Offertorio e oggetti liturgici. Alla ricerca della dignità perduta
di Aurelio Porfiri
Per chi è cresciuto nel periodo postconciliare frequentando la Messa novus ordo non sarà stato infrequente vedere il sacerdote, al momento della processione offertoriale, lasciare che all’altare si porti qualunque cosa. Analogamente, abbiamo visto usare oggetti liturgici, magari donati da qualche fedele, senza considerare se questi oggetti siano adatti e dignitosi per la liturgia. Si dice: che c’è di male? In realtà c’è molto, ma poco se ne parla.
Riguardo alle donazioni di oggetti liturgici possiamo rifarci a quanto il sacerdote americano Chad Ripperger afferma in Topics on Tradition e rifletterci sopra: “Spesso i sacerdoti si sentono obbligati a usare oggetti liturgici brutti che ricevono da laici che potrebbero non avere un senso estetico adeguatamente sviluppato. Il primo errore è accettare brutti oggetti liturgici. Il secondo errore è dare ai laici l’idea che possano uscire da soli e acquistare questi oggetti per la chiesa. Ai laici dovrebbe essere detto che se vogliono donare un oggetto il sacerdote dovrebbe scegliere l’oggetto in base a un’estetica adeguata in relazione allo stile della chiesa in cui verrà utilizzato. Il terzo errore è la convinzione del sacerdote di essere obbligato a utilizzare un oggetto brutto donato da un laico. Se è vero che spesso i sacerdoti non vogliono offendere i laici, tuttavia a quei laici che donano oggetti brutti bisogna insegnare che tali cose non si addicono alla liturgia proprio perché sminuiscono il valore estrinseco della Messa. Influiscono non solo sugli altri nella chiesa, ma anche al laico che dona, perché di conseguenza riceve meno frutti dalla Messa”.
Ora, il problema è che spesso il senso estetico non l’hanno gli stessi sacerdoti, piuttosto che i laici. Ovviamente non mi riferisco a tutti, ma quanti preti oramai hanno una formazione adeguata nell’arte sacra? E vogliamo parlare della musica sacra? Qui forse la tragedia è ancora più grande.
Il sacerdote ben formato dovrebbe sapere che tutto ciò che si usa nella liturgia deve avere una dignità liturgica, non essere semplicemente qualcosa che in sé non è malvagio. Un pallone da calcio va benissimo per lo sport e tanta gente lo ama, ma che c’entra con la Messa? Eppure, molti non vedono più la differenza, proprio perché sono crollati gli standard di riferimento per musica, arte e oggetti liturgici. Se vogliamo renderci conto dello stato delle cose nella Chiesa, questo crollo è uno degli indicatori più drammatici e tristi.