di Aurelio Porfiri
Come tutti sanno, alle recenti elezioni politiche il Centrodestra ha fatto registrare una vittoria abbastanza larga grazie all’exploit di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni. Uno quindi si aspetterebbe dalla Sinistra, che predica tolleranza e inclusione a tutto spiano, che la sconfitta venisse riconosciuta e si rispettassero i vincitori. Ma, come al solito, non è così. Comportamenti di un’asprezza rivoltante pure a paragone di un limone andato a male, si susseguono da parte di politici, operatori dei media e dello spettacolo.
Prendiamo per esempio la giornalista ambientale (definizione sua) Elisabetta Ambrosi, del Fatto Quotidiano. Sul suo account Twitter ha pubblicato una foto del neo presidente della Camera Lorenzo Fontana con moglie e figlia con questa didascalia: “Ammetto. Non dico più, ma come Fontana disprezzo anche la moglie. Chi si accoppia a tali personaggi come minimo è connivente. Poi forse è povera, non può separarsi bla bla. Resta la disistima”. Dopo aver esposto la moglie e la figlia di Fontana al pubblico, ha poi rimosso il post ma ne ha ritwittato un altro di Lia Celi, che almeno è una umorista oltre che scrittrice e si augura che la Camera faccia su Fontana lo stesso effetto che fece sulla Pivetti, con due foto della Pivetti, una compunta in preghiera e l’altra in posa da maliarda panterata.
Leggendo gli articoli della Ambrosi ben si capisce da che parte sta. Commentando a maggio la notizia riguardante l’imprenditrice Elisabetta Franchi e i suoi criteri per assumere donne (le voleva già sposate e già con figli in modo che si potessero dedicare con più intensità al lavoro) tra l’altro diceva: “Si può dire amaramente che forse in questo senso abbiamo la parità tra uomo e donna. Parità di lavoro mal retribuito, parità nell’impossibilità di conciliare vita e famiglia, parità nell’impossibilità di riuscire a campare. A meno che, ovviamente, non accettiamo di lavorare h 24. Cioè da schiavi. Come i vari imprenditori che vorrebbero togliere il reddito di cittadinanza – l’unica vera importante misura contro la povertà in Italia – tanto desidererebbero. Anche questo è un pensiero medioevale, proprio come quello di Elisabetta Franchi. Siamo europei come gli altri nel mandare le armi, molto meno degli altri nel dare finalmente un volto civile al nostro mercato del lavoro”.
Come al solito, fra concetti che almeno in parte si possono condividere, ecco il solito Medioevo tirato fuori a cavolo.
Ma la Ambrosi non è la sola a dedicare le sue attenzioni a Lorenzo Fontana, vedendo nel fatto che è cattolico e che prega un pericolo per la democrazia. La celebre stilista Frida Giannini, parlando dell’elezione di Fontana, così ha dichiarato a Repubblica: “Dopo tutte le battaglie che le nostre madri hanno fatto e le conquiste degli ultimi anni, ho paura di un balzo all’indietro di cinquant’anni, alle gonne lunghe, alla mancata libertà, alle donne senza diritto all’aborto, ai gay sul patibolo, agli immigrati tagliati fuori, ai libri messi all’indice o mandati al rogo. Più ancora delle modifiche legislative mi fa paura il clima culturale. E uno come Fontana non può rappresentare lo Stato, si dovrebbe dimettere oggi stesso”.
I gay sul patibolo? I libri all’Indice (che non esiste più da decenni) o al rogo? Ma c’era tutto questo nel programma elettorale del Centrodestra? Una preoccupata Chiara Pizzimenti su Vanity Fair ci informa che ora tutti parlano della “sua fede leghista e soprattutto cattolica (si dice reciti cinquanta Ave Maria al giorno e certamente posta le foto di santi frequentemente sui sociali), a favore della famiglia tradizionale, esclusivamente come ha detto al contestato convegno di Verona e ribadito da ministro proprio della famiglia”. Ma vi rendete conto? Come è possibile affidarsi a uno che mette le foto dei santi sui social invece di quelle di ciò che ha mangiato a pranzo? Non è inaudito che addirittura reciti cinquanta Ave Maria al giorno (che poi sarebbe la recita del Rosario)? Dove andremo di questo passo?