Comunione sulla lingua / Cronache dalla chiesa degli orrori

Altre due lettere (una dal Sud, una dal Nord Italia) sull’abuso commesso da sacerdoti e ministri straordinari che si rifiutano di distribuire la Comunione sulla lingua. Un abuso spesso accompagnato da comportamenti inaccettabili nei confronti di fedeli che chiedono solo di esercitare un loro diritto.

***

Gentile dottor Valli,

sono una suora e le scrivo per raccontare ciò che mi è accaduto nei giorni scorsi a Salerno.

In vacanza nella mia città di origine (risiedo altrove), per necessità di orario ho partecipato a una delle Messe celebrate presso la chiesa dell’Immacolata (retta dai francescani).

Dopo che, nei giorni precedenti, avevo partecipato alla Santa Messa in altre chiese, ricevendo sempre la Comunione sulla lingua, al momento della distribuzione mi sono presentata per ultima, a mani giunte, per poterla ricevere ancora così, ma il sacerdote me l’ha negata. Sottovoce ho chiesto la carità di darmela, perché io la ricevo solo così, ma mi è stato esplicitamente detto di no.

Ho fatto un profondo inchino e senza polemiche sono tornata al posto, ma l’altro sacerdote impegnato a distribuire la Comunione ha voluto commentare a voce alta, dicendo che stavo disobbedendo e dando un cattivo esempio alla comunità.

Offrendo al Signore quanto mi stava succedendo, ho evitato di rispondere. Poi, al termine della Messa, ho chiesto aiuto a un terzo sacerdote (forse il superiore), il quale con tanta carità mi ha riaccompagnata in Chiesa e mi ha dato la Comunione in bocca. Ma il sacerdote che prima mi aveva redarguito ha continuato a ripetere, a voce ancora più alta, che in quanto religiosa stavo dando scandalo.

Non aggiungo altro. Grazie per il suo lavoro. Dio la benedica.

Una suora

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Caro Valli,

scrivo per raccontare un fatto grave. Alla Santa Messa delle ore 18, nella basilica di San Vittore a Varese, a me e a mia moglie, così come ad altri fedeli, è stata nuovamente negata la Comunione sulla lingua. E il ministro straordinario, incaricato della distribuzione, ha rivolto a mia moglie, che è costretta a muoversi in carrozzella, nervose e scortesi parole.

Mia moglie ha quindi mostrato il foglio con la risposta dell’Avvocatura diocesana che consente di ricevere la Comunione in bocca (“Non sono esclusi e non è possibile escludere dalla Comunione eucaristica i fedeli che vogliano ricevere la Comunione sulla lingua” recita il testo) e ha esortato il ministro straordinario a obbedire al vescovo.

Risultato: per tutta risposta il ministro straordinario ha detto a mia moglie che stava bloccando la fila.

Anche a me è stata negata la Comunione sulla lingua, al che ho detto chiaro e tondo che si tratta di un abuso di potere.

In seguito, forse anche a causa della tensione, mia moglie ha fatto registrare livelli di pressione sanguigna molto alti.

Aggiungo, per correttezza, che in altre due occasioni, nella stessa chiesa, il celebrante ci ha dato la Santa Comunione sulla lingua, senza problemi. I sacerdoti intelligenti, e mossi da vera carità cristiana, ci sono ancora.

Lettera firmata

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