di Guido Alberto Casanova
La pandemia ha portato a un nuovo minimo storico delle gravidanze con altri 20 mila nati in meno. Se la tendenza proseguirà, a fine anno il fenomeno dovrebbe toccare livelli che erano previsti per il 2030. Nel 2021 la popolazione giapponese è calata di circa 726 mila persone. Le politiche del governo per aiutare a coniugare genitorialità e vita lavorativa hanno dato scarsi risultati.
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Questa settimana il ministero per la salute, il lavoro e il welfare di Tokyo ha rilasciato i dati preliminari sulle nascite dei primi sei mesi dell’anno corrente e i numeri sono allarmanti. In Giappone negli ultimi due decenni non sono mai avvenute così poche nascite come nella prima metà del 2022, da gennaio a giugno. Nelle statistiche pubblicate si parla di circa 385 mila nuovi nati, con un calo di almeno 20.000 unità rispetto al dato dell’anno scorso.
Il tonfo demografico sotto le 400 mila nascite arriva dopo quasi tre anni di pandemia, che anno visto scendere ulteriormente in maniera molto rapida le nascite in Giappone. Le incertezze socio-economiche dovute alla diffusione del Covid-19 sono considerate le principali cause dietro al calo delle gravidanze. Tuttavia, va ricordato che la diminuzione della natalità in Giappone è una tendenza che precede di molto lo scoppio della pandemia.
Il numero delle nuove nascite è in declino da diversi decenni e a partire dal 2016 – quando per la prima volta i nuovi nati nell’arco dei dodici mesi sono stati meno di un milione – ogni nuovo anno ha registrato un calo rispetto all’anno precedente. Se la tendenza nella prima metà del 2022 dovesse continuare anche nella seconda metà, quest’anno segnerebbe il record negativo delle nascite scendendo per la prima volta sotto la soglia degli 811 mila nuovi nati registrati l’anno scorso. Si tratta della cifra più bassa dal 1899, quando per la prima volta in Giappone si è iniziato a tenere traccia di questa statistica.
La pandemia però ha avuto un effetto dirompente sulla diminuzione della natalità. Gli studi realizzati nel 2017 dal National Institute of Population and Social Security Research riportavano che la popolazione giapponese sarebbe certamente diminuita, ma a una velocità molto più contenuta rispetto a quella che poi è stata effettivamente osservata. Secondo le stime, il numero annuale di nuove nascite non avrebbe dovuto toccare le 810.000 unità prima del 2030. Eppure, secondo i dati preliminari di quest’anno, è possibile che quella cifra venga sorpassata con ben 8 anni di anticipo.
Questi dati poi fanno il paio con l’aumento dei decessi, dal cui incrocio emerge un quadro molto preoccupante per la demografia giapponese. Nel 2021, a fronte del record negativo di nascite, si registrava anche il record altrettanto negativo di circa 1,44 milioni di decessi. In sostanza, durante l’anno scorso, la popolazione giapponese è calata di oltre 726 mila unità.
La crisi demografica, però, non è un fenomeno ingestibile e nell’ultimo decennio Tokyo ha iniziato a prendere misure concrete per contrastarla. Dall’ex premier Abe e dall’attuale premier Kishida sono state promosse diverse iniziative per aiutare i giapponesi a coniugare la genitorialità con la vita lavorativa. I risultati – però – tardano ancora a farsi vedere, in un Giappone che ogni anno che passa diventa sempre un po’ più piccolo e più anziano.
Fonte: asianews.it
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