Missionario italiano in Giappone: “È la prima volta di un fatto del genere. Anche i giovani, solitamente lontani dalla politica, oggi si affollano davanti ai maxi-schermi. Dobbiamo guardare dentro una società che crea persone che esplodono”. L’arcivescovo di Tokyo monsignor Kikuchi: “La violenza uccide la democrazia”.
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di Giorgio Bernardelli
“Il Paese è sgomento, le notizie sono ancora molto frammentarie. Quando è successo stamattina mi trovavo alla stazione di Kawasaki: tutti erano sotto shock a seguire le notizie”.
Da Tokyo padre Andrea Lembo, missionario del Pime (Pontificio istituto missioni estere) e presidente del centro culturale cattolico Shinzeikaikan, racconta così il clima della capitale giapponese sotto shock per l’uccisione dell’ex premier Shinzo Abe, colpito a morte durante un comizio nella prefettura di Nara.
“È una piccola provincia – commenta padre Lembo – e Abe era là a far campagna elettorale per il candidato locale del partito liberaldemocratico. Domenica qui si vota per elezioni in cui si discute molto anche della società giapponese: si è parlato in queste settimane della presenza di un’alta percentuale di donne tra i candidati dell’opposizione, in contrapposizione al modello incarnato dal Ldp. Ma era comunque un appuntamento locale”.
Si sa ancora troppo poco del movente di Tetsuya Yamagami, l’uomo di 41 anni che ha sparato con un’arma artigianale.
“Le notizie sono confuse” commenta il missionario. “Hanno fatto subito rientrare a Tokyo tutti i ministri che erano impegnati nella campagna elettorale, temendo forse l’azione di un gruppo organizzato. Ma potrebbe essere anche l’azione di un singolo individuo. Di certo siamo di fronte a una prima volta terribile per il Giappone: ci sono stati sì incidenti in passato come gli attacchi nella metropolitana, ma mai un omicidio politico con una persona che spara in pubblico. È uno shock anche da questo punto di vista in un Paese dove avere un’arma personale è un fatto rarissimo”.
Se anche dovesse essere confermato che Yamagami è stato spinto a colpire l’ex premier Abe per rancori personali, come dalle prima notizie filtrate l’uomo sembrerebbe dichiarare, questo non renderebbe comunque meno inquietante quanto avvenuto: “Ci riporterebbe alle domande – commenta padre Lembo – su una società che esclude, schiacciando gli individui più deboli e finendo per creare questo tipo di personalità che alla fine esplodono”.
Quanto al significato per il Giappone di una personalità come Shinzo Abe – continua il missionario del Pime – “certamente con la sua attività politica ha lasciato un messaggio molto forte sull’orgoglio del Giappone, sulla sua bellezza, sulla sua collocazione internazionale. Di fatto con la sua forza era riuscito a sgretolare l’opposizione, incarnata da Yuchio Hatoyama. Ma stiamo parlando anche di un Paese dove come in tutte le grandi democrazie il livello di partecipazione è sceso ai minimi storici. Quello che mi più mi ha colpito oggi è stato vedere davanti ai maxi-schermi a seguire le notizie tanti giovani, che in Giappone attualmente appaiono molto lontani dalla politica. Sarà interessante vedere se tutto questo avrà ripercussioni sulle elezioni di domenica, sempre che ora non vengano rinviate”.
Anche l’arcivescovo di Tokyo, monsignor Tarcisius Isao Kikuchi – quando Shinzo Abe non era ancora stato dichiarato morto – è intervenuto sull’attentato assicurando la sua preghiera “dal profondo del cuore” per il politico colpito. “La violenza uccide la libertà” ha aggiunto in una dichiarazione rilanciata dal sito Crux. “La violenza uccide la giustizia. Le differenze di opinione politica devono essere risolte attraverso il dialogo e il voto in libertà. Nessuno ha il diritto di usare la violenza per mettere a tacere l’opposizione. Solo il dialogo fornisce una soluzione reale per realizzare la giustizia e la pace”.
Fonte: asianews.it