Fine emergenza? Mai. Dopo il virus, ecco il caldo. Ed ecco tornare la voglia di lockdown.
Succede in Francia, a Bordeaux, dove l’amministrazione locale ha deciso di vietare (vietare, non sconsigliare) le manifestazioni pubbliche all’aperto a causa delle temperature elevate. In nome della salute, ovviamente. In nome del risparmio energetico, ovviamente. E con il sostegno della scienza, altrettanto ovviamente.
Le norme introdotte a Bordeaux vietano “concerti e grandi assembramenti pubblici fino alla fine dell’ondata di caldo”. Però “le celebrazioni private, come i matrimoni, saranno comunque consentite”.
Questo linguaggio vi ricorda qualcosa? Torna la tendenza a vietare e a consentire, proprio come durante i lockdown per il Covid.
Già si parla di “giustizia climatica”. Decisa dall’alto. E alla quale i cittadini possono soltanto assoggettarsi. Non importa se a te piace il caldo. Non importa se ti va di stare al sole. C’è un divieto e va rispettato.
Il governo dell’emergenza, sdoganato per la “pandemia”, ha trovato un altro terreno sul quale esercitare il suo potere coercitivo. E la paura è ancora una volta la leva decisiva.
“Si corrono gravi rischi per la salute” ha detto a Radio France un funzionario di Bordeaux. Quindi: lockdown!
Il potere ci ha preso gusto.