Emissioni zero. La fissazione di Gates (legata ai suoi cospicui interessi economici)
di Martina Binnig
Il 18 ottobre scorso Bill Gates ha pubblicato sul suo blog GatesNotes l’annuale “memo sul percorso verso zero emissioni”. Intitolato Lo stato della transizione energetica, il testo si apre così: “Quando iniziai a studiare il cambiamento climatico, quindici anni fa, giunsi a tre conclusioni. In primo luogo, evitare una catastrofe climatica è la sfida più grande che l’umanità abbia mai affrontato. In secondo luogo, l’unico modo per affrontare questa sfida è investire in modo aggressivo nell’innovazione e nella diffusione dell’energia pulita. Terzo: dobbiamo iniziare ora”.
Afferma inoltre: “Da allora, l’aumento degli investimenti privati e pubblici ha accelerato l’innovazione più velocemente di quanto avessi osato sperare. Questi progressi mi rendono ottimista riguardo al futuro. Ma sono anche realista riguardo al presente. Il mondo deve ancora ridurre le emissioni annuali di gas serra da 51 miliardi di tonnellate a zero”.
Poi, con enfasi eroica: “Negli ultimi dieci anni siamo finalmente andati avanti. Nei prossimi tre anni dovremo andare molto più lontano e molto più velocemente. Credo ancora che se faremo in modo che la prossima generazione affronti la più grande gestione delle crisi nella storia umana, potremo evitare la catastrofe climatica”.
Queste parole, ovvero “la più grande gestione delle crisi nella storia dell’umanità”, lasciano intendere che abbiamo bisogno di misure adeguate. Ma ogni attività umana genera emissioni di gas serra. E il settore che ne emette di più, il 30 per cento del totale, è quello manifatturiero, che produce cose da cui dipende la vita moderna, come cemento, plastica e acciaio.
Gates propone un triplice approccio: inventare tecnologie pulite, ridurre i costi delle nuove tecnologie pulite e adottare rapidamente quelle tecnologie competitive: “Dobbiamo sostituire ogni singolo pezzo di infrastruttura utilizzato per i vecchi processi con un’infrastruttura adatta ai nuovi processi”. E conclude: “Ora, entro circa trent’anni, dobbiamo chiudere tutto e ricominciare da capo con tecnologie pulite. Ho più fiducia nei mercati di molte persone, ma nemmeno io credo che il mercato da solo possa spazzare via un’intera economia in pochi decenni. Abbiamo bisogno di un piano per accelerare questo processo”.
Gates è interessato da vicino a questo piano perché fondatore della società di investimento Breakthrough Energy Ventures, che descrive così la propria attività: “BEV è una società di investimento dedicata al finanziamento, al lancio e alla crescita di società che elimineranno le emissioni di gas serra in tutta l’economia globale”.
Rendendo noto che “solo 21 aziende avevano fissato obiettivi climatici, ma ora sono 3.671”, la società spiega che “il programma Catalyst di Breakthrough Energy collabora con compagnie aeree, case automobilistiche e aziende siderurgiche impegnate nella diffusione di tecnologie pulite, nonché banche e fondi di investimento interessati a finanziarle”.
Un altro motivo di questa ondata di innovazione e investimenti è la politica perseguita negli Usa, negli ultimi anni diventata più ambiziosa. Nell’ultimo anno il Congresso degli Stati Uniti ha approvato tre leggi relative al clima e il presidente Biden le ha firmate: sono l’Inflation Reduction Act, la Bipartisan Infrastructure Law e il CHIPS and Science Act. L’Unione europea, dal canto suo, nel 2021 ha sancito per legge l’obiettivo del consumo zero entro il 2050 e ha aumentato il proprio obiettivo di riduzione dei gas serra: dal 40 per cento al 55 per cento entro il 2030. Tuttavia, l’iter legislativo per raggiungere questi obiettivi è attualmente ancora in corso.
Nel continente europeo la guerra in Ucraina e la conseguente crisi energetica stanno mettendo sotto pressione il crescente consenso sul clima. Tuttavia Gates valuta la crisi energetica europea in modo abbastanza positivo: in un’intervista al canale di notizie economiche e finanziarie Consumer News and Business Channel (CNBC TV), ha detto testualmente: “A lungo termine va bene perché le persone non vogliono dipendere dal gas naturale russo e quindi passeranno più rapidamente a questi nuovi concetti”.
Nel suo blog Gates afferma: “Non possiamo fingere che la transizione energetica non sarà drastica. Mentre emergeranno nuove industrie e posti di lavoro, alcuni vecchi settori scompariranno. La nuova infrastruttura avrà un impatto sulle comunità in cui verrà ampliata”.
Per Gates, Stati Uniti ed Europa sono i principali colpevoli: “Abbiamo ancora diciotto anni per andare da qui a lì [l’obiettivo emissioni zero]. L’Europa e gli Stati Uniti, che storicamente hanno causato la maggior parte delle emissioni di carbonio, devono al mondo non solo di eliminare le proprie emissioni, ma anche di investire in modo aggressivo. Ciò darà la possibilità di impegnarsi ad altri paesi non molto coinvolti nella causa del cambiamento climatico”.
Infine, Gates esprime la sua personale preoccupazione: “Come padre di tre figli, so che diciotto anni non sono molti. Quindi chiedo al team di Breakthrough Energy di lavorare con innovatori e altri esperti del clima e progettare rigorosi piani a dieci, quindici e vent’anni per ridurre a zero le emissioni. Non possiamo solo sperare per il meglio. Dobbiamo pianificarlo insieme. Questa è la sfida più difficile che gli esseri umani abbiano mai affrontato. Mai prima d’ora c’è stata una mobilitazione su questa scala, a questa velocità e per un periodo di tempo così lungo. Ma l’umanità non ha mai affrontato una crisi esistenziale come quella del cambiamento climatico. Sono ottimista sulle capacità delle persone in una crisi e alla lunga non scommetterei contro di noi. Purtroppo non abbiamo il lusso di un lungo periodo. Abbiamo già fatto molte scoperte energetiche. Dobbiamo fare di più, e farlo più velocemente, per evitare una catastrofe climatica”.
Ora, il problema non sono le invenzioni promettenti per il risparmio delle risorse. Il problema è questa fissazione per le emissioni di gas serra. Perché la politica dello “zero netto” porterà a una deindustrializzazione di vasta portata con conseguenze fatali prima che saranno trovate nuove soluzioni per l’approvvigionamento energetico. La credenza incondizionata nella necessità di eliminare la malvagia CO2 è scientificamente lontana dall’essere sostenibile come Gates vorrebbe farci credere. Esistono serie pubblicazioni scientifiche che mettono in discussione questo eco-terrorismo.
Certo, potremmo anche non preoccuparci troppo di quel che dice un singolo miliardario come Gates. Ma il fatto è che Gates esercita un’enorme influenza sulla politica e sui media attraverso la sua fondazione e le corrispondenti donazioni.
Fonte: achgut.com
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