La carabiniera e la sua sposa. E anche l’Arma diventò gay friendly

di Barbara Aldrovandi Feldman

Egregio dottor Valli,

seguo assiduamente il suo blog che lei giustamente definisce “una casa” per coloro che aspirano a un luogo di incontro e ritrovo sereno, sincero e soprattutto meditato: condizioni che equiparano ormai Duc in altum a una zattera di salvataggio mentale per non cedere ai marosi della pazzia dilagante ovunque.

A riconferma di questa mia sensazione mi permetto di trasmetterle il link di una notizia Ansa che ho letto ben tre volte pensando che fosse una boutade: Picchetto d’onore per la carabiniera e la sua sposa. Notizia corredata da foto e persino da video.

Ho sempre avuto il massimo rispetto per l’Arma e, conoscendone i rigidi canoni di comportamento, lo sconcerto è stato ancor maggiore.

A tal proposito mi sono permessa di inviare questa stessa notizia alla madre di una attuale maresciallo donna esternandole la mia perplessità. La risposta è stata un sorriso di affettuosa e pacata condiscendenza..

Evito di esternare la mia opinione che, ne sono certa, avrà inteso appieno. Anche se di episodi di questo livello ce ne sono ormai purtroppo a bizzeffe, a quanto mi consta questo è il primo caso nel suo “genere militare” in Italia.

Mi rendo conto tuttavia che dopo l’invito ufficiale di tal Moia di Avvenire al Pride di Padova, la mia sottolineatura diventa solo una minuscola spigolatura da Alice nel Paese delle Meraviglie.

Grazie per la gentile attenzione e per la ricchezza che ci offre ogni giorno con i suoi articoli e le sue riflessioni.

I migliori auguri per il suo futuro.

 

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