuterà di indennizzarli. Oltretutto non bisogna dimenticare che la Repubblica Italiana è definita dall’art. 1 della Costituzione come democratica e fondata sul lavoro. Vietare a molti non vaccinati di guadagnarsi da vivere lavorando è stato un atto gravissimo e senza precedenti da parte del governo italiano che ha rinnegato le fondamenta sulle quali è costruita la Repubblica.

È eccessivo parlare di estorsione?
Non è eccessivo. Non solo io, ma anche altri avvocati che stanno tutelando i diritti fondamentali dei cittadini lesi dai provvedimenti del governo abbiamo messo a disposizione di chi fosse interessato uno schema di denuncia per estorsione contro il governo. Costringere qualcuno a fare qualcosa sotto la minaccia di un male ingiusto (nel nostro caso la perdita del lavoro) integra il reato di estorsione e so che in migliaia hanno presentato queste denunce. Il problema sarà trovare un magistrato che abbia il coraggio di mettere sotto processo il signor Draghi, il signor Speranza e gli altri ministri del governo, come sarebbe giusto e doveroso.

Che fare quindi?

La strada che ho indicato più volte è quella della disobbedienza civile non violenta e ovviamente quella delle azioni legali e delle denunce. È necessario e urgente, poi, aprire una nuova fase costituente allo scopo di cambiare o di riscrivere la costituzione. Il governo ha troppi poteri ed i cittadini devono esercitare quella sovranità che è loro riconosciuta anche dalla costituzione esistente per mettere dei limiti invalicabili all’azione governativa. La libertà individuale, soprattutto quella di autodeterminazione sanitaria, deve essere riaffermata come principio inviolabile. Finché ci sarà un potere che possa pretendere di esercitare le scelte mediche per i cittadini non solo non saremo liberi, ma saremo territorio di caccia per le multinazionali farmaceutiche interessate a vendere i loro prodotti, meglio se con l’aiuto del governo.

Come ultima cosa, vorrei ricordare la campagna d’odio scatenata contro coloro che non volevano vaccinarsi. Che ne pensa? Come vede il futuro della nostra Repubblica?

La campagna d’odio cui hanno partecipato numerosi ministri del governo, seguiti da personaggi che indegnamente si fregiano di essere giornalisti e da vari protagonisti dei talk show televisivi è uno dei capitoli più vergognosi della storia italiana. Non ci dimentichiamo che l’Italia ha una democrazia molto recente e che è stata la culla del fascismo: purtroppo la discriminazione del dissenziente fa parte del nostro recente passato. La campagna d’odio è stata tanto più assurda quanto più i dubbi manifestati da chi ha rifiutato il trattamento sperimentale vengono ormai quotidianamente confermati dai casi sempre più numerosi di persone con tre o quattro dosi che si ammalano e dai moltissimi effetti avversi, anche letali sui quali buona parte dei mezzi di informazione con poche eccezioni stanno facendo calare un silenzio imbarazzato. Purtroppo, la frattura tra il fronte della resistenza (impropriamente definita “no-vax”) e il resto del Paese è profonda e insanabile e la ricostruzione del Paese dai disastri fatti dagli ultimi due governi in nome di una politica sanitaria folle e inefficace sarà molto difficile e richiederà anni.

Titolo originale: Freedom of choice in Italy at the time of Covid

Fonte: comedonchisciotte.org

 

Aldo Maria Valli:
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